Storie di mostri
Oggi parliamo di
Crawl, un titolo indie che ci ha stupito particolarmente per le sue premesse che modificano il paradigma classico con cui solitamente giochiamo ai videogiochi. Solitamente nei titoli che ci apprestiamo a giocare ogni giorno prendiamo il controllo dell’eroe di turno che deve salvare il mondo e che falcia decine e decine di avversari sul suo cammino.
E se per una volta fossimo noi gli avversari che vengono trucidati? E se per una volta toccasse a noi mettere i bastoni tra le ruote all’eroe e prenderci la nostra rivincita? Bene, vi abbiamo incuriosito? Allora continuate a leggere la recensione di
Crawl perché ne vedrete delle belle.
Si va per dungeon
Crawl è un rogue-like dungeon crawler dove lo scopo finale è uccidere i mega boss finale e terminare la partita. A differenza di tanti altri titoli usciti prima di lui (e che usciranno nei prossimi mesi e anni)
Crawl promette un’esperienza diversa visto che non è decisamente detto che spetti a noi impersonare l’impavido eroe di turno, anzi, molto spesso noi ci occuperemo di fare in modo che questo eroe ci lasci le penne.
Non dobbiamo far fuori l’eroe di turno solo per puro gusto (anche se c’è da dire che indossare i panni dei cattivi fa sempre piacere) ma perché eliminandolo potremo prendere possesso del suo corpo e rinascere come umano per poter sconfiggere il mostro finale e terminare il gioco.
Come avrete ben capito
Crawl non presenta una trama strutturata o arzigogolata, semplicemente dobbiamo far fuori il boss finale, crescendo livello dopo livello, equipaggiandoci e migliorando, oppure eliminando i vari eroi nel caso fossimo dalla parte dei cattivi.
Più semplice farlo che spiegarlo
Spiegare il meccanismo di gioco di
Crawl senza pad alla mano è complesso, più difficile che non giocarlo in prima persona. Cerchiamo di essere rapidi e semplici. Quindi all’inizio di ogni partita impersonerete (casualmente) uno spirito di un eroe defunto oppure il vero e proprio eroe.
A seconda che siate eroe o “mob” il vostro obiettivo primario cambia. Se siete l’eroe di turno dovete, come nel più classico dei titoli, eliminare tutti gli avversari che vi si parano davanti, livello dopo livello fino a giungere al cospetto del mega boss finale (affrontabile solo dal livello 10 in su) ed eliminarlo. Se invece impersonate un nemico allora il vostro scopo diventa quello di allearsi con gli altri giocatori (o bot controllati dalla CPU) e cercare di far fuori il malcapitato eroe di turno, diventando nel contempo voi stessi gli eroi.
Alla fine di ogni livello l’eroe può investire i propri punti esperienza così come gli avversari possono crescere di livello e investire in nuove abilità per cercare la via migliore e rendere la vita avvero difficile al protagonista. Non è possibile (né per gli eroi, né per i mostri selezionare la tipologia di personaggio, vengono assegnate in modo random dal gioco stesso).
Il gameplay di
Crawl risulta quindi estremamente frenetico e competitivo, con capovolgimenti di fronte dettati dalle morti dei vari schieramenti. Immaginate il disastro che si crea in una partita in locale con 3 amici, un vero degenero.
Ah, la pixel art
Come moltissime produzioni indipendenti anche
Crawl si avvale di un aspetto grafico reso in pixel art, decisamente ben realizzato e dalle animazioni fluide e ben confezionate. La cura riposta nelle varie parti del gioco è maniacale e il lavoro di
Powerhoof mostra una cura nei dettagli che ha dell’incredibile.
Se si considera che in
Crawl i singoli mob e gli eroi hanno lo stesso peso, si capisce subito quanta passione gli sviluppatori devono aver messo per bilanciare ottimamente le cose.
La colonna sonora e il comparto audio in generale si attesta su livelli discreti, senza far gridare al miracolo ma senza nemmeno per questo cadere nello scadente.