La ricetta perfetta?
Abbiamo già parlato spesso di titoli che cercano di miscelare varie meccaniche di gameplay o varie tipologie di giochi in un unico titolo e non sempre i risultati si sono dimostrati esaltanti. Oggi parliamo di un gioco prodotto da un piccolo team indipendente a cui, certamente, non manca l'ambizione: stiamo parlando di
Blue Fire. L'ultimo arrivato dal team di
ROBI Studios si presenta toccandola decisamente piano:
Blue Fire prende infatti spunto da saghe leggendarie come
Zelda e
Dark Souls, nomi che fanno scomodare anche i più critici fra gli utenti. Se siete interessati a scoprire se il lavoro svolto dagli sviluppatori argentini meriti il vostro tempo continuate a seguirci nella nostra
recensione di Blue Fire per Nintendo Switch.
La trama di Blue Fire
La trama di
Blue Fire è avvolta nel mistero, diciamo che nei primi minuti di gioco si soffre un po' un certo senso di spaesatezza: non sappiamo chi siamo, non sappiamo dove siamo e, soprattutto, non sappiamo cosa dobbiamo fare. Fortunatamente il tutorial iniziale riesce a dare qualche risposta alle domande che vi frulleranno nella testa. Non dovrete infatti arrivare ai titoli di coda per conoscere tutto del mondo di
Blue Fire ma sicuramente, rispetto ad altri titoli, il gioco di
ROBI Studios cerca di essere avaro nel fornire informazioni ai giocatori così da poter centellinare frammenti di storia e di lore.
Senza volervi spoilerare nulla, nel giro di poco tempo saprete che
Blue Fire è ambientato nel mondo di
Penumbra e che il nostro eroe è un essere decisamente misterioso. Ci siamo svegliati all'interno di un gigantesco castello sospeso nel cielo abitato da essere mostruosi e, apparentemente, ci troviamo in questo luogo senza un reale motivo. Bisognerà arrivare alla fine del tutorial iniziale per cominciare ad avere le idee (leggermente) più chiare rispetto all'introduzione: l'incontro con diversi altri personaggi comincerà infatti a svelare le fila della trama, del nostro scopo e della nostra missione vera e propria.
Blue Fire è localizzato in italiano quindi non avrete difficoltà a seguire le vicende del nostro protagonista e dei personaggi che popolano il mondo di
Penumbra. La traduzione è anche di buona qualità e, sicuramente, rende il gioco molto più accessibile per chi non conosce la lingua inglese.
Il gameplay di Blue Fire
Nell'introduzione (a anche nel titolo) abbiamo citato due grandi saghe che hanno, ognuno a modo proprio, scritto parte della storia dei videogiochi.
Blue Fire è effettivamente un titolo che, anche sotto il profilo del gameplay, mischia ed unisce più e più generi ma il risultato, conviene dirlo subito, non è propriamente esaltante. Non fraintendeteci, non vogliamo dire che Blue Fire sia un brutto gioco ma che, piuttosto, cerchi di fare tante cose e non riesca mai a farne realmente bene nemmeno una. Partiamo, ad esempio, dalla sua componente platform:
Blue Fire si presenta al giocatore come fosse un platform 3D che però non riesce ad offrire la stessa precisione nei controlli che troviamo in altri titoli (anche senza scomodare Super Mario sia chiaro). Alcune fasi risultano ad esempio molto complesse e decisamente "difficili" che però rischiano di risultare frustranti proprio per il sistema di controllo non eccelso.
Blue Fire è un titolo che cerca di fare molto ma non riesce mai a raggiungere l'eccellenza
Blue Fire prende spunto dalle boss fight viste con in titoli come
Dark Souls per proporre al giocatore un livello di sfida elevato e dargli la possibilità di confrontarsi con le proprie skill. Questo era, probabilmente, l'intento degli sviluppatori: il risultato purtroppo sono boss fight che non riescono ad offrire le stesse emozioni del titolo di
Hidetaka Miyazaki a causa di controlli troppo imprecisi e di una mancanza di precisione che tende a punire pesantemente gli errori del giocatore anche quando non sono propriamente imputabili a lui. Di contro abbiamo invece trovato
molto interessante il sistema di crescita del personaggio, sistema che per altro si sposa perfettamente con la natura da metroidvania del titolo. L'esplorazione del castello e la scoperta del male che lo attanaglia passa anche dalle scelte che il giocatore fa nelle skill del personaggio, abilità che gli consentiranno (ad esempio) di raggiungere luoghi prima completamente inaccessibili.
In buona sostanza
Blue Fire è piagato da un sistema di controllo non all'altezza delle aspettative (o delle promesse degli sviluppatori) che crea diversi problemi al gameplay generale. I controlli su
Nintendo Switch (la versione da noi provata) sono poco precisi e risultano a volte scivolosi. Le meccaniche del combat system sono abbastanza basilari, semplici da apprendere e immediate ma nel lungo termine soffrono di un problematiche tecniche proprio quando si cerca di "andare più in la". E' difficile valutare
Blue Fire sotto il profilo del gameplay perchè da una parte è chiaro come le intenzioni degli sviluppatori fossero tra le migliori, offrendo un titolo realmente eclettico, ma purtroppo a causa di problemi tecnici ci siamo trovati più volte a pensare che una pianificazione più attenta delle meccaniche di gioco avrebbe certamente giovato alla produzione.
L'arte e la tecnica di Blue Fire
Parlando invece di art direction e di realizzazione tecnica possiamo dire di essere rimasti soddisfatti dal lavoro svolto da
ROBI Studios.
Blue Fire presenta una direzione artistica interessante, i rimandi e richiami a
Zelda e
Dark Souls sono evidenti e chiaramente identificabili ma in se e per se
Blue Fire riesce ad essere identificabile. Belle anche alcune piccole chicche inserite qua e la nella produzione, anche la semplice possibilità di personalizzare il nostro protagonista con abiti differenti (e non tutti decisamente oscuri) riesce a dare un tocco interessante al tutto.
Buone notizie anche sul fronte tecnico, almeno dal punto di vista del motore grafico:
Blue Fire gira molto bene su
Nintendo Switch e non abbiamo riscontrato grossi problemi durante le nostre partite. A non essere invece ottimizzato come si deve è il sistema di controllo che risulta spesso troppo meccanico e poco preciso. A volte, specialmente mentre ci siamo trovati ad affrontare i vari boss, ci è sembrato che il nostro protagonista "pattinasse" un po' sul piano di gioco rendendo il tutto non solo poco bello da vedere ma ci ha creato anche qualche problema con la boss fight vera e propria.
La colonna sonora fa il suo lavoro a dovere, aiuta dove occorre a creare le giuste atmosfere e gli effetti audio ben si sposano col mood generale della produzione.