Oltre la siepe
Beyond Eyes è la storia di una ragazzina, Rae, che perde la vista e di come l'incontro con un gattino, Nani, le cambia la prospettiva di vita.
Beyond Eyes, titolo sviluppato da
Sherida Halatoe e pubblicato dal
Team 17 rappresenta più un'esperienza da vivere che un gioco da giocare in senso classico. Analizziamo insieme questa avventura nella nostra recensione.
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Ora che ho perso la vista, ci vedo di più
La storia di
Beyond Eyes inizia una sera, con un fuoco d'artificio e la piccola Rae che perde la vista, così la vita spensierata di una ragazzina, uguale in tutto e per tutto ad altri centinaia di bambini viene completamente messa sottosopra.
Controlliamo Rae, la protagonista, che è seduta sulla soglia di casa, ferma e immobile, tutto sembra in una stasi perfetta. Ci alziamo, camminiamo lentamente e intorno a noi il mondo si forma, si crea, si dipinge. Tutto prende vita e si crea al nostro incedere. Così lo sviluppatore trasmette il senso di cecità, la mancanza di avere un orizzonte, di poter vedere oltre, così come per la piccola Rae anche per noi il mondo esiste solo a un palmo dal naso.
L'avventura che ci apprestiamo a intraprendere è molto breve, poco meno di due ore, non vogliamo spoilerare nulla per rovinare la sorpresa, vi basti sapere che la nostra protagonista fa la conoscenza di
Nani, un piccolo gatto che diventa il suo più grande amico.
Un affresco in movimento
Beyond Eyes dal punto di vista tecnico e visivo è arte pura. Il mondo di gioco si dipinge letteralmente sullo schermo come se l'esperta mano di un pittore ne definisse i tratti, i colori e i punti luce. L'ambiente in torno a noi è una tela completamente bianca, niente sfondi, niente orizzonte, solo bianco, come se il mondo non esistesse.
Beyond Eyes è la rappresentazione videoludica più alta che si possa provare per trasmettere la sensazione di cecità, della mancanza di vista. Il gioco riesce a trasmettere al giocatore la frustrazione di dover necessariamente avvicinarsi ad un oggetto per sapere cos'è o anche solo per sapere se esiste.
Dal punto di vista sonoro
Beyond Eyes utilizza rumori ambientali per dare la sensazione di tridimensionalità dell'ambiente, così certi elementi appaiono quando emettono un suono, come se fino a pochi attimi prima non fossero esistiti.
Walking simulator?
Il gameplay di
Beyond Eyes è pressochè inesistente, possiamo infatti muoverci liberamente per l'ambiente circostante e interagire minimamente con esso. In
Beyond Eyes non possiamo saltare, non possiamo correre, non dobbiamo sparare ne risolvere enigmi ambientali. In
Beyond Eyes dobbiamo vivere una storia, dobbiamo fermarci e immedesimarci nella protagonista.
Dobbiamo lasciare che il gioco ci trasmetta tutta una serie di emozioni e sensazioni che non possiamo trovare nell'ultimo FPS o nel frenetico picchiaduro da sala giochi.
Beyond Eyes è un'esperienza che vi lascerà qualcosa dentro e che magari cambierà un pezzettino di voi.
Beyond Eyes possiamo definirlo un Walking Simulator (e anche nel video gameplay lo diciamo), preferiamo però definirlo un'
avventura emozionale. E' un gioco che deve essere difeso e compreso, difeso da chi lo etichetta come "non gioco" o da chi si ferma al suo substrato prettamente ludico.