Di nuovo nell'orrore
La serie di
The Dark Pictures Anthology ci ha sempre interessato, non a caso avviamo infatti
recensito il primo capitolo: Man of Medan e abbiamo detto la nostra opinione anche su
Little Hope. Il lavoro svolto dagli sviluppatori inglesi ha avuto una crescita importante, sia in termini di qualità che di ambientazioni ed enfasi. Oggi siamo qui per raccontarvi la nostra opinione sul terzo capitolo:
House of Ashes. Se siete quindi pronti a gettarvi in un mondo di tenebra non esitate e seguiteci nella nostra
recensione di The Dark Pictures Anthology: House of Ashes per XBOX One.
La trama di The Dark Pictures
Come ogni produzione in
The Dark Pictures Anthology, anche
House of Ashes offre ai giocatori un capitolo dedicato ad un particolare sottogenere degli horror movie e questa volta il team inglese si è destreggiato con l'
horror esplorativo. Parecchio lontano dalle ambientazioni dei due precedenti capitoli questa volta gli sviluppatori portano i giocatori in Iraq grazie ad una storia interessante e più profonda e matura rispetto ai primi due capitoli. Possiamo dirlo subito: dal punto di vista narrativo e di trama House of Ashes fa compiere alla serie un bel balzo in avanti rispetto alle due precedenti produzioni.
2003,
Iraq, il nostro plotone è sulle tracce di un deposito segreto di armi chimiche di
Saddam Hussein, sono passati ormai due anni dall'attacco alle Torri Gemelle e le forze USA in Iraq sono alla continua ricerca di cellule terroristiche e di eventuali arsenali militari. Principale protagonista della vicenda (se è possibile definire un reale protagonista) è l'ufficiale
Rachel King, responsabile della missione che vede i nostri personaggi alla ricerca, per l'appunto, di un fantomatico arsenale chimico. Durante le operazioni di ricerca però il gruppo si imbatte in una cellula di militari iracheni tra cui figura Salim, un'altro dei protagonisti di questa nuova vicenda. Durante lo scontro a fuoco però un dissestamento nel terreno causa una sorta di mini terremoto e i nostri personaggi vengono inghiottiti dalla terra stessa. I militari si svegliano in quelle che sembrano essere le rovine di un antico tempio sumero e le cose non si mettono decisamente bene.
Nella prefazione di
House of Ashes il titolo mostra ai giocatori una scena avvenuta migliaia di anni prima dove un antico re (
Naram-sin) profanò col suo esercito il tempo del dio Enlil, operazione che scatenò una maledizione che, secondo le leggende, pone fine all'impero sumero stesso. È la stessa maledizione con cui avrete a che fare per tutta la durata dell'avventura (poco meno di otto ore per arrivare ai titoli di coda) che vi vedrà impegnati a cercare di sopravvivere usando l'astuzia, l'ingegno e anche qualche riflesso ma, soprattutto, mettendo in discussione le vostre scelte praticamente in ogni circostanza. Non vi sveleremo altro della
trama di House of Ashes perchè ogni minimo spoiler o indicazione potrebbe alterare le vostre scelte e quindi rovinarvi il gioco stesso. Sappiate solo che
House of Ashes offre una serie di finali alternativi, tra cui finali in cui tutto il gruppo si salva fino a quelli dove ogni membro perisce senza pietà. Buone notizie sul fronte della localizzazione visto che
House of Ashes è completamente localizzato in italiano, sia nei testi che nel parlato.
Il gameplay di The Dark Pictures
Sappiamo per esperienza che il
gameplay offerto dai titoli di Supermassive Games non è certamente il motivo principale per cui si acquistano i loro giochi e anche House of Ashes non fa eccezione. Al netto di qualche piccola modifica rispetto ai capitoli precedenti (come ad esempio la possibilità di gestire autonomamente la videocamera) il concept del titolo si basa sui capisaldi già provati e comprovati precedentemente. Anche in House of Ashes sarete chiamati a prendere una serie di decisioni e scelte che avranno ripercussioni (immediate o meno) su di voi e sul vostro gruppo. La cooperazione tra i vari personaggi e i rapporti che si creano tra loro saranno fondamentali per arrivare incolumi ai titoli di coda.
The Dark Pictures Anthology: House of Ashes mette, un'altra volta, le decisioni del giocatore al centro del gameplay
La bravura degli sviluppatori è stata quella di caratterizzare i personaggi con tratti caratteriali, politici e sociali unici al fine di creare una sorta di tensione emotiva (e non solo) tra i protagonisti. Vi capiterà spesso di prendere decisioni che accontentano e, al contempo, scontentano uno o l'altro dei protagonisti e altrettanto spesso vi capiterà di prendere decisioni che ritenete eticamente più corrette ma che potrebbero portarvi letteralmente alla rovina. Come nei precedenti capitoli troviamo poi i
quick time event, fasi che non abbiamo particolarmente apprezzato perchè, in svariati casi, hanno rovinato l'atmosfera piuttosto che offrire un reale valore aggiunto.
Ancora una volta però, la vera protagonista dell'avventura è la cooperazione tra i vari personaggi che rende ogni run del titolo unica. Anche in questo capitolo sono presenti le modalità
Storia Condivisa e
Serata al Cinema che vi consentono di affrontare la storia in compagnia dei vostri amici e quindi mettervi davvero in gioco. Proprio su questo punto dobbiamo dire che
House of Ashes è un titolo che da il meglio di se giocato in cooperativa perchè è proprio nel tentantivo di trovare la via migliore per risolvere i problemi che il gioco offre il meglio di se.
L'arte e la tecnica di The Dark Pictures
Parlando di direzione artistica e componente tecnica non possiamo che dirci soddisfatti del lavoro fatto dai ragazzi di
Supermassive Games. L'ultimo capitolo della saga di
BANDAI Namco infatti offre un setting nuovo per la serie e molto più profondo e immersivo di quelli visti nei precedenti capitoli (che risultavano comunque carismatici e evocativi). Il tempio sotterrano è una location che incute timore già di suo e offre, tra l'altro, un ottimo palcoscenico per la maledizione che lo pervade. Vanno poi fatti i complimenti ai produttori perchè i personaggi risultano perfettamente caratterizzati e mai banali.
Dal punto di vita tecnico invece bisogna divedere il discorso in due grossi tronconi: se infatti su
XBOX One X il titolo si dimostra godibili e in linea con le aspettative, giocato sulle attuali piattaforme dimostra tutta la sua natura cross-gen. House of Ashes rientra infatti ancora in quella serie di titoli che non ha effettuato il salto vero verso la "current gen" e che quindi si ritrova ad affrontare limiti tecnici che potrebbe tranquillamente bypassare.
Buona la colonna sonora che aiuta ad aumentare la tensione durante la partita, bene anche il doppiaggio in italiano anche se, rispetto alla controparte inglese, la recitazione in italiano risulta meno curata.