Volare, oh oh
Human Fall Flat,, questo è il titolo del gioco di cui parliamo oggi. Abbiamo già discusso di titoli simili in passato, o meglio, basati sullo stesso principio: utilizzare la fisica (e le sue leggi) per farci divertire. Il lavoro dei ragazzi di
No Brakes Games ci riesce, lo diciamo subito, e lo fa con semplicità ma mostrando una profondità non indifferente. Andiamo in giro con Bob per mondi strani e analizziamo il titolo nella nostra recensione.
Sono un omino, uno come tanti altri
Human Fall Flat racconta la storia di Bob, Bob è un costruttore, e rappresenta lo stereotipo di lavoratore edile americano: basso, grassottello, sempre con in testa il suo elmetto giallo e un po’ goffo nei movimenti. Il nostro protagonista, oltre a lavorare, ha il vizio di sognare mondi, di viaggiare attraverso luoghi nella sua mente che non esistono nella realtà, o forse si?
In ogni livello (e ce ne sono nove), il nostro protagonista cadrà dal cielo e dovrà riuscire a raggiungere la fine dello stage sano e salvo.
Tutto semplice? Beh non proprio visto che comandare Bon non è una cosa da niente, il suo corpo “gommoso” rispetta le leggi della fisica e per muoverlo siamo chiamati ad eseguire le singole azioni che compiamo in ogni momento per fare tutto quello che facciamo, ma ne parleremo in dettaglio più avanti.
Come in titoli come
I Am Bread (di cui potete leggere qui
la nostra recensione) o
Manual Samuel (se volete approfondire potete leggere
la nostra recensione) dobbiamo prendere il controllo del nostro protagonista e combattere contro le leggi della fisica, per risolvere gli enigmi e trovare l’uscita da ogni micromondo.
Che fisica!
Per giocare a
Human Fall Flat mettete in conto che una buona dose di pazienza è una caratteristica che dovete necessariamente avere. Nel titolo di
No Brakes Games dovete infatti riuscire a mantenere la concentrazione per capire come risolvere i vari puzzle che ci troviamo sul nostro cammino e nel contempo lottare con la fisica di gioco e i controlli per riuscire a fare quello che avete pianificato.
Il sistema dei comandi è molto semplice, Bob si muove con l’analogico, come solitamente succede nei titoli in terza persona, per afferrare gli oggetti o attivare interruttori bisogna utilizzare i due grilletti del controller (uno per ogni braccio) e lavorare di fisica e di ingegno per capire come risolvere l’enigma che ci troviamo di fronte. Spostare casse, attivare interruttori, lanciarsi contro porte o finestre o usare spranghe o pezzi di legno è più facile a dirsi che a farsi.
Nel caso non si riesca a capire come passare un determinato puzzle il gioco ci viene in aiuto mostrando un breve video tutorial con una mossa particolare che aiuta nella risoluzione di quel particolare punto, il video apparirà una volta raccolte tutte le scatole gialle presenti nell’area.
Se non volete accettare aiuti dalla CPU potete farvi aiutare da un amico,
Human Fall Flat offre infatti una modalità cooperativa dove due giocatori possono collaborare per rendere più semplici alcune soluzioni agli enigmi.
Semplice morbidosità
Human Fall Flat vi farà innamorare delle sue ambientazioni oniriche fin dai primi minuti, i ragazzi di
No Brakes Games hanno infatti optato per una grafica low poly di sicuro impatto. Le movenze goffe di Bob e la possibilità di personalizzarlo con pezzi di equipaggiamento che vengono via via sbloccati durante l’avventura riescono a rendere il titolo molto “amichevole” e danno un senso di leggerezza all’humor nero che si respira in alcuni tratti del gioco.
Una menzione speciale va fatta al motore fisico del gioco che riesce ad essere fedele alla realtà e alle sue regole, regalando momenti davvero divertenti causati da effetti indesiderati delle nostre azioni. La colonna sonora del titolo da poi un tono serio e introspettivo al titolo, in completa dissonanza con l’idea scanzonata che ci si fa una volta che si prende il pad alla mano, e questa diversità crea un effetto davvero piacevole.