Qualche giorno fa è stata inaugurata la Triple-I Initiative, un'iniziativa (appunto) di diversi studi di sviluppo indie che, con uno showcase dedicato, hanno "mostrato i muscoli" e dimostrato come l'ambiente indipendente sia tutto fuorchè in crisi. È importante ricordare al mondo videoludico che "videogioco" non è solo "FC" o "Call of Duty" o "GTA", per l'amor di dio, ben vengano i titoli tripla A ma, onestamente, le grandi soddisfazioni (almeno ultimamente ndr.) le abbiamo avute proprio dal mondo indie. Oggi parliamo di un'altra piccola perla: Children of the Sun, titolo d'esordio di Rene Rother pubblicato da Devolver Digital (che ringraziamo per il codice fornitoci per testare il gioco), un mix tra FPS e puzzle game che ci ha letteralmente stregato. Se volete saperne di più preparatevi ad assaporare la vendetta e seguiteci nella recensione di Children of the Sun per PC (giocato su Steam Deck).
La trama di Children of the Sun
In apertura abbiamo scritto Children of the Sun è un interessante mix tra puzzle game ed FPS e, solitamente, entrambi questi mondi difficilmente riescono a proporre trame interessanti (si, lo sappiamo che ci sono le eccezioni, come Botany Manor per dirne una recente, ma stiamo parlando in generale ndr.). Ecco, Children of the Sun non ha una trama particolarmente curata ma il contesto in cui è ambientato il titolo è invece super interessante. Premettiamo che Children of the Sun non è localizzato in italiano (come la quasi totalità dei titoli Devolver Digital purtroppo) ma, nel caso specifico, questa mancanza non si sente perchè nel gioco non sono praticamente presenti linee di testo per raccontare la trama e non c'è molto altro di scritto anche nei menu.
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In Children of the Sun vestiamo i panni di una ragazza, anzi della Ragazza, la figlia di due adepti di una setta, una di quelle che tanto vanno di moda negli USA. Il gioco si apre con un video animato che mostra il padre della ragazza uccidersi con un colpo di fucile in bocca e la protagonista che ne trova il corpo. Il padre si è suicidato proprio a causa della setta e ora a noi non resta che una singola cosa: la vendetta. Ora abbiamo un unico obiettivo nella vita: eliminare ogni membro della setta per arrivare ad eliminare il suo carismatico (e anche abbastanza stereotipato ndr.) messia. La Ragazza recupera il fucile del padre e decide che sarà con quell'arma che porrà fine alla setta e al suo seguito e, contestualmente, scoprirà di avere anche un potere speciale, una caratteristica unica. Questo è quello che il titolo offre al giocatore a livello di trama e che, livello dopo livello, si aggiorna con "pezzettini" di storia che si uniscono fino all'epilogo finale.
Il comparto narrativo poteva sicuramente essere sfruttato meglio e di più ma dobbiamo ricordare che Children of the Sun è opera di uno sviluppatore solitario, Rene Rother, sviluppatore che avrò dovuto fare delle scelte e che ha scelto di dare più rilevanza e peso al comparto del gameplay rispetto a quello narrativo (pur avendo creato un contesto assolutamente affascinante ndr.).
Il gameplay di Children of the Sun
Lo scopo del gioco l'abbiamo detto: eliminare ogni membro della setta fino al suo apice e, per farlo, possiamo fare affidamento sul nostro fidato fucile, su un unico proiettile e su una nostra abilità speciale: quella di poter "impersonare" il proiettile e dirigerlo verso il nemico successivo (al netto che questo sia visibile). È su questa meccanica che si fonda il gameplay di Children of the Sun: non ci sono potenziamenti, non ci sono armi alternative e non ci sono meccaniche segrete o quant'altro: la ricetta tanto è semplice tanto è ben riuscita e divertente. Per certi versi Children of the Sun ci ha ricordato Superhot (se non sapete di cosa stiamo parlando date una letta alla nostra recensione) proprio in virtù della sua "purezza" di gameplay e di meccaniche di gioco.
Children of the Sun è senza dubbio alcuno uno dei titoli più originali su cui abbiamo messo le mani negli ultimi mesi.
L'obiettivo di ogni livello è quello di eliminare, nel minor tempo possibile, tutti (tutti, nessuno escluso ndr.) gli adepti della setta presenti e dovremo fare tutto questo utilizzando un singolo proiettile. La Ragazza può quindi muoversi intorno all'ambiente di gioco, iniziare a marcare gli avversari (tramite il dorsale del controller) e, una volta marcati tutti gli avversari e decisa la posizione da cui sparare il singolo colpo far partire il proiettile. Se mancate il bersaglio è game over, senza mezzi termini, che sia il primo avversario o l'ultimo. Una volta colpito un nemico (o un oggetto o un animale interattivi) la visuale si sposterà "in prima persona" sul proiettili e avremo modo di indirizzarlo al bersaglio successivo e così via fino ad aver sterminato tutti gli uomini presenti nel livello.
Una volta terminato il livello il titolo mostrerà al giocatore, come fosse una sorta di costellazione, il "percorso" tracciato dal proiettile, il tempo impiegato, eventuali bonus e la nostra posizione nella classifica globale. Questo sistema innesta nel gioco una grande componente di rigiocabilità visto che non esiste un singolo modo per completare il livello e ottenere un punteggio più alto è un forte stimolo a rigiocare il titolo (almeno se si ha un "cuore da coin op" ndr.). Ovviamente il titolo è giocato come un FPS, con visuale in prima persona ma è dotato di una meccanica principalmente da puzzle game perchè per pianificare il percorso del proiettile dovrete necessariamente ragionare sulla dinamica migliore e studiare il mondo di gioco sfruttando eventuali "salti" (come animali o oggetti) a vostro vantaggio.
Abbiamo giocato a Children of the Sun su Steam Deck e abbiamo trovato la portatile di casa Valve assolutamente perfetta per potersi godere a pieno il titolo. Ottimo il sistema di controllo, preciso e reattivo al punto giusto. Se per caso non doveste trovarvi troppo bene con il grado di sensibilità della levetta del controller potrete comunque configurarla a vostro piacere dall'assai limitato menu di configurazione.
L'arte e la tecnica di Children of the Sun
Ottima anche la direzione artistica che regala a Children of the Sun un'estetica unica e ricercata, semplice nel suo complesso ma dannatamente originale e carismatica. L'utilizzo di colori acidi e di un sacco di cliché mutuati dalla tipica idea di setta rendono Children of the Sun un prodotto bello da vedere e, sopra tutto, da vivere. Se state cercando un titolo con milioni di particolari e una grafica spaccamascella difficilmente sarete accontentati ma se invece avete un occhio di riguardo per l'arte non potrete che restare incantati dal titolo (e anche dalle tavole animate che si intervallano tra i livelli).
Nulla di particolare da segnalare sul fronte tecnico: Children of the Sun gira perfettamente e senza intoppi su Steam Deck regalando un look 'n feel ottimo. Il motore di gioco è leggero e durante le nostre partite non abbiamo mai riscontrato particolari problemi o bug. Per farla breve non vi serve un PC con una scheda grafica super pompata per potervi godere questa piccola perla e, anche questo, ci è sembrato un punto a favore della produzione.
Il comparto audio non ha molto da dire se non che fa bene quello che è il suo compito, e cioè, calarci nel mondo di gioco e lo fa con una soundtrack appena accennata a una serie di effetti sonori perfettamente calibrati e coerenti.
Children of the Sun è un piccolo gioiello, una produzione indie che sa regalare un gameplay semplice ma originale, unico e assuefacente. Il titolo di Rene Rother e Devolver Digital è altamente rigiocabile e poco conta se per arrivare ai titoli di coda della prima run vi serviranno una manciata d'ore: lo riprenderete per migliorare i punteggi, provare nuove strategie e per sfidare voi stessi (o i vostri amici). Children of the Sun è, un'altra volta, una dimostrazione di come il mondo indie possa offrire delle perle che raramente si vedono arrivare dai colossi del settore.