Recensione Dynasty Warriors 9 - Volano mazzate nell'antica Cina

Dynasty Warriors 9

Omega Force | Koei Tecmo

Nel magico paese del sol levante

Oggi parliamo di qualcosa di più di un sequel, quando un titolo porta nel proprio nome il numero nove (9) vuol pur dire che un seguito l’avrà ottenuto no? Ed in effetti è così: Dynasty Warriors 9 è qui per mostrare a tutti che, dopo tanti capitoli precedenti, è ancora in grado di offrire nuovi contenuti e novità strutturali.

La trama di Dynasty Warriors 9

Partiamo subito col dire che, per chi non conoscesse le vicende dietro la serie Dynasty Warriors, il titolo di Omega Force è basato su ambientazioni e eventi storici verosimili ma romanzati e piegati ai voleri della trama del mousou della casa giapponese. Siamo nel secondo secolo dopo Cristo e siamo chiamati, nelle vesti di Cao Cao della casa Wei, di sedare una rivolta messa in moto dai turbanti gialli.

Con questo incipit ci ritroviamo in un mondo di gioco che, già dalle prime battute, è in grado di mostrare delle differenze sostanziali rispetto ai capitoli precedenti. Se pensate che arriverete alla fine del titolo di Koei Tecmo utilizzando solo Cao Cao vi state sbagliando di grosso, il generale che impersoniamo nelle prime fasi di gioco è solo uno dei protagonisti di cui possiamo guidare le gesta, campagna dopo campagna si uniranno al generale della casa Wei diversi militari con caratteristiche e abilità differenti che ci permetteranno di arrivare ai titoli di coda con una varietà di situazioni invidiabile.

Il gameplay di Dynasty Warriors 9

Come abbiamo accennato poco sopra una delle novità più importanti introdotte nella saga di Dynasty Warriors 9 è l’approccio al gioco stesso, a differenza dei precedenti capitoli infatti, Dynasty Warriors 9 offre una struttura open world. Lasciamo al passato i lineari livelli che si susseguivano capitolo dopo capitolo delle precedenti versioni e abbracciamo questa nuova libertà di fruizione del titolo. Inutile dire che questa introduzione è decisamente benvenuta e riesce a dare una forte sterzata alla serie stessa.

Per chi non avesse mai sentito parlare della saga di Omega Force sappia che è uno dei capisaldi del genere mousou, un genere che non ha mai attecchito molto in occidente ma che è tra i capisaldi del mercato giapponese. Nei mousou in sostanza comandiamo un eroe dai poteri incredibilmente superiori rispetto agli avversari che deve affrontare per cui, ad esempio, con una singola spadata siamo in grado di far (letteralmente) volare via gruppi di soldati semplici.

Gli scontri (ad esclusione di quelli con i boss) generalmente si sviluppano in un button-smashing senza sosta dove mostriamo la nostra enorme forza contro interi eserciti di avversari. Dynasty Warriors 9 non fa eccezione a questa meccanica basa ma anzi ne amplifica la portata aggiungendo alla formula la libertà offerta dall’ambientazione open world. Detta così sembra che basti schiacciare tasti a caso per portare a casa la vittoria e che il nostro alter ego sia effettivamente invincibile, beh non è proprio così visto che è vero che gli avversari sono sempre più deboli di noi ma è anche vero che sono numericamente superiori, sempre. E’ così che dobbiamo destreggiarci tra questi piccoli (o grandi) eserciti e dosare sapientemente i nostri attacchi e le nostre scorte di oggetti per non rischiare di rimanere “fregati” nel mezzo della battaglia. In buona sostanza l’ultima fatica dei ragazzi di Omega Force riprende la struttura ludica della serie e in generale dei mousou e ne amplia il respiro introducendo l’open world come meccanica alla base del titolo, grazie a questa introduzione infatti è ora possibile visitare città, esplorare zone deserte e non, andare a caccia e fare tutta quella serie di attività che siamo soliti intraprendere anche in altri titoli.

L’arte e la tecnica di Dynasty Warriors 9

Cominciamo con i lati positivi di Dynasty Warriors 9 perché, dal punto di vista tecnico le magagne sono decisamente molte. L’aspetto positivo è la traduzione del titolo in italiano, finalmente possiamo seguire le vicende in italiano (sottotitolato) e scegliere il parlato tra inglese e originale giapponese. Ma perché abbiamo iniziato il paragrafo parlando della localizzazione? Perché la parte tecnica è davvero messa male. Il titolo dei ragazzi di Omega Force fa acqua da tutte le parti per quello che concerne la tecnica. Al netto die protagonisti che risultano ben animati e con una moderazione poligonale decente il resto fa davvero rabbrividire, ci troveremo spesso a confronto con intere legioni che si muovono all’unisono praticamente privi di animazioni, con avversari composti da un numero di poligoni ridottissimo.

Da questo punto di vista Dynasty Warriors 9 sembra un titolo della passata generazione, e non stiamo scherzando. Se questo è il prezzo da pagare per aver aggiunto l’open world, la produzione Koei Tecmo ha pagato un prezzo eccessivo.

Nessuno pretendeva un impatto grafico da spaccamascella, considerando il numero di avversari a schermo, gli effetti speciali e altro, ma era lecito aspettarsi decisamente di più. Se non altro Dynasty Warriors 9 mantiene interessante la parte di direzione artistica che segue i canoni della serie e mantiene il titolo riconoscibile e carico di spunti interessanti. La speranza è che delle successive patch riescano a colmare le grosse magagne tecniche che rischiano di allontanare i giocatori che non conoscono la serie.