Il giro del mondo in 80 giorni?
Oggi iniziamo scomodando nientepopodimenoche
Julies Verne e una delle sue opere più amate, si perchè oggi parliamo di
Curious Expedition, un titolo che fin dal suo primo annuncio ci ha fatto ricordare senza se e senza ma le
avventure di Phileas Fogg e del suo fido aiutante Passepartout. Anche se il paragone può sembrare decisamente ingombrante non preoccupatevi e mettetevi comodi, siamo qui nella nostra
recensione di Curious Expedition per Nintendo Switch a raccontarvi il perchè di questa fortissima similitudine.
La trama di Curious Expedition
Difficile delineare una vera e propria trama in Curious Expedition, il titolo sviluppato dai ragazzi di
Maschinen-Mensch e pubblicato da
Thunderful Publishing infatti è un gioco strano, alla ricerca di quello che potremo definire il
Sacro Graal del videogioco: l'unione tra trama e meccaniche roguelike con universi procedurali. Abbiamo più volte scritto su queste pagine di quanto è complesso, intricato e incasinato gestire mondi e ambienti procedurali (che tanto vanno di moda ai nostri giorni) creando al contempo una narrazione interessante e, quanto meno, creare un contesto che sia coerente.
Curious Expedition riesce, in modo incredibile e mirabolante, a dimostrare che quello che tanto andiamo ricercando non è poi così irrealizzabile. L'incipit narrativo che ci viene proposto è, di per se, molto semplice: ambientato un una Londra vittoriana che strizza l'occhio ad uno spiccato stile steampunk, esploratori e scienziati si danno battaglia per portare in patria quanti più manufatti possibili, segni di antiche civiltà e quant'altro possa servire a ricoprire questi signori di fama e di gloria.
Ecco quindi che ci troviamo nel bel mezzo dell'avventura ed è proprio qui che inizia la magia di
Curious Expedition: ogni missione sarà diversa e generata "casualmente" ma, è qui sta l'incredibile, la narrazione riesce a sembrare verosimile, realistica, in qualche modo pensata e progettata. Ci si trova quindi lanciati in missioni ai quattro angoli del mondo, pronti ad affrontare tribù di cannibali, cercare manufatti maledetti e cercare, in tutto questo casino, di tornare a casa sani e salvi e, soprattutto, con il tanto agognato bottino.
Giocare a Curious Expedition fa uno strano effetto, fin dalle prime partite è infatti chiaro che il trucco c'è, ma il risultato finale sembra incredibile. In effetti dopo svariate partite ci si rende conto che dei template di base accomunano diverse avventure e missioni, ma la varietà di situazioni unita alla capacità di tenere legati tutti questi eventi in tanti mini-filoni narrativi ci ha lasciato davvero a bocca aperta.
Il gameplay di Curious Expedition
Bene, ma ora che sappiamo che il titolo offre sempre storie nuove, sempre nuove avventure e che molto del gioco è "generato casualmente",
come si gioca a Curious Expedition? Cosa offre il titolo pad alla mano?
Ogni missione che saremo chiamati a compiere è strutturata in questi "momenti ludici": una prima fase di briefing della stessa che ci presenta obiettivi e ambientazioni, in questa fase il giocatore non deve far altro che ascoltare ed è da qui che apprendiamo quello che saremo chiamati a fare. Verificare poi come è composto il nostro gruppo e che tipo di equipaggiamento ci portiamo dietro è fondamentale per pianificare e struttura le nostre mosse sul campo: si perchè dovremo proprio muoverci su una scacchiera a base esagonale per avanzare nel gioco, ad ogni nostra mossa corrisponde dell'energia che andremo a consumare e, a seconda della casella dove "capitiamo" si potrebbero verificare eventi più o meno casuali.
Fondamentalmente, in ogni casella, potremo fare incontri con svariati personaggi e quindi
accedere al sistema di dialoghi: questo sistema è ben studiato e vario e in molte occasioni potremo cavarcela da situazioni molto spiacevoli anche contando solo sulle nostre capacità oratorie, o offrendo in dono oggetti o armi. In altri casi saremo invece chiamati a scendere in campo e ci troveremo a combattere con guerrieri o mostri.
Non mancano però degli eventi casuali che possono cambiare radicalmente le sorti della missione, incidenti ed imprevisti che dobbiamo gestire bene se non vogliamo vedere la scritta game over sullo schermo. Ah, ogni volta che si muove, neanche a dirlo, dovrete ricominciare da capo come da tradizione di ogni roguelike che si rispetti.
Se non conoscete l'inglese non preoccupatevi,
Curious Expedition è localizzato in italiano e, anche se alcune frasi non sono state rese perfettamente la qualità globale della traduzione è molto buona.
L'arte e la tecnica di Curious Expedition
Ed è stata la direzione artistica a far scattare in noi l'amore per la produzione, lo diciamo senza mezzi termini:
Curious Expedition ha saputo farci innamorare fin dal primo sguardo. Questa pixel art volutamente grossolana, queste ambientazioni remote, lontane ma sempre caratterizzate e dettagliate ci hanno stregato.
Dal punto di vista tecnico non abbiamo molto da aggiungere, durante le nostre partite su
Nintendo Switch,
Curious Expedition si è comportato più che dignitosamente, senza rallentamenti ne problemi di sorta, anche i caricamenti ci sono sempre sembrati ampiamente nella norma. Ovviamente con queste premesse non ha assolutamente senso parlare di motore grafico o altro,
Curious Expedition è il suo motore narrativo, il suo engine in grado di creare storie roguelike intriganti e varie, non possiamo certo giudicarlo per un mucchio di pixel che vediamo a video (anche se estremamente caratterizzato e carismatico).
Buona anche la soundtrack e la componente sonora del titolo che ben si adattano al gioco e alle sue (varie) ambientazioni.