Giochi del secolo scorso
Fa impressione scriverlo, eppure quando parliamo di titoli che giocavamo da ragazzini, parliamo di titoli letteralmente del secolo scorso. Tra i tanti titoli che fecero la storia uno ci è rimasto particolarmente impresso: stiamo parlando di
Duke Nukem 3D. Correva l'anno 1996, il mondo videoludico (e non solo) erano molto diversi da quello che sono oggi e il Duca era un personaggio in grado di bucare lo schermo e lo faceva senza troppi giri di parole. Sfacciato, maleducato e sempre sopra le righe
Duke Nukem rappresentava quella sorta di "titolo proibito" che tanto piaceva a grandi e piccini (e in aggiunta era pure un gran gioco). Perchè abbiamo rivangato le gesta del Duca oggi? Perchè parliamo di un titolo che sembra arrivato direttamente dagli stessi uffici: tenetevi forte e continuate a leggere la nostra
recensione di Ion Fury per XBOX One e Nintendo Switch.
La trama di Ion Fury
Prima di raccontarvi delle gesta di
Shelly "Bombshell" Harrison e del mondo futuristico di
Ion Fury ci teniamo a fare due parole sul
progetto Ion Fury in se e sulla sua storia. Il titolo arriva da un editore il cui nome poco dirà a chi si è avvicinato al media videoludico negli ultimi anni ma che sicuramente farà sobbalzare il cuore ai più vecchi tra noi:
3D Realms. Tanti anni fa (più di 25 per intenderci)
3D Realms se la giocava con ID Software per il dominio del mercato FPS, col tuo
Duke Nukem 3D infatti la software house diede una scossa al genere sia dal punto di vista tecnico (con un
motore che viene usato ancora oggi, anche per Ion Fury, ad esempio) che dal punto di vista contenutistico.
3D Realms infatti sfornò un titolo arrogante e sfacciato che fece immediatamente breccia nel cuore dei giovani ragazzini dell'epoca. Le cose per 3D Realms non andarono poi tanto bene e, dopo aver ceduto le proprie IP a
Bethesda la software house è tornata a produrre titoli, indie, dalle ambizioni inferiori a
Prey. Ed eccoci ai giorni nostri, una nuova 3D Realms che è tornata a fare quello che sapeva fare molto bene:
titoli che possano far divertire, senza voler strafare e Ion Fury fa esattamente tutto questo.
Ion Fury è uno sparatutto davvero old-school che ci mette nei panni di
Shelly "Bombshell" Harrison un'eroina tutta d'un pezzo (che ricorda molto da vicino il Duca): una tizia che arriva subito al sodo e lo fa senza prestare attenzione all'etichetta o al modo.
Ion Fury è ambientato in un futuro grigio, oscuro e abbastanza classico della fantascienza: la lotta tra transumanisti e naturalisti; i primi vogliono un mondo comandato (e popolato) da uomini potenziati, i secondi no. La nostra
Shelly è sulle tracce di
Dott. Jadus Heskel un transumanista senza scrupoli che sta creando più grattacapi di quanti se ne possano credere a
Neo DC.
La trama di
Ion Fury non brilla certo per originalità ma i ragazzi di
Voidpoint hanno saputo creare un buon bilanciamento tra trama, libertà del protagonista e gameplay caciarone e casinaro come piace a noi.
Il gameplay di Ion Fury
Abbiamo definito
Ion Fury un FPS old-school ed in effetti è esattamente così: Ion Fury è uno dei titoli più classici su cui abbiamo potuto mettere le mani in questi periodi. Partiamo da questo concetto:
Ion Fury è stato sviluppato sul motore
Build, il motore che muoveva Duke Nukem 3D e che è ancora usatissimo da tanti appassionati per creare mappe, livelli aggiuntivi ed altro per il celebre titolo 3D Realms. L'utilizzo di un motore grafico così "old school" porta in seno
una serie di meccaniche degli anni 90 praticamente di default, ecco Ion Fury non fa nulla per nasconderle, anzi, le amplifica e le valorizza come pochi altri titoli prima.
Ion Fury è disponibile, ora, anche su console e la nostra
recensione tratta proprio del porting su console e nella fattispecie delle versioni
XBOX One (abbiamo giocato il titolo su
XBOX One X) e
Nintendo Switch. Possiamo dirvi subito che il feeling del titolo col pad è molto buono ma i puristi del genere vorranno giocarlo giocoforza con mouse e tastiera, anche solo per un certo fattore nostalgia che entra sempre in gioco in questi casi. Dobbiamo però dire che
giocato col pad Ion Fury è risultato comunque godibile, abbiamo riscontrato, ad onor del vero, qualche problema in più nella versione Nintendo Switch dove (giocando in modalità handled) la disposizione dei tasti non è proprio ottimale per gli FPS in generale.
Per certi versi possiamo considerare Ion Fury una sorta di capsula del tempo ritrovata in giardino con un vecchio dischetto di un gioco mai pubblicato.
Pad alla mano farete un tuffo indietro di oltre vent'anni:
Ion Fury è violento, veloce e immediato. Dovrete riabituarvi al più presto ad avere a che fare con un numero importante di avversari, dovete schivare i colpi e cercare di mancare meno nemici possibili: insomma
Ion Fury vi obbliga a prestare una grande attenzione al mondo di gioco. Poco tempo fa abbiamo
recensito DOOM Eternal, ennesimo capolavoro
ID Software e titolo che offre un gameplay frenetico ed adrenalinico ma
Ion Fury è un'altra cosa. E' un'altra cosa per il design dei livelli, per le meccaniche con cui gli avversari ti si riversano contro (e qui qualche problemi con l'intelligenza artificiale si nota). In
Ion Fury avrete a disposizione un sacco di armi dagli effetti completamente differenti, passerete dalle classiche mitragliatrici ai fucili a pompa passando per lanciagranate e balestre: insomma ce ne è davvero per tutti i gusti. Un piccolo discorso va fatto anche per il design dei livelli che, anche in questo caso, attinge a piene mani dagli anni 90, il titolo vi porterà in livelli che si estendono per grandi dimensioni e che vi consentono una discreta libertà sia di esplorazione che di approccio al combattimento tra edifici, strade e parcheggi. Purtroppo vi toccherà di tradurre da soli le imprecazioni di
Shelly "Bombshell" Harrison perchè
Ion Fury non è localizzato in italiano.
L'arte e la tecnica di Ion Fury
Partiamo, come di consueto, a discutere della componente artistica. Dagli screenshot potete ben vedere come
Ion Fury voglia dimostrare a tutti gli effetti di essere un titolo anni 90 e anche la direzione artistica segue lo stesso filone. Siamo rimasti molto colpiti dal design dei personaggi e dei nemici, ma anche di
Neo DC e degli ambienti dove Shelly si muove.
Ion Fury pesca a piene mani dalla fantascienza classica e strizza più volte l'occhio all'universo di
Deus Ex.
Ovviamente dal punto di vista tecnico non c'è molto da dire o da aggiungere rispetto a quello che potete vedere con i vostri occhi. Se state cercando un titolo spaccamascella non è certo qui che dovete volgere il vostro sguardo ma, anche questa, è una precisa volontà dei ragazzi di
Voidpoint. Ion Fury non deve essere giocato perchè "fa girare milioni di poligoni al secondo" ma perchè mostra uno spaccato del genere che rischia di andare perso col passare degli anni. Ci teniamo comunque a dire che
il gioco non ha ceduto un frame ne su Nintendo Switch ne su XBOX One X. Un plauso va al level design e all'utilizzo di una pratica sempre meno diffusa: la disposizione di vari segreti nei livelli: Ion Fury ne è letteralmente straripante e vi troverete più volte a girovagare per gli ambienti di gioco solo per cercare qualcosa di nascosto (si come facevate in
DOOM, DOOM II e compagnia cantante!).
Ottima anche la colonna sonora in grado di dare il giusto ritmo al titolo, non potevano, ovviamente, mancare le battute di Shelly e gli effetti audio che sembrano campionati direttamente dal secolo scorso.
Anche sotto questo profilo Ion Fury non delude affatto.