Di sfere, scarabei e giramenti
Appassionati di platform e puzzle? Forse siete nel posto giusto. Oggi parliamo di un titolo che ha fatto il suo debutto su
Nintendo Switch all'inizio del mese di agosto:
Glyph, un platform 3D a base di sfere rotolanti e piccoli puzzle. Se siete pronti a rotolare tra piramidi e altri simboli antichi seguiteci nella nostra
recensione di Glyph per Nintendo Switch.
La trama di Glyph
La trama non è certamente il punto forte di Glyph, il titolo di
Bolverk Games offre infatti solo un incipit che ci ricorda il nostro compito: svelare i misteri di un regno perduto, e per fare questo non dobbiamo fare altro che affrontare una sequenza, abbastanza corposa ad onor del vero, di livelli. I livelli presenti nel titolo sono oltre 100 e non possiamo proprio lamentarci della mole di contenuti che il titolo propone. Certo, una trama più articolato avrebbe reso il titolo sicuramente più interessante ma non si può avere tutto dalla vita e il gioco si concentra soprattutto sul gameplay.
Non c'è molto altro da dire sulla trama se non che, area dopo area, il titolo vi presenterà una serie di situazioni e mondi che sapranno attirare, senza dubbio, la vostra attenzione. Chiudiamo infine ricordandovi che, se
Glyph non è localizzato in italiano e che vi dovrete accontentare della lingua inglese.
Il gameplay di Glyph
Abbiamo detto che
il gameplay è il vero e proprio cuore pulsante del titolo ed, in effetti, Glyph punta proprio tutto sulle meccaniche di gioco. Tra salti, schivate, corse e attivazioni di meccanismi vari Glyph mette i giocatori di fronte ad una serie di livelli sfidanti e divertenti ma mai troppo frustanti. Il tutorial iniziale offre al giocatore tutto quello che gli serve per poter apprendere le meccaniche di base del titolo aggiungendo, volta per volta, nuove meccaniche e chiedendo al giocatore di mettere in pratica quanto imparato fino a li.
I controlli di Glyph sono reattivi, precisi e permettono di avere pieno controllo del nostro "protagonista"
Durante le nostre partite su
Nintendo Switch abbiamo trovato i controlli reattivi e precisi, abbiamo giocato sempre in modalità portatile (come sempre facciamo quando recensiamo i titoli per l'ibrida di casa Nintendo) e abbiamo trovato comoda anche la disposizione dei comandi. Anche la varietà proposta nelle meccaniche esplose nei vari livelli è un punto a favore del titolo, forse solo le time trial ci sono sembrate un po' "esasperate" e in alcuni casi un po' frustranti ma per il resto le soluzioni proposte sono risultate eccellenti.
Il punto di forza di Glyph risiede nella sua semplicità, è facile prendere padronanza dei comandi ma questo non vuol dire che il titolo offra un livello di sfida basso: tutt'altro. Il bilanciamento del gioco rasenta la perfezione e riesce a porre Glyph in quella fascia adatta veramente a tutti i tipi di giocatori.
L'arte e la tecnica di Glyph
Anche sotto il profilo artistico e tecnico non ci possiamo lamentare, certo Glyph non verrà ricordato come "il platform della generazione" per quanto concerne la direzione artistica ma è un titolo che ha fatto i compiti a casa e si vede. La location del titolo è originale e sfrutta questo misto tra antico Egitto ed esoterismo che lo rende originale senza troppi fronzoli. Abbiamo trovato molto azzeccate le scelte cromatiche e la modellazione poligonale, semplice ma efficace e di "bella presenza" se così si può dire.
Dal punto di vista tecnico non abbiamo rimostranze da fare,
Glyph gira molto bene su Nintendo Switch e non abbiamo riscontrato rallentamenti o problemi che impedissero di giocare adeguatamente. Il motore grafico gestisce molto bene il tutto e la leggibilità dei livelli è sempre garantita, abbiamo trovato solo qualche problema (in qualche situazione) con la telecamera non sempre al proprio posto.
Buono anche l'accompagnamento musica, nulla che possa far stracciare le vesti ma adeguato al contesto e mai invasivo.