Dark Souls non ti conosco!
C'è stato un periodo in cui
Dark Souls non era ancora presente sul mercato, un momento dove il concetto di "difficile" era legato ad un altro nome (almeno nell'ambito degli action 3D): stiamo parlando di
Severance: Blade of Darkness o, per gli amici
Blade of Darkness (visto che ultimamente si è perso il prefisso, anche se non su Steam). Va beh, al netto del nome, il titolo sviluppato dai ragazzi di
Rebel Act Studios nel lontano 2001 il titolo era qualcosa di decisamente innovativo per il suo tempo e lo era per svariati motivi ma ora non dilunghiamoci troppo nell'introduzione e scopriamoli insieme nella
recensione di Blade of Darkness per Nintendo Switch (anche se l'abbiamo giocato anche su
Steam Deck).
La trama di Blade of Darkness
Cominciamo col parlare della
trama di Blade of Darkness ricordandoci che il titolo arriva dal 2021 e che se vi sembrerà di inciampare in elementi di Tolkeniana (
si dice così?) memoria è tutto normale! Bene, cominciamo col dire che
Blade Of Darkness è ambientato in un mondo fantasy medievale decisamente oscuro dove le antiche certezze che garantivano prosperità ai Regni Centrali non sono più così solide. I clan degli orchi si sono alleati con altri mostri e amenità e si ammassano ai confini del regno, tutti, dai nani nelle loro città sotterranee fino alle tribù nomadi delle steppe stanno notando che qualcosa di terribile incombe sul regno...
E chi potevano inviare a risolvere la situazione se non noi, prode eroe (o eroina) senza macchia e senza paura? Ecco quindi che
Blade of Darkness ci fa scegliere il nostro eroe e ci manda all'avventura (o, meglio, alla morte). A questo punto non vi resta che scegliere tra
Zoe l'amazzone,
Tukaram il barbaro, il nano
Naglfar, o
Sargon il cavaliere e partire per la salvare il regno. Non vi racconteremo altro della trama ma vi diciamo invece che
Blade of Darkness è localizzato in italiano!
Il gameplay di Blade of Darkness
Prima di parlarvi del
gameplay di Blade of Darkness conviene ricordare un attimo da dove arriva il titolo di
Rebel Act Studios pubblicato ora da
SNEG (che ringraziamo per averci fornito un codice per la versione
PC e uno per quella
Switch). Nel 2001 ai tempi della sua pubblicazione non era così facile proporre un titolo difficile come
Blade of Darkness, se alcuni lodavano il fatto di portare nel gaming qualcosa di stratificato e complesso da padroneggiare in molti lo evitavano proprio in virtù della sua rigidità. Ora le cose sono un po' cambiate,
FROM Software ha fatto da apripista e siamo passati dai momenti in cui Demon Souls quasi non arrivava in occidente ad
ELDEN RING che vende milioni di copie (se volete conoscere la nostra opinione potete leggerne la
recensione) e Blade of Darkness potrebbe essere visto sotto un punto di vista completamente diverso.
Blade of Darkness è lo stesso Blade of Darkness di vent'anni fa, con il suo gameplay rigido e difficile ma estremamente appagante.
Blade of Darkness è, principalmente, il suo combat system. Se è vero che gli ambienti sono in parte protagonisti dell'avventura con le loro trappole, con i vari colpi di scena e con le altre sorprese che scoprirete giocando, è altrettanto vero che il principale protagonista del titolo è il sistema di combattimento: rigido, tecnico e difficile da padroneggiare ma estremamente appagante. Blade of Darkness introduceva il concetto di
stamina applicata ai combattimenti: i faciloni del "schiaccio tasti a caso" avevano la vita terribilmente breve,
Blade of Darkness introduceva la postura diversa per i vari
tipi di armi e impugnare una spada corta o una picca faceva tutta la differenza del mondo. Blade of Darkness introduceva un
sistema di combattimento dove decidere quale avversario affrontare prima era fondamentale per portare a casa la pelle.
Non è (e non era) facile riuscire a sopravvivere ai dungeon del titolo di
Rebel Act Studios ma è assolutamente appagante la sensazione che si prova una volta riusciti nell'intento. Il titolo dello sviluppatore spagnolo è estremamente onesto da questo punto di vista: se sbagli paghi, e l'errore lo paghi sempre molto caro. Volendo riassumere
Blade Of Darkness ha anticipato
Demon's Souls di quasi una decade ma i concetti dei due titoli (almeno dal punto di vista dell'approccio al combattimento) erano molto simili. Il sistema di controllo è ancora rigido come un tempo, sia che giochiate su
Steam Deck o che lo facciate su
Nintendo Switch (abbiamo provato queste due versioni) la cosa non cambia: dovrete abituarvici e impegnarvi per arrivare alla fine del livello e poter dire "ce l'ho fatta, sono bravo (o brava)". Una piccola nota a margine riguardo il sistema di combo e di amputazione degli arti: rivoluzionario per il periodo d'uscita e tutt'ora interessante ad oltre vent'anni di distanza!
L'arte e la tecnica di Blade of Darkness
Ovviamente, parlando di un titolo del 2001 rimasterizzato non possiamo aspettarci chissà che grandi performance dal punto di vista grafico ma, sul piano artistico, possiamo dire già qualcosa in più. Possiamo dire, ad esempio, che le atmosfere dark che il titolo proponeva oltre vent'anni fa hanno il loro fascino anche ai giorni nostri e che gli artisti di
Rebel Act Studios sono stati bravissimi a creare un mondo e un contesto dark fantasy di quel genere. Abbiamo apprezzato i personaggi, gli avversari e le ambientazioni e anche i boss (e ce ne sono alcuni che sono davvero epici).
Dal punto di vista tecnico dobbiamo fare un piccolo distinguo per quanto riguarda la versione
Nintendo Switch e per quella PC (giocata su
Steam Deck). La resa estetica di
Blade of Darkness su Nintendo Switch ci è sembrata molto meno curata della controparte PC, il livello di dettaglio dei personaggi e degli ambienti è decisamente superiore su Steam Deck rispetto alla controparte di casa Nintendo. Ovviamente stiamo parlando sempre di un titolo del 2001 e quindi le "performance tecniche" sono ovviamente adatte al contesto attuale. Una nota interessante sulla gestione del sistema di ombre e di luci che, se lo riallochiamo ai tempi del suo sviluppo, era davvero impressionante.
Molto bene anche il comparto audio che accompagna il giocatore nella solitudine della sua missione mortale.