Che casino!
Abbiamo appena passato un periodo che ha visto una fioritura di remastered e remake come poche altre volte nella storia videoludica e oggi ci ritroviamo a parlare un titolo che fonda le sue radici nell'epoca
PS 2. No, non è un remake o una remastered ma un'operazione spinta dalla passione per un personaggio e per il relativo gioco: stiamo parlando di
Gungrave G.O.R.E.
IGGYMOB e
Plaion hanno unito le forze per riportare Grave ai giorni nostri e oggi siam qui proprio per scoprire come è andata nella nostra
recensione di Gungrave G.O.R.E per PC.
La trama di Gungrave G.O.R.E
Gungrave G.O.R.E è un titolo che ha una sua storia alle spalle, il nuovo arrivato di casa
IGGYMOB è infatti il seguito di
Gungrave: Overdose gioco uscito per
Playstation 2 nel lontano
2004. I giochi della serie Gungrave cercavano di portare quel gameplay da action 3D tamarro che la serie
Devil May Cry (se non sapete nulla dell'ultimo capitolo correte a leggervi la nostra
recensione di Devil May Cry 5) aveva sdoganato (ma che il franchise di Capcom sapeva incarnare con saggezza). Al netto di questo le differenze tra i due titoli sono diverse (sotto molteplici punti di vista), ma il protagonista carismatico e la quantità di casino a schermo è, per certi versi, simile.
Torniamo però a Gungrave G.O.R.E e alla sua storia: come avrete capito la narrazione non è certamente la colonna portante del titolo ma questo non vuol dire che l'ultimo capitolo di Gungrave non abbia una sua lore in background. Anche stavolta vestiamo i panni di
Brandon Heat o meglio,
Grave, l'antieroe per eccellenza, personaggio decisamente interessante che non si fa molti problemi a piallare qualsiasi cosa gli si pari dinnanzi. L'obiettivo del nostro protagonista è anche nobile: combattere la diffusione del SEED, una droga che sta devastando il mondo. Grave non è solo in questa battaglia e, in Gungrave G.O.R.E troverete vecchi volti e nuovi personaggi come il Dr. Aso e Cheni "Quartz" Angel. Chi ha giocato i precedenti titoli sarà felice di ritrovare
Mika Asagi o
Bunji Kugashira.
Anch se la trama non è certo il punto focale del titolo vi farà piacere sapere che
Gungrave G.O.R.E è localizzato in italiano e che quindi non faticherete a stare dietro alle scene di intermezzo tra una massacro e l'altro ma ora è il momento di parlare di gameplay anche se, purtroppo, non portiamo notizie proprio buone...
Il gameplay di Gungrave G.O.R.E
Prima di parlare delle novità apportate dal team di sviluppo in questo nuovo capitolo della serie di Gungrave facciamo mente locale su che tipo di meccanica i titoli originali proponevano al giocatore. Abbiamo detto che
Gungrave è uno sparatutto caciarone e casinaro dove è più importante sparare 10'000 colpi al secondo a qualsiasi cosa si muova piuttosto che centrare un singole headshot giusto? Esatto, è proprio così e questa meccanica da all-in del titolo è stata la chiave del suo successo. Nei panni di Grave infatti il giocatore è in grado di scaricare sulle orde (perchè sono davvero tantissimi) di avversari tonnellate di piombo senza potersi riparare da nulla, in una sorta di vera e propria modalità berserker. Nei titoli originali questa meccanica funzionava molto bene perchè il tutto era ben bilanciato e il giocatore capiva presto che non poteva sparare completamente a caso ma doveva utilizzare comunque della strategia per raggruppare gli avversari, sfruttare i (pochi) ripari naturali e cercare di inanellare più combo possibili.
Spesso chiediamo che gli sviluppatori portino innovazione nelle serie ma forse in Gungrave G.O.R.E era meglio lasciare le cose come stavano...
Ma veniamo al punto dolente: cosa
non funziona nel gameplay di Gungrave G.O.R.E? Purtroppo le cose che non funzionano sono proprio le novità, quelle novità che da una parte snaturano il concetto chiave del gioco e dall'altra non si presentano rifinite e davvero funzionanti. Prendiamo per esempio il rampino (che ormai sembra entrare di diritto in qualsiasi tipo di
action 3D): anche il nostro caro Grave ora può agganciare i nemici a distanza e portarli a se per poi utilizzarli come scudo umano. Questa caratteristica potrebbe essere interessante visto che il nuovo scudo del nostro (anti)eroe è in grado di ricaricarsi se non subiamo colpi ma il problema è che il rampino è impreciso e i comandi non rispondono quando dovrebbero. Questo tipo di problema in un gioco in cui il tempismo vale il 90% del gameplay è un problema enorme.
Non sono però solo le novità che ci hanno lasciato con l'amaro in bocca: anche il level design ha le sue (grosse) colpe. Il level design dei capitoli precedenti era pensato per permettere al giocatore di sfruttare tutto il potenziale devastante dei suoi armamenti in livelli che consentivano una giusta libertà d'azione senza paura di cadere in precipizi senza fondo per il minimo errore. Ecco, in Gungrave G.O.R.E gli sviluppatori hanno cercato di portare novità anche in questo campo proponendo livelli con fasi platform che richiedono una precisione millimetrica, altri in cui bisogna passare interi tratti in un determinato arco di tempo pena la morte e con gli avversari che bersagliano il giocatore da ogni lato... Anche la gestione dei checkpoint andrebbe rivista perchè decisamente troppo punitivi.
Gungrave G.O.R.E vive di fasi alterne in cui a momenti ci si sente divinità immortali e altri in cui anche una semplice mina può mettere la parola game over alla vostra partita...
L'arte e la tecnica di Gungrave G.O.R.E
Parlando di direzione artistica e profilo tecnico il nostro giudizio si divide in modo abbastanza trasversale. Se sul fronte artistico siamo rimasti soddisfatti da come i ragazzi di
IGGYMOB hanno cercato di tenere fede allo stile classico dei precedenti capitoli, sul fronte tecnico le cose vanno un po' riviste. Grave è carismatico come sempre e i comprimari sono personaggi che vi resteranno impressi nella memoria perchè alcuni di loro sono davvero ben caratterizzati. Abbiamo apprezzato anche il modo in cui il titolo cerca di non prendersi sul serio e come cerca di sdrammatizzare quasi ogni cosa.
Dal punto di vista tecnico però le cose non vanno molto bene, Gungrave G.O.R.E sembra, per certi versi, un titolo uscito dalla precedente generazione di console. La qualità delle texture lascia molto a desiderare così come alcuni modelli poligonali e le animazioni che risultano legnose anche durante le scene di intermezzo. Alcuni problemi sui comandi poi chiudono il cerchio di una realizzazione tecnica decisamente sotto tono.
Non basta una colonna sonora che punta sul rock spinto per risollevare le sorti di un comparto artistico e tecnico che non riesce a raggiungere la sufficienza.