Furion sulla Terra
Quindici anni fa,
Pandemic Studio e
THQ (la "vecchia" THQ, non
THQ Nordic) pubblicarono su
Playstation 2 e
XBOX un titolo che riuscì ad attirare l'attenzione di diversi fan: stiamo parlando di
Destroy All Humans!. Oggi, siamo qui a parlare del remake di quel mitico capitolo:
Black Forest Games, sotto l'ala protettrice di
THQ Nordic ha infatti ripreso in toto la vecchia produzione e ne ha fatto un remake che riprende tutte le caratteristiche del titolo originale. Scopriamo insieme come se la cava il gioco nella nostra
recensione di Destroy All Humans! per XBOX One.
La trama di Destroy All Humans!
Bene, ricordiamoci che stiamo parlando di un remake, quindi chiunque abbia giocato all'
originale Destroy All Humans! sa già tutto di trama e storia che sta dietro il titolo di
Black Forest Games. Ma facciamo finta che siate tutti digiuni del titolo quindi facciamo un piccolo recap e gettiamoci a capofitto sul pianeta terra nei gloriosi anni 50! Nell'immaginario collettivo (e non solo) gli anni 50 sono stati il periodo dove l'uomo ha guardato verso la spazio con maggiore intensità, in effetti tra gli anni 50 e la fine degli anni 70 si annoverano un sacco di missioni spaziali, sembrava proprio che l'uomo potesse colonizzare il sistema solare in pochi anni. Oggi sappiamo bene che non tutto è andato secondo i nostri piani ed infatti siamo ancora qui saldamente ancorati a Terra (anche se l'onda dell'esplorazione spaziale sta riprendendo vigore).
Se nella maggior parte dei giochi sul mercato quando si parla di invasioni aliene ci si ritrova dalla parte degli esseri umani che vengono invasi e ci troviamo quindi a dover difendere il nostro caro e vecchio pianeta,
Destroy All Humans! vi mette nei panni degli invasori, impersonerete infatti
Crypto-137 alle prese con la conquista del pianeta Terra. Lo sfondo dell'avventura sono gli Stati Uniti degli anni 50, in piena ripresa economica dalla Guerra Mondiale, pronti a tutto per porsi come baluardo del mondo libero.
Il nostro Crypto-137 parte quindi dal pianeta Furon con l'obiettivo di mettere in schiavitù la razza umana recuperando al contempo il DNA inserito negli esseri umani migliaia di anni fa. Il
remake di Destroy All Humans! ripropone le classiche missioni viste nel titolo originale, missioni che potrete concludere in una decina d'ore che passeranno molto rapidamente tra risate e sogghigni che il titolo riuscirà senza ombra di dubbio a strapparvi. Non possiamo dire che la componente narrativa di
Destroy All Humans! sia preponderante, la linea narrativa è semplice e lineare ma il titolo riesce a portare il giocatore in ambienti sempre vari e, soprattutto, perfettamente caratterizzati. Infine vogliamo rassicurare i non anglofoni,
Destroy All Humans! è localizzato in italiano.
Il gameplay di Destroy All Humans!
Parlare del gameplay di
Destroy All Humans! è semplice perchè il titolo ha un obiettivo chiaro e semplice: far divertire il giocatore, e per fare questo il titolo di
Pandemic Studios (il gameplay è rimasto praticamente immutato rispetto al titolo originale) si è avvalso del concetto più comune che possa passare per la testa: distruggete tutto pur di portare a casa l'obiettivo. In ogni missione infatti lo
scopo di Crypto-137 è quello di recuperare quanto più DNA umano possibile e per fare questo non dovrà far altro che devastare qualsiasi cosa gli capiti a tiro, siano mezzi blindati dell'esercito o comuni abitazioni.
Ovviamente il nostro (caro) e malvagio alieno ha a disposizione una serie di mezzi per mettere in ginocchio la Terra che variano da armi aliene a robot corazzati, da ufo a disintegratori vari ed eventuali. Insomma, l'arsenale è decisamente vario, così come risultano varie le modalità di distruzione messe in campo. Se è vero che
Destroy All Humans! offre un gameplay pensato espressamente per divertire il videogiocatore è altrettanto vero che le meccaniche di base sono estremamente semplici e che, una volta completate le varie missioni, difficilmente vi verrà voglia di rigiocare interamente il titolo. Più facile che vogliate rigiocare qualche missione specifica anche per il solo gusto di distruggere qualsiasi cosa vi capiti a tiro (un po' come succede in
Saints Row: The Third ad esempio).
Pad alla mano
Destroy All Humans! è scattante e prendere confidenza con i comandi di gioco vi porterà via pochissimo tempo. Questo remake ha portato anche delle modifiche alla disposizione dei tasti rendendo più immediato l'utilizzo delle abilità (sempre accessibili anche attraverso la classica ruota). Sempre parlando di libertà di movimento la nuova funzione di sprint vi permette di materializzare uno skate sotto Crypto-137 e potervi quindi muovere più rapidamente per la mappa. Insomma gli sviluppatori hanno cercato di ritoccare qualche difetto di gameplay che il titolo originale aveva con se. Abbiamo giocato
Destroy All Humans! su XBOX One e, come al solito, ci siamo trovati divinamente col pad della console di casa Microsoft.
L'arte e la tecnica di Destroy All Humans!
Ed eccoci a parlare del comparto tecnico e artistico di questo remake, partiamo subito col dire che il lavoro svolto da
Black Forest Games è eccellente, il comparto grafico ha risentito alla grande del restyling messo in pista dagli sviluppatori e a prima vista
Destroy All Humans! può essere scambiato con un titolo di questa generazione. Il design dei livelli è rimasto immutato, migliorata la conta dei poligoni e la qualità di alcune texture, alcuni elementi restano però gli stessi utilizzati quindici anni fa e nel colpo d'occhio generale saltano subito all'occhio.
Peccato invece per l'intelligenza artificiale che non brilla di luce propria e che ci saremo aspettati migliorasse almeno sensibilmente. Anche il comparto audio non ci ha fatto impazzire, la qualità degli effetti audio è decisamente bassa e anche il doppiaggio inglese non è dei migliori. Sotto il profilo tecnico invece non abbiamo riscontrato problemi:
Destroy All Humans! gira perfettamente su XBOX One X senza rallentamenti ne problemi di sorta anche nei momenti più concitati.
Una nota di merito va alla direzione artistica in grado di disegnare un'
America anni 50 che rispecchia fedelmente l'immaginario collettivo: ogni elemento è un forte richiamo a clichè agli elementi portati del Sogno Americano. Tutto, dal design dei personaggi, alle mucche rapite dagli ufo è pensato e estremizzato per essere divertente e scanzonato.