Volare oh oh
Lasciate da parte la foga delle partite multiplayer di
Fortnite, dimenticate la colonna sonora ultra rockettara di
DOOM Eternal, oggi parliamo di un gioco che potremo definire "zen":
Feather. Sviluppato dai ragazzi di
Samurai Punk, Feather si discosta molto dalle produzioni più classiche e, forse, dalla definizione stessa di videogioco, a metà strada tra un'esperienza audiovisiva e un walking simulator l'ultima produzione dello studio indie ci fa vedere il mondo da tutt'altra angolazione. Se siete curiosi di sapere la nostra opinione libratevi in volo con noi nella nostra
recensione di Feather per XBO One (con qualche accenno alla versione
Nintendo Switch).
La trama di Feather
Se vi dicessimo che in
Feather potete volare senza soluzione di continuità in un'isola dove voi siete i padroni indiscussi del territorio, dove non avete uno scopo preciso se non quello di rilassarvi, esplorare ogni anfratto e dedicarvi alla scoperta di questa meraviglia senza che nessuno vi interrompa come la prendereste? Stupiti? Beh anche noi, in effetti, anche nei walking simulator più duri e puri si intravede sempre (anche solo in lontananza) uno scopo, una motivazione che possa indurre il giocatore a continuare, a proseguire. Beh in
Feather non avete niente di tutto questo.
Si, avete letto bene,
i ragazzi di Samurai Punk hanno seguito una strada che, per molti versi, di distacca molto (forse anche troppo) dal termine videogioco. In Feather non solo non avete un vero e proprio scopo, non avete proprio una trama, vi troverete infatti nella più totale libertà, in grado di volare dove volete senza che niente, e nessuno, cerchi di interferire nella vostra partita (se di partita possiamo parlare).
Non troverete trama alcuna in Feather, niente che possa spronarvi a continuare se non la vostra stessa voglia di scoprire, di esplorare e di rilassarvi. Una così totale mancanza di trama fa quasi male, sembra quasi irreale anche perchè, anche sotto il profilo del gameplay non ci sono elementi in grado di giustificare l'assenza di una narrazione (anche silenziosa).
Il gameplay di Feather
Se la componente narrativa (inesistente) di
Feather ci ha lasciato di stucco, ancora di più ci ha colpito il gameplay: anche in questo caso decisamente particolare. Se è infatti vero che non abbiamo alcuna componente narrativa, è altrettanto vero che la giocabilità spiccia del titolo segue, quasi, le stesse orme. In Feather impersonate un uccello, un volatile in grado di librarsi senza catene all'interno della sua isola senza praticamente alcun tipo di limitazione o di avversario.
Una volta impugnato il vostro pad (abbiamo provato sua la versione
XBOX One che quella
Nintendo Switch uscita qualche mese fa) vi troverete nella più completa libertà, potete volare, volare, esplorare e ancora volare. La componente ludica del titolo è talmente sottile da sembrare quasi inesistente. Feather è un simulatore di volo senza le velleità di un simulatore, è un titolo action senza azione, è un gioco che ha il grosso vantaggio di staccarvi dalla realtà ma senza farvi realmente giocare:
Feather non è un videogioco e non possiamo giudicarlo come tale.
Feather sembra più uno strumento di meditazione, un programma sviluppato apposta per permettervi di staccarvi dai problemi quotidiani, dalla necessità di avere una competizione, dal senso stesso di videogioco. Il modello di volo è semplice ma efficace nel contesto, in grado di darvi la libertà che un il titolo promette e tutto, senza dovervi far riflettere per mezzo secondo.
Dimenticate anche il concetto di morte, se vi schianterete contro una montagna nel bel mezzo del vostro volo un comodo sistema di riavvolgimento del tempo vi permetterà di tornare a pochi secondi prima dell'impatto come se niente fosse. In compenso possiamo garantirvi che il sistema di controllo funziona alla grande e che potrete girovagare in giro per l'isola anche in compagnia di altri amici visto che
Feather offre anche una componente multiplayer.
L'arte e la tecnica di Feather
Lo stesso discorso che abbiamo fatto per trama e gameplay può essere riportato sulla componente tecnico/artistica. La
grafica in low poly di Feather è sicuramente adatta per la tipologia di gioco dove sembra regnare la più assoluta essenzialità. Sicuramente la componente artistica è quella più riuscita: ogni elemento del gioco è pensato per far rilassare il giocatore e toglierlo dai problemi più che offrirne di nuovi.
Abbiamo trovato il comparto estetico ispirato e interessante, rilassante e coinvolgente al punto giusto, la stessa cosa possiamo dirla per la componente sonora, azzeccata e perfettamente calata nel contesto. Anzi, è forse proprio grazie alla colonna sonora e alle sue mutazioni che si è spinti a continuare a cercare, ad esplorare e a "continuare" a viaggiare per l'isola: tutto con in mente un solo obiettivo, rilassare il giocatore.
Sotto il profilo tecnico non abbiamo molto da dire,
Feather si è comportato molto bene sia su
XBOX One X che su
Nintendo Switch (con le dovute proporzioni chiaramente).