Una scuola un po' strana
Il titolo di cui parliamo oggi è il sequel di un gioco mai giunto nel nostro continente: stiamo parlando di
Blue Reflection, una IP di
GUST Studios (già autori dei vari
Atelier): oggi parliamo di
Blue Reflection: Second Light. Il titolo è un JRPG che eredita molte meccaniche e molti stereotipi del genere di appartenenza, è un prodotto molto "orientaleggiante" (d'altra parte chi conosce il team di sviluppo sa cosa aspettarsi) che però risulta facilmente comprensibile anche da chi non ha mai visto il primo capitolo perchè i due titoli sono tranquillamente giocabili in modo separato. Ad ogni modo, se volete saperne di più sull'avventura di
Ao e delle sue amiche non dovete far altro che seguirci nella nostra
recensione di Blue Reflection: Second Light per Nintendo Switch.
La trama di Blue Reflection: Second Light
Come scrivevamo in apertura non preoccupatevi se non conoscete nulla della serie di
Blue Reflection, i ragazzi di GUST Studios sono stati sufficientemente in gamba da mettere in piedi un sequel che non necessita della conoscenza di quello che avvenuto nel primo capitolo per poter giocare il secondo. Certo, se avete avuto modo di conoscere anticipatamente
Ao (la protagonista dell'avventura) noterete qualche rimando interessante al primo episodio ma nulla che possa realmente fare la differenza pad alla mano.
Blue Reflection è ambientato in una scuola che, anche se a prima vista può sembrare un comune college giapponese, nasconde diversi misteri: il primo fra tutti è legato alla sua posizione, la scuola è locata infatti su un'isola in mezzo all'oceano in un mondo dove è sempre estate. Già questa piccola introduzione dovrebbe aver fatto rizzare le orecchie a molti di voi perchè si, in effetti quella scuola non è il mondo reale, ma una sorta di universo parallelo.
Ao e le altre ragazze (nel corso dell'avventura avrete modo di allargare il gruppo di ragazze che faranno muovere gli ingranaggi della trama) sono infatti "rinchiuse" in questo universo ma, avanzando con la storia, avranno modo di recuperare parte dei loro ricordi e cercare quindi di svelare il mistero. Ao e le altre protagoniste vedranno quindi le loro giornate divise in momenti apparentemente comuni vissuti all'interno della scuola, momenti semplici come seguire le lezioni, studiare o semplicemente parlare, ad altri dove dovranno combattere contro apparizioni decisamente particolari.
Certo è che la
trama di Blue Reflection: Second Light nasconde numerosi segreti: perchè le ragazze si trovano su quell'isola? Come ci sono arrivate? Come possono andarsene? Sono a queste altre domande che il giocatore vorrà e dovrà dare una risposta. Purtroppo vi segnaliamo che
Blue Reflection: Second Light non è localizzato in italiano e che se non siete affini con l'inglese potreste avere qualche difficoltà. Buone notizie sul fronte della longevità: per arrivare ai titoli di coda del gioco vi serviranno almeno una ventina abbondante d'ore che possono raddoppiare nel caso siate dei veri e propri completisti.
Il gameplay di Blue Reflection: Second Light
Come abbiamo già detto e ribadito
Blue Reflection: Second Light è un JRPG di stampo abbastanza classico e possiamo dividere il suo gameplay in tre grandi macro-momenti. Il primo riguarda le fasi di vita normale e comune delle ragazze, il secondo riguarda l'esplorazione dei dungeon e la raccolta di materiali e, infine, il terzo troncone dedicato ai combattimenti. Analizzeremo brevemente i tre momenti così che possiate avere un'idea più chiara di quello che potete e dovete aspettarvi dal secondo capitolo della serie di
Blue Reflection.
La cosa che abbiamo apprezzato di più di Blue Reflection: Second Light è il sistema di combattimento: semplice ed immediato
Blue Reflection: Second Light ci mette, inizialmente, nei panni di Ao, una studentessa come tante altre (oddio non proprio visto che la nostra eroina ha effettivamente dei super poteri) ma nel corso dell'avventura avremo modo di ampliare il numero di protagoniste che, volta per volta, si aggiungeranno al nostro gruppo. Uno dei momenti più tranquilli del gameplay (e a nostro modo di vedere anche più noiosi) è legato ai momenti di vita quotidiana delle ragazze dove i vari personaggi si conoscono e svolgono attività quotidiane: una sorta di Grande Fratello in formato videogioco. Se siete persone appassionate di azione patirete molto questi squarci di vita vissuta.
Le cose si fanno sicuramente più movimentate quando siamo invece chiamati ad esplorare i vari dungeon che il titolo mette a disposizione: se infatti questi non facciano gridare al miracolo per varietà e level design è altrettanto vero che esplorare queste zone vi permetterà di scendere in combattimento e di trovare materiali utili per ricostruire nuovi luoghi all'interno della scuola e potenziare il vostro gruppo. Si, in effetti trovando materiali e oggetti potrete far evolvere i vostri personaggi con un sistema che abbiamo trovato ben strutturato. Ovviamente, l'avanzamento della narrazione passa anche dalla ristrutturazione e ricostruzione di questi luoghi.
Dove però
Blue Reflection: Second Light diventa più interattivo e divertente è nei combattimenti. I ragazzi di GUST Studios hanno sviluppato un sistema molto semplice da apprendere ma non facilissimo da spiegare che regala degli scontri adrenalinici e molto rapidi. Ogni ragazza del nostro gruppo parte da un suo grado predefinito (una sorta di livello di potenza) e, a seconda di questo grado sarà in grado di compiere delle "mosse speciali" di differente potenza. Per caricare la barra della potenza (e quindi cambiare grado) dovrete attaccare e colpire i vostri avversari: questo vi permetterà di avanzare di grado e di poter sferrare quindi attacchi sempre più potenti, insomma mai come in questo caso si può dire che "
La miglior difesa è l'attacco".
Non tutte le ragazze sono però delle combattenti, alcune di loro vi serviranno per potenziare le compagne di squadra, altre forniranno dei buff importanti e così via. Purtroppo, anche se il sistema è di per se divertente, ci è sembrato un attimo troppo facile e in alcuni casi i combattimenti finiscono ancora prima di poter scaraventare gli attacchi più potenti ai nostri avversari (anche ai boss). Una maggior calibrazione della difficoltà avrebbe reso il tutto più interessante, alle volte sembra che la scelta del team da mandare in combattimento sia puramente indicativa perchè anche con gruppi non studiati fin nei minimi dettagli è difficile trovarsi KO.
L'arte e la tecnica di Blue Reflection: Second Light
Dal punto di vista estetico non abbiamo molto da dire su quanto proposto da
GUST Studios, l'art direction è prettamente orientale e il tutto ci è sembrato, onestamente, un po' troppo derivativo. Siamo abbastanza lontano da momenti di originalità espressi in alcuni titoli della serie
Atelier per dirne una. Anche la caratterizzazione dei personaggio non è profonda come ci saremo aspettati.
Sul fronte tecnico il titolo non brilla certo come uno dei migliori presenti sullo
eShop di Nintendo (abbiamo giocato il titolo su
Nintendo Switch), certo è vero che non abbiamo riscontrato particolari problemi tecnici e durante le nostre partite (tutte rigorosamente in modalità portatile) non abbiamo avuto problemi con rallentamenti o blocchi che potessero compromettere il gameplay.
Niente da segnalare nel comparto sonoro: fa la sua parte senza emergere eccessivamente ne infastidire.