Un'avventura in un stato autoritario e dispotico, in un futuro cyberpunk dalle tinte grigie. Vestiamo i panni di Eugene, un semplice tecnico che si ritrova invischiato in una storia molto piu' grande di lui.
Il libro di Orwell ha dettato più volte legge nei successivi racconti e/o film e videogiochi a sfondo distopico. Ne abbiamo visti diversi, anche di pregevole fattura (come non citare Inside ad esempio?) già volte sui nostri monitor e oggi ci ritroviamo qui a parlare di un titolo che ancora vede un futuro grigio, e molto, per l’umanità: DreamBreak.
DreamBreak è un platform noir ambientato in Russia in un futuro distopico dove le masse sono soggiogate dal potere centrale e le macchine stanno prendendo via via il posto dell’uomo in ogni elemento della vita umana. Il nostro protagonista, Eugene, è un factotum, una persona come milioni di altre che pare non abbia un vero scopo nel mondo se non quello di sopravvivere.
Tutti i giorni vive la stessa vita, una vita piatta e grigia, sempre uguale a se stessa fino a quel giorno, quel giorno dove tutto cambia e lo fa in lampo.
Ha inizio tutto in modo così rapido e strano, un tizio qualunque urta il nostro protagonista e scappa da bar dove abbiamo appena ridato la corrente, un inseguimento e lo ritroviamo morto, ucciso e inizia così la nostra avventura che ci porterà in un sali e scendi di eventi fino alla conclusione, di li a poche ore.
Appena vedrete DreamBreak non potrà che venirvi in mente Another World e non diciamo solo le immagini che vi passeranno davanti agli occhi, ma perché quando vedrete Eugene saltare sembrerà di fare un salto indietro di tanti tanti anni. DreamBreak unisce meccaniche platform a piccoli enigmi da avventura punta e clicca. Per tutta la durata dell’avventura ci troveremo a muoverci tra un livello e l’altro e ad avanzare nella storia, tra una risoluzione e l’altra.
I comandi di gioco risultano un po’ legnosi, ma l’effetto sembra, a tutti gli effetti, voluto, forse per dare ancora di più una parvenza retrò al titolo.
I ragazzi di Aist Studio sono riusciti a riversare in un titolo indie diverse modalità di gioco, il titolo offre infatti momenti di esplorazione uniti a sparatorie “a turni”, in puro stile Another World, dove il tempismo e i riflessi faranno la differenza tra la vita e la morte. Anche le sezioni più action sono divertenti e riescono a “staccare” e dare un senso di tutto tondo al gioco. La forza di DreamBreak risiede però nella suggestione che le location e le persone riescono a trasmettere, ma di questo ne parliamo meglio nel paragrafo successivo.
E’ proprio dalla direzione artistica che vogliamo riprendere, DreamBreak da il meglio di se proprio nella realizzazione di questo futuro distopico e “grigio”, sfruttando una pixel art di un certo livello gli sviluppatori sono riusciti a creare un mondo realistico e agghiacciante dove ambientare tutta la storia. Il protagonista e i personaggi secondari trasmettono al giocatore la sensazione di oppressione in ogni momento, utilizzando una palette di colori azzeccatissima ed effetti di luce e ombra che sottolineano situazioni molto forti. Anche la colonna sonora aiuta a creare atmosfera e riesce a dare ulteriore profondità a tutta l’avventura.
Dobbiamo citare necessariamente il mini gioco che si può trovare nel bar dove un cowboy (in grafica da Commodore 64) deve avanzare contro una serie di avversari, questo mini-gioco introduce il giocatore alle meccaniche delle sequenze di combattimento, un’idea di per se originale di portare a casa due piccioni con una fava.
DreamBreak è un titolo interessante, breve ma intenso che gioca tutto sull’ambientazione e sulla narrazione. Le meccaniche di gameplay seppur molto classiche riescono ad essere divertenti anche per chi non ha giocato titoli come FlashBack o Another World. Proprio per questo motivo potrebbe essere un ottimo modo per avvicinarsi a classici del passato (ovviamente per tutti coloro non abbiano mai giocato Another World o Flashback).
Trama 7.50
Gameplay 7.00
Arte e tecnica 7.00
un tuffo nel passato
poco adatto ai gusti moderni