La sottile linea rossa
C'è una sottile linea rossa in ogni cosa, in ogni contesto, in ogni momento della nostra vita passare dall'offrire aspettative al ripagarle, dall'esagerare in una particolare situazione e via di questo passo. Ecco, il titolo di cui parliamo oggi è proprio uno di quei giochi che ha passato la famosa
linea rossa. Il titolo in questione è
Gleamlight, un platform adventure che ci ha conquistato per il suo aspetto estetico e ci ha deluso sotto altri aspetti, ma andiamo con ordine e facciamo chiarezza sull'ultimo lavoro del team
DICO pubblicato da
D3 Publisher. Se quindi siete curiosi di sapere cosa e dove hanno sbagliato gli sviluppatori continuate a leggere la nostra
recensione di Gleamlight per Nintendo Switch.
La trama di Gleamlight
Iniziamo proprio dalla trama, e più precisamente dalla narrazione che, purtroppo, non c'è. Quando abbiamo visto per la prima volta
Gleamlight siamo stati subito rapiti dal suo aspetto estetico, dalla sua direzione artistica che, in qualche modo, ha richiamato alla nostra memoria titoli del calibro di
Hollow Knight. Dobbiamo ammettere di essere rimasti però un po' scottati quando, una volta avviato il titolo, non ci siamo trovati davanti nulla (o davvero poco) che ci introducesse nel mondo di gioco. E no, purtroppo non succede la stessa cosa vista in titoli come
Dark Souls dove la narrazione ambientale fa emergere e riaffiorare una trama sottesa e nascosta che invoglia il giocatore a scoprirla, qui la trama è solo accennata e spetta al giocatore mettersi a costruire i pezzi e comporre l'intero quadro.
E' praticamente impossibile riassumere la trama di
Gleamlight, il titolo sviluppato dai ragazzi di DICO non ha una vera e propria trama, gli sviluppatori hanno lasciato tutta la responsabilità nelle mani del giocatore e questa non è, solitamente, una buona idea. Il problema è che il titolo non cerca di instradare il giocatore che si trova così con la facoltà (fittizia) di creare una sua storia ma, in fine dei conti, rischia di finire col non esser riuscito a inventarsi niente di appassionante. In buona sostanza vi troverete nei panni di un personaggio che trova una spada, la brandisce e comincia a falciare mostri. Non ci è dato sapere il perchè, non ci è dato sapere cosa muove il nostro eroe e quale sia lo stato del mondo in cui viviamo: dobbiamo solo eliminare ogni avversario che ci si para davanti, così fino ai titoli di coda (che sopraggiungono anche abbastanza rapidamente).
Se non altro il lato positivo è che non serve alcuna localizzazione (o quasi), per essere però corretti fino in fondo dobbiamo dire che
Gleamlight è localizzato in italiano, potete quindi andare tranquilli ogni volta (ogni rara volta) che troverete dei testi a schermo.
Il gameplay di Gleamlight
Ok, abbiamo detto che non ci dobbiamo aspettare molto dalla trama, quindi dobbiamo riporre le nostre speranze nel gameplay? No, non fatelo, anche in questo caso restereste delusi. Purtroppo
Gleamlight non riesce a brillare nemmeno pad alla mano, il nostro eroe non ha molte azioni da compiere, vi potete infatti muovere, potete saltare e sferrare fendenti con la vostra spada, punto. Niente combo, niente crescita del personaggio, niente armi da trovare, niente skill, niente potenziamenti, niente di niente.
Dobbiamo ammettere di esser stati colti abbastanza alla sprovvista, da quello che il titolo aveva fatto sperare (o credere), ci si era preparati ad una sorta di piccolo
Hollow Knight, forse abbiamo preso un abbaglio per lo stile del titolo, stile che per certi versi richiamava il capolavoro del
Team Cherry. Se non altro, dobbiamo dire che i comandi rispondono bene ai nostri input, peccato che non vi sia alcuna profondità nel gameplay e che anche la difficoltà sia mal calibrata. In alcuni momenti il gioco diventa inspiegabilmente proibitivo e forse sono proprio questi i momenti dove viene voglia di mollare tutto.
Esattamente come per la componente narrativa, anche sul fronte del gameplay sembra che gli sviluppatori in realtà non avessero ben chiaro cosa fare del loro titolo, cosa sviluppare, a cosa dare importanza e cosa tralasciare. Sembra quasi che Gleamlight sia stato abbandonato a se stesso, senza una vera e propria luce guida.
L'arte e la tecnica di Gleamlight
Eccoci a parlare del lato più riuscito dell'intera produzione: forse
è proprio sotto il profilo artistico che il lavoro dei ragazzi del team DICO ha davvero qualcosa da dire. Abbiamo trovato la realizzazione degli ambienti, dei personaggi e degli avversari ingegnosa e originale, a tratti la direzione artistica ci ha ricordato quella di
Little Briar Rose (e se non avete mai sentito parlare dell'avventura sviluppata dal team italiano di
Elf Games correte a leggere la nostra
recensione di Little Briar Rose per rimediare!).
L'idea di creare un mondo fatto a mo' di vetrata è buona, anche le scelte cromatiche ci sono sembrate azzeccate e in generale il colpo d'occhio è anche piacevole, più negli scatti che in movimento ad onor del vero visto che le animazioni sono abbastanza slegate e legnose. Diciamo che un lavoro più rifinito e attento al dettaglio avrebbe migliorato ancora di più l'aspetto estetico.
Almeno sotto il profilo tecnico non abbiamo note da fare, il titolo non ci ha dato problemi e non abbiamo riscontrato bug che impedissero di proseguire durante il gioco. Sotto il profilo audio non c'è molto da dire, per la colonna sonora vale un po' il discorso fatto per le altre componenti del titolo: nulla di indimenticabile.