Un metroidvania fatto col cuore
Oggi trattiamo un'altra piccola perla che esce, fresca fresca, da quel fantastico mondo che è l'universo dei titoli indie. Stiamo parlando di
Greak: Memories of Azur un metroidvania sviluppato da
Navegante e pubblicato sotto l'ala protettrice di
Team17. Il publisher inglese sta inanellando una serie di successi interessanti, e sta regalando al grande pubblico la possibilità di giocare a titoli di cui sarebbe stato molto più complesso venire a conoscenza. Tra questi vi è anche il titolo di oggi, un gioco che ci ha ricordato molto da vicino
Hollow Knight del famoso
Team Cherry. Se per oggi non avete impegni e avete intenzione di salvare un regno non vi resta che continuare a seguirci nella nostra
recensione di Greak: Memories of Azur per Nintendo Switch.
La trama di Greak: Memories of Azur
Siamo sicuri che le immagini che state vedendo in questa pagina hanno destato il vostro interesse. Indubbiamente la componente artistica di
Greak: Memories of Azur è un elemento preponderante nella produzione ma di questo ne parleremo più avanti, ora vogliamo raccontarvi una storia, forse non completamente originale, ma che siamo sicuri saprà attrarre la vostra attenzione. Greak: Memories of Azur è ambientato nel mondo fantastico di Azur, un continente magico e antico dove i suoi abitanti vivono in pace e serenità anche se le cose stanno per cambiare e in modo anche molto repentino.
I
Courine, così si chiama la popolazione di Azur, è nota per la sua semplicità, per il suo approccio pacifico alla vita, sono gente insomma che non cerca rogne. Di tutt'altra specie sono invece gli
Urlag, il barbaro popolo che, d'improvviso, ha iniziato a invadere Azur mettendo a ferro e fuoco ogni cosa gli capitasse a tiro. La nostra avventura (e quella dei nostri tre protagonisti) inizia nel pieno della guerra, quando gli
Urlag sono in piena avanzata e la guerra ormai infuria nel continente. Forse conviene parlare un attimo dei protagonisti della nostra storia perchè sono tre e sono fratelli: stiamo parlando di
Greak,
Adara e
Raydel. L'ordine in cui li abbiamo elencati è importante perchè è lo stesso con cui faremo la loro conoscenza in game: partiremo infatti ad impersonare Greak, per poi ricongiungerci con nostra sorella Adara e infine col fratello maggiore: Raydel.
Non vi racconteremo altro, il titolo non ha una durata eccessiva e non vogliamo sverlarvi nulla di importante ai fini della storia, sappiate solo che ogni fratello sarà fondamentale per poter progredire nel gioco. Buone notizie, infine, per i non-anglofoni:
Greak: Memories of Azur è localizzato in italiano e non avrete quindi problemi a seguire la storia anche se non conoscete la lingua inglese (e nelle produzioni indie la presenza dell'italiano non è sempre così scontata).
Il gameplay di Greak: Memories of Azur
Se, oltre l'aspetto estetico, una cosa che ci ha colpito di
Greak: Memories of Azur è il suo gameplay. Stiamo parlando di un metroidvania 2D a scorrimento, un genere che ha delle basi molto "antiche" (se così si può dire) e che è estremamente rodato e apprezzato dai giocatori. I ragazzi di
Navegante hanno però voluto dare un tocco di originalità alla lora avventura, qui infatti non avrete a che fare con il classico eroe solitario che si batte per la sua missione, qui avete a che fare con tre fratelli, che entrano in gioco in momenti diversi dell'avventura e, ognuno, dotato di caratteristiche e skill uniche. Da questo punto di vista
Greak: Memories of Azur ci ha ricordato i vari Trine (se vi siete persi la nostra
recensione di Trine 4 vi consiglio di dargli una lettura): sono proprio le caratteristiche uniche dei tre ragazzi a rendere il gameplay del titolo interessante e stratificato.
La varietà di situazioni da affrontare in Greak: Memories of Azur è parecchia e i puzzle sono divertenti e mai frustranti
L'avventura si apre quando abbiamo modo di utilizzare effettivamente tutti e tre i protagonisti, i puzzle ambientali messi in campo dagli sviluppatori sono vari e divertenti, mai frustranti. La particolarità di Greak: Memories of Azur è che, a differenza di altri titoli dove possiamo controllare più personaggi, qui non dobbiamo sempre e comunque comandare tutti i personaggi del gruppo. Questo vi obbliga a dover prestare sempre attenzione a tutti i vostri protagonisti e a spostarli manualmente sia quando si tratta di risolvere degli enigmi che quando si tratta di combattere. Il combat system ci è parso ben bilanciato ma abbiamo trovato
non poche difficoltà in alcuni scontri con boss dove ci è risultato difficile riuscire a far conciliare la strategia con il fatto di dover sempre tenere sott'occhio i tre fratelli.
Buona la posizione dei controlli e agevole anche il sistema per passare da un personaggio all'altro, la disposizione dei comandi su
Nintendo Switch è ben pensata e durante le nostre partite (rigorosamente in modalità portatile) non abbiamo mai trovato problemi e ci siamo sempre sentiti a nostro agio. Greak: Memories of Azur da il meglio di se nelle fasi finali dell'avventura dove possiamo utilizzare tutti e tre i fratelli e le caratteristiche tipiche del suo gameplay possono esprimersi senza limitazioni.
L'arte e la tecnica di Greak: Memories of Azur
Ed eccoci, finalmente, a parlare della componente artistica e tecnica di
Greak: Memories of Azur. Come avrete già intuito leggendo fino a qui ci siamo letteralmente innamorati della direzione artistica del titolo. I personaggi disegnati a mano prendono vita in ambienti che riescono a risultare originali e splendidi dalle prime battute fino ai titoli di coda. Un plauso va anche alle scene animate: sembra di guardare un cartone animato. Ottime le animazioni, fluide e perfettamente eseguite rendono il tutto privo di scatti e piacevolissimo alla vista.
Anche dal fronte tecnico non abbiamo rimostranze da fare,
Greak: Memories of Azur gira fluido su Nintendo Switch e durante le nostre partite non abbiamo notato rallentamenti o problemi di sorta. I tempi di caricamento sono nella norma e l'azione a schermo scorre fluida anche nelle situazioni più concitate. Ottimi anche gli effetti di luce e ombra.
Buone notizie anche sul fronte sonoro, la colonna sonora è perfettamente adatta al titolo e ben si sposa con le varie ambientazioni e situazioni che si vedono a schermo.