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Recensione Assassin's Creed: Origins - Un ritorno alle origini

La saga degli assassini ritorna sui nostri schermi e lo fa con una voglia di cambiare che si nota fin dalle prime battute. Buttiamoci a capofitto nella nostra recensione per sviscerare tutte le notvita' di questo nuovo capitolo!

Alle origini del Credo

Ubisoft, dopo una pausa di quasi due anni, torna a proporre un titolo della serie di Assassin’s Creed. Dopo il buon Assassin’s Creed Syndicate il team di Ubisoft Montreal decide di tracciare una netta linea di divisione col passato ripartendo dalle origini. Assassin’s Creed: Origins è finalmente giunto sugli scaffali di tutto il mondo e, con grandi aspettative e qualche timore, procediamo nella nostra recensione per scoprire come il publisher francese ha deciso di far tornare sulla retta via uno dei brand più amati dai videogiocatori di tutto il globo.

Assassin's Creed: Origins
 

La trama di Assassins’ Creed: Origins

Abbandonata la Londra in piena Rivoluzione Industriale di Assassin’s Creed: Syndicate con Assassin’s Creed: Origins torniamo nella storia classica, e più precisamente in Egitto, ai tempi del Faraone Tolomeo. Ubisoft ha scelto un’ambientazione particolarmente evocativa e carica di spunti interessanti per far ripartire il brand e dare ai suoi fan un titolo che avesse una forte carica di empatia. In Assassin’s Creed: Origins impersoniamo il Medjay Bayek affiancato dalla carismatica Aya, sua moglie e da una serie di personaggi e comparse che resteranno nei vostri ricordi per molto tempo. Gli sviluppatori hanno concentrato il grosso delle energie nella trama e nella narrazione, possiamo dirvelo subito e senza troppi peli sulla lingua, la trama di Assassin’s Creed: Origins è bella, un ritorno ai fasti del secondo capitolo e, in generale, dei racconti della trilogia dedicata ad Ezio Auditore. Tornano anche le fasi alterne tra presente e passato, ogni tassello sembra voglia far ricordare ai giocatori che il brand di Assassin’s Creed sia tornato alle origini, a tutte quelle meccaniche che hanno reso famosa (ed amata) la serie.
  
Siamo in Egitto e il gioco ci mette nel bel mezzo della lotta tra il popolo oppresso e i poteri forti, i sacerdoti e tutta la casta che soggiogava il popolo egiziano. Senza spoilerare nulla della trama per non rovinare ne i colpi di scena ne il fluire della stessa vi basti sapere che seguirete le avventure di Bayek per quattro atti e un epilogo finale, atti che vi terranno incollati (letteralmente) allo schermo per una trentina di ore tra main quest e quest secondarie. La storia regge per tutte le ore di gioco, non risultando mai monotona o sottotono, l’unico problema che ci sentiamo di segnalare è all’inizio del secondo atto quando il gioco ci obbliga a risolvere anche delle quest secondarie per poter livellare e poter affrontare la main quest.
 
Assassin’s Creed: Origins finisce col botto, tornando a bomba sulla storia principale della serie che conigli ultimi due capitoli era stata un po’ messa da parte. Non solo il nuovo titolo di Ubisoft prosegue la trama classica ma aiuta anche ad allargare ulteriormente la lore del gioco e il suo background. 
 

Assassin's Creed: Origins
 

Il gameplay di Assassin’s Creed: Origins

Così come per la trama anche il gameplay di Assassin’s Creed: Origins ha visto un vero revamp di quanto visto e giocato fino ad ora negli ultimi capitoli. Il combat system ha avuto un ristrutturazione totale delle meccaniche, ora i combattimenti risultano più “realistici”, senza gli avversari che attendono la morte del loro compagno per attaccarci e in generale più divertenti. Ovviamente il sistema ha un’AI bilanciata che regola l’ingresso nello scontro di un numero affrontabile di avversari per rendere al contempo sia appagante che impegnativo lo scontro. Non è solo l’approccio degli avversari al combattimento che è cambiato ma anche il sistema di combattimento in senso stretto.
  
Ora dovremo destreggiarci tra attacchi leggeri e pesanti con un sistema che ricorda (alla lontano, molto alla lontana) Dark Souls. Parare gli attacchi, schivarli, taggare l’avversario per poterci concentrare su di lui sarà fondamentale per portare a casa la pellaccia.
Un’altra importate novità è da avvisare nell’implementazione di quest secondarie che, finalmente, non siano dei semplici incarichi slegati dalla trama principale e fatti giusto per “aumentare l’exp”. Le varie quest secondarie che andiamo ad affrontare sono infatti, per la maggior parte, legate alla trama del titolo e, in misura più generale, aiutano il giocatore ad allargare la lore del gioco e la conoscenza dei luoghi e delle fazioni sul campo. Avvicinandosi a quanto visto in The Witcher 3, anche Assassin’s Creed: Origins ha investito parecchio nel fare in modo che la narrazione passasse anche dai compiti secondari così da tenere sempre il giocatore legato alla storia e alle sue sfaccettature.
 
Nel titolo Ubisoft non poteva mancare una rivisitazione anche delle meccaniche di corsa e arrampicata, in quella specie di parkour storico che tanto ha fatto la fortuna della serie. In questa nuova incarnazione vediamo un sistema più fluido e ragionato che ha permesso ai game designer di lavorare sulla verticalità senza dover ricorrere ad eccessivi escamotage per rendere il tutto sensato. Non sarà solo la nostra moglie Aya a farci compagnia durante le nostre avventure nelle terre dei faraoni ma anche Seri, una fidata aquila che ci aiuterà a trovare i punti di interesse e non solo. L’open world proposto dall’ultimo nato di casa Ubisoft riesce a stregare il giocatore per la varietà elle sue ambientazioni e per il feeling che riesce a trasmettere al viodegiocatore. Dalle scampagnate in pieno deserto per chilometri e chilometri circondati solo dalla sabbia, alla maestosità della riproduzione di città come Menfi, in Assassin’s Creed: Origins c’è sempre qualcosa da fare, un luogo da esplorare sia esso una piramide piuttosto che una antica tomba o una grotta, anche dal punto di vista dell’esplorazione il lavoro svolto dal team di sviluppo è davvero encomiabile.
 

Assassin's Creed: Origins
 

L’Arte e la tecnica di Assassin’s Creed: Origins

Asssassin’s Creed: Origins colpisce sin dalle prime battute per la maestosità e la cura che gli sviluppatori hanno messo nel creare le ambientazioni e, sopratutto, nel dargli vita. I villaggi brulicano di persone che ci riconosceranno, di persone affaccendate nella loro vita quotidiana, ben lontana da combattimenti e intrighi di palazzo. Se c’è una cosa che si può dire di Origins è che lascia a bocca aperta, non tanto per la (comunque ottima) realizzazione tecnica, quanto per la direzione artistica che disegna un Egitto di cuore che ricorda molto quello immaginato leggendo i libri di storia tanti e tanti anni fa. Consigliamo a tutti i nostri lettori una fuga nel deserto, magari al tramonto tra piramidi e resti di antichi templi, Assassin’s Creed: Origins ci ha fatto rivivere emozioni che solo Red Dead Redemption aveva saputo proporre ormai troppi anni fa.
  
Dal punto di vista tecnico il motore di gioco comincia a mostrare il fianco ai primi segni dell’età, sia ben chiaro la visione d’insieme del titolo è di prim’ordine e il motore di gioco è fluido e privo di scatti o evidenti errori ma il dettaglio dei cittadini qualunque e la loro moderazione non è propriamente al passo con i tempi. Grande cura è stata invece riposta nella costruzione degli scenari, nella loro atmosfera, nel renderli vivi e vibranti. Ottima anche la scelta cromatica in grado di esaltare tutti i colori tipici dell’Egitto e delle sue sfumature.
 
Decisamente buona anche la colonna sonora che ben si adatta alle situazioni proposte e al ritmo generale dell’avventura. Di alto livello anche il doppiaggio in italiano (vi ricordiamo che le lingue non inglesi devono essere scaricate a parte e hanno un peso di circa cinquecento mega) che riesce a calare ulteriormente il giocatore nella storia. 
 

Assassin's Creed: Origins
 

Assassin's Creed Origins

Assassin’s Creed: Origins è la miglior ripartenza che la saga di Assassin’s Creed potesse sperare. Summa di tutto il lavoro svolto da Ubisoft con gli altri titoli, l’ultimo capitolo della saga degli assassini prende il meglio delle produzioni passate e lo riversa in un open world che ha una caratteristica fondamentale: essere estremamente divertente. Come la saga ci ha abituato è sempre bello rivedere e giocare momenti storici realmente accaduti (seppur dovutamente e volutamente romanzati e distorti) e ancor più in una ambientazione come quella dell’antico Egitto dove la linea di divisione tra leggenda e realtà è davvero labile. Consigliato a tutti gli amanti di Assassin’s Creed e a tutti coloro che adorano il genere degli action adventure open world.

9

Trama 9.00

Gameplay 9.00

Arte e tecnica 9.00

Pro:

graficamente impressionante

storia ben narrata e interessante

Contro:

ripetitivo dopo svariate ore

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