Strategia portami via
Ormai i JRPG tattici "con le palle" si contano sulle dita di una mano e, forse anche per il fatto della ristretta nicchia di mercato che questo genere può attirare, sono sempre meno le software house che si dedicano a questo tipo di titoli. Per fortuna però ci sono ancora dei coraggiosi che si cimentano e, dobbiamo dirlo, anche con ottimi risultati; tra questi non possiamo escludere i ragazzi di
6 Eyes Studio che, sotto l'etichetta
1C Entertainment hanno dato a vita al titolo di cui parleremo oggi. Ora basta con i preamboli e gettiamoci a capofitto nella
recensione di Fell Seal: Arbiter’s Mark.
La trama di Fell Seal: Arbiter’s Mark
La trama di
Fell Seal: Arbiter’s Mark è abbastanza semplice, i ragazzi di
6 Eyes Studio non hanno dedicato grandissime energie al comparto narrativo: diciamo che gli eventi narrati nel titolo servono principalmente come pretesto per far iniziare la missione dei nostri tre eroi e portarli in giro per il regno. Prima di occuparci dei nostri tre protagonisti:
Kyre, Reiner e
Anadine conviene andare a delineare un po' la situazione del mondo di gioco, appena avviato il titolo ci viene presentato un flashback che mette le basi per la successiva narrazione: secoli fa un gruppo di eroi salvò il mondo dall'assalto di un potentissimo demone; questi ultimi, usciti vittoriosi dallo scontro, vennero definiti gli "Immortali".
Per mantenere la pace del regno gli Immortali fondarono l'ordine degli
Arbiter, dei veri e propri guardiani del bene il cui compito era quello di custodire la pace nel regno e garantire che il male non potesse più rischiare di distruggere il mondo. Gli anni passarono e, come spesso accade, anche un gruppo di protettori mossi da buone intenzioni rischia di cadere vittima del male e gli Arbiter si trasformarono in un covo di serpi. E' in questa intricata situazione che entrano in gioco
Kyre, Reiner e
Anadine, dopo un omicidio avvenuto nella periferia della città, evento che scatena una serie di conseguenze a catena che non andremo a raccontarvi evitare spoiler.
Non aspettatevi incredibili colpi di scena o eventi particolarmente memorabili: la trama di
Fell Seal: Arbiter’s Mark è abbastanza lineare e, per certi versi, scontata ma riesce a reggere senza infamia ne lode per tutta la durata dell'avventura.
Il gameplay di Fell Seal: Arbiter’s Mark
Fell Seal: Arbiter’s Mark è un titolo che possiamo definire come uno strategico a turni dove la componente principale è da ricercarsi nel sistema di combattimento. Pur presentando un sistema di base abbastanza classico, il titolo di
6 Eyes Studio introduce una serie di novità e di scelte oculate che rendono il titolo adatto a tutti i palati, accessibile e, sopra tutto, divertente. La prima cosa che salta all'occhio e che, sicuramente, è interessante per tutti è la possibilità di scegliere il livello di difficoltà, potete quindi decidere come volete affrontare l'avventura ma gli sviluppatori non si sono fermati qui e sono andati oltre: infatti chi non si accontenta dei classici preset può personalizzare in modo dettagliato vari opzioni di difficoltà calibrando il titolo esattamente sulle proprie capacità. La modifica del livello di difficoltà è, inoltre, modificabile anche durante la partita in corso.
La novità, o meglio, l'implementazione che da più spessore a tutto il titolo è però l'uso delle classi: i membri del nostro party potranno infatti vanare una scelta di
circa trenta classi, ognuna di esse estremamente dettagliata e caratterizzata da mosse speciali ed equipaggiamenti specifici. Capite bene che con questa ampia scelta l'offerta tattica e strategica di
Fell Seal: Arbiter’s Mark si ampia a dismisura. Considerate che, inoltre, alla selezione della classe di appartenenza si lega tutta la meccanica della scelta delle abilità dall'albero e, anche in questo caso, le possibilità si ampliano visto che ogni skilltree è dettagliato e vario. Ovviamente non poteva mancare la relazione tra equipaggiamento e classe di appartenenza e così si apre un altro fronte in cui andare a dettagliare la nostra specifica strategia.
Non è solo la scelta delle classi che da valore alla profondità tattica del titolo ma anche altre scelte prese dagli sviluppatori come la meccanica degli infortuni che vi obbliga, di fatto, a dover usare tutti i membri del party a rotazione, pena una forte penalità nel caso si mettesse in campo un personaggio non in forma, oppure la scelta di rendere ben visibili nella mappa di gioco gli avversari così da poter pianificare gli scontri e decidere chi (e se) affrontare prima un avversario piuttosto che l'altro (oltre al fatto che così si evita di interrompere continuamente l'esplorazione dei giocatori con battaglie casuali). Sempre per cercare di rendere gli scontri tattici e ragionati anche l'utilizzo degli oggetti consumabili (come le pozioni) viene dato in numero limitato ma questi ultimi vengono rigenerati tra una battaglia e l'altra togliendovi così di dosso la pensate meccanica del grinding selvaggio per recuperare danari o componenti per la creazione degli stessi. Se fino ad ora vi abbiamo dato praticamente solo buone notizie ora dobbiamo raffreddare leggermente i vostri animi (o meglio quelli dei nostri amici che non parlano inglese), il titolo infatti non è localizzato in italiano e quindi potrebbe risultare molto faticoso per chi non conosce la lingua d'Albione comprendere a pieno tutti i vari componenti strategici del titolo.
L'arte e la tecnica di Fell Seal: Arbiter’s Mark
Partiamo dal presupposto che
Fell Seal: Arbiter’s Mark è stato sviluppato da uno studio di sviluppatori indipendenti, quindi dietro le spalle non hanno i milioni di dollari delle produzioni Tripla A, fatta la doverosa premessa dobbiamo dire che, a conti fatti, lo stile di gioco del titolo ci è anche piaciuto.
La direzione artistica sembra curata (ci hanno colpito sopra tutto i fondali disegnati a mano, un po' meno le animazioni) ma abbiamo un grosso ma: abbiamo trovato un po' di confusione nella linea "di genere" del titolo, cerchiamo di spiegarci meglio, se a prima vista il titolo da tutta l'aria di avvicinarsi al fantasy, nella realtà dei fatti troviamo diverse contaminazioni di genere (steampunk ,futuristiche ed altro) che cozzano molto tra loro.
Sia ben inteso: siamo sempre contenti di vedere lavori originali, ma devono essere (oltre che originali) anche dotati di buon gusto e coerenti tra loro. Tecnicamente invece non abbiamo molto da dire, abbiamo provato il gioco sia su
Nintendo Switch che su
XBOX One (gli screen che vedete allegati provengono dalla seconda di queste) e non abbiamo trovato problemi di sorta o bug che hanno impedito il regolare svolgimento delle partite. La scelta di tenere la telecamera fissa ci è piaciuta e dona al titolo una sorta di patina demodè che abbiamo apprezzato parecchio.
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