Alla conquista della terra
Ok, i giochi che parlano di alieni che tentano di conquistare la terra non si contano, ne abbiamo di tutti i tipi: quelli che arrivano con le astronavi madre, quelli che ci attaccano su pianeti che abbiamo conquistato e via con libero sfogo alla fantasia. Oggi parliamo di un titolo che ci mette nei panni di un alieno e, no non un alieno grosso brutto e verde, ma di un parassita che l'unico modo che ha per conquistare la Terra è quello di prendere il controllo di singoli esseri umani: stiamo parlando di
HyperParasite sviluppato dagli italianiassimi:
Troglobytes Game. Seguiteci nella nostra
recensione di HyperParasite per Nintendo Switch.
La trama di HyperParasite
Partiamo dalla trama e facciamo subito una premessa:
HyperParasite è un titolo decisamente folle, folle nelle premesse, folle nelle intenzioni e folle nel suo gameplay: frenetico e assuefacente ma andiamo con ordine.
HyperParasite si apre con un incipit abbastanza assurdo in un mondo che sembra freezato tra gli anni 80 e 90 (come si poteva anche ben intuire dal lettering usato nella splash screen iniziale).
Il presidente degli Stati Uniti, un tizio muscoloso e brizzolato che ricorda una
versione "pompata" di Arnold Schwarzenegger sotto steroidi fa un annuncio dove afferma che un essere alieno in grado di impossessarsi dei corpi degli umani sta facendo di tutto per arrivare fino a lui per prendere il controllo della valigetta nucleare e radere al suolo l'intero pianeta.
La narrazione di
HyperParasite segue questi binari cercando di approfondire la lore di gioco grazie al grande numero di corpi che il nostro alter-ego alieno può controllare e grazie al fuori onda della radio della polizia che segue le vicende dall'esterno. Pur senza avere un impianto narrativo da Oscar
HyperParasite riesce a imbastire una serie di eventi divertenti che ben si sposano con il mood generale della produzione: paradossale e scanzonato.
Il gameplay di HyperParasite
E' il gameplay il vero cardine e cuore dell'intera produzione: il bello di
HyperParasite (e il vero motivo per cui ci siamo innamorati del titolo) sta proprio nella sua capacità di essere immediato e profondo allo stesso tempo. Di titoli con meccaniche twin stick shooter ne abbiamo visti e giocati a decine, ma tutti (o quasi), fondamentalmente sono sempre rimasti più o meno uguali a se stessi: ecco
HyperParasite riesce invece a scardinare queste continue similitudini in modo semplice e originale.
In HyperParasite infatti il protagonista non è il classico bellimbusto dei videogiochi, nel titolo di
Troglobytes Games impersoniamo un essere alieno che, senza un corpo da controllare, è facile preda del nemico (bastano infatti pochi colpi per metterci al tappeto). Possiamo però prendere il controllo di praticamente chiunque ci capiti a tiro ed è proprio qui il colpo di genio: non dobbiamo potenziare il nostro alter-ego ma scegliere solo il migliore nella situazione in cui ci troviamo: ogni personaggio di cui prenderemo il controllo infatti ha caratteristiche diverse: dal barbone al poliziotto fino al ninja: ogni tipologia di persone ha attacchi diversi. Ovviamente prima impariamo a conoscere ogni tipo di personaggio prima avremo possibilità di avanzare nel gioco.
Come ogni
roguelike che si rispetti anche
in HyperParasite una volta morti ci toccherà iniziare da capo ma nulla vieta (anzi è caldamente consigliato) acquistare potenziamenti dal nostro "amico" alieno utilizzando le monete che si trovano per i livelli. E' possibile anche collezionare i cervelli dei vari tipi di persone: questo consente di sbloccarli nella nostra base (l'hub centrale da cui ripartiremo ad ogni partita). Se pensate che
sono ben 60 i personaggi sbloccabili vi renderete presto conto di quante combinazioni avrete la possibilità di provare.
Pad alla mano HyperParasite si è dimostrato un prodotto validissimo con una risposta eccellente agli input e un controllo del personaggio praticamente perfetto. Anche il bilanciamento generale ci è sembrato ben calibrato e, anche se in alcune occasioni lo sconforto stava avendo la meglio, è stato sufficiente ragionare a mente fretta e riaffrontare il problema. A molti farà poi piacere sapere che
HyperParasite è localizzato anche in italiano.
L'arte e la tecnica di HyperParasite
Sia dal punto di vista prettamente stilistico che da quello tecnico
HyperParasite ci ha lasciato decisamente soddisfatti. La scelta di ambientare il gioco a ridosso degli anni 80 e 90 (o almeno in una visione parallela degli stessi) è stata una scelta decisamente saggia. Tutto è molto evocativo e ogni scelta, dalla palette cromatica alla colonna sonora è coerente col mondo di gioco.
La solidità del motore di gioco ci ha colpito molto positivamente e
nelle nostre partite su Nintendo Switch il gioco si è sempre comportato egregiamente dimostrando una grande solidità anche nelle situazioni più concitate (e ne abbiamo viste parecchie ve lo possiamo garantire). Molto buono il livello di dettaglio e giocato in modalità portatile non abbiamo mai incontrato rallentamenti o cedimenti di sorta. Per un titolo di questo tipo avere un framerate stabile è fondamentale perchè anche il più piccolo rallentamento potrebbe portare ad una morte violenta.
Ottima anche la colonna sonora che riprende le sonorità dei titoli di inizio anni 90. Molto buoni anche gli effetti speciali, perfettamente adatti al tipo di gioco.