Un mondo in rovina
Nel mondo videoludico, come in tutti gli altri settori, creare qualcosa di originale e innovativo è particolarmente complesso. Alle volte ci è capitato di trovarci davanti a giochi che sono stati in grado di creare un vero e proprio genere (o sottogenere) a se stante, tipo
Demon Souls giusto per citare il primo che ci capita per la mente; altre volte invece ci troviamo davanti a prodotti fortemente derivativi e privi di un vero e proprio spunto creativo.
Ash Of Gods: Redemption rientra purtroppo nella seconda categoria di qui sopra: il titolo attinge a piene mani da quel
The Banner Saga che tanto successo ha offerto al team di
Stoic Studio. Scopriamo insieme pregi e difetti dell'ultimo lavoro dei ragazzi di
Aurum Dust nella nostra
recensione di Ash Of Gods: Redemption per Nintendo Switch.
La trama di Ash of Gods: Redemption
Se c'è una differenza immediatamente visibile tra
Ash of Gods: Redemption e
The Banner Saga (perchè, è inutile che ci giriamo intorno
Ash of Gods: Redemption è praticamente una fotocopia del lavoro di
Stoic Studio) è nella sua componente prettamente narrativa e nella sua ambientazione. Se infatti il lavoro del team americano offre una ambientazione norrena dotata di un carisma e di uno spessore immediatamente tangibili, il lavoro del team di sviluppo cipriota ribalta le carte in tavola proponendo un racconto basato sui libri di
Sergey Malitsky ambientato in un mondo dark fantasy dalle tinte decisamente oscure dove dei, semidei e grandi eroi si scontrano seminando morte e violenza.
Parlare di una singola trama per
Ash of Gods: Redemption è forse riduttivo, il titolo offre infatti non una ma ben tre linee narrative distinte che fanno evolvere la trama in modo completamente diverso. Il giocatore è chiamato a impersonare ognuno dei tre protagonisti e vivere quindi le vicende di gioco da punti di vista completamente differenti. Come se questo non bastasse
Ash of Gods: Redemption offre ben sette finali differenti, elemento che allunga di parecchio (potenzialmente) la longevità del titolo. C'è un altro piccolo dettaglio che potrebbe stuzzicare l'interesse di molti di voi: la morte di uno dei protagonisti non fermerà il proseguimento della storia.
Le avventure narrate in
Ash of Gods: Redemption sono ambientate nel mondo di
Terminum un universo flagellato da una sorta di maledizione ciclica: ogni settecento anni la
Mietitura devasta un numero incalcolabile di uomini. Alcune misteriose entità, dette Mietitori, appaiono nel mondo e sterminano praticamente ogni cosa sia dotata del soffio della vita. Molti sono gli esseri che periscono sotto i colpi dei Mietitori ma una razza di esseri semi-immortali, gli
Umbra, sono tra i pochi a riuscire ad opporsi a questa carneficina. Nel gioco di
Aurum Dust vestiamo i panni di tre eroi che vivranno la Mietitura da punti di vista diversi e, più nello specifico, impersoneremo:
Thorn Brenin un anziano militare che combatte per la salvezza di sua figlia,
Hopper Rouley un
Umbra il cui obiettivo è quello di cercare una soluzione al massacro e infine
Lo Pheng un misterioso guerriero del nord.
Non vi sveliamo nulla del racconto per non spoilerarvi nulla sullo svolgersi degli eventi nel gioco ma possiamo garantirvi che
l'universo di Ash of Gods: Redemption è profondo e dannatamente sfaccettato.
Il gameplay di Ash of Gods: Redemption
Chi ha già giocato
The Banner Saga si sentirà letteralmente a casa propria in
Ash of Gods: Redemption. Il titolo di
Aurum Dust infatti riprende pari pari le meccaniche di gioco del titolo di
Stoic Studio e qui nasce, in effetti, il primo problema del titolo:
Ash of Gods: Redemption non prova nemmeno lontanamente ad innovare o modificare le meccaniche (già ampiamente sfruttate) dei
The Banner Saga e rischia di passare per essere classificato come un clone senza arte ne parte.
Fatta la doverosa premessa vediamo come si gioca ad
Ash of Gods: Redemption, fondamentalmente il gameplay del titolo è suddiviso in tre grossi "momenti", il primo che vede il nostro eroe di turno avanzare nella trama tra viaggi, dialoghi e spunti narrativi, il secondo dove saremo chiamati a sbrigare le questioni più pratiche del nostro team in una sorta di micro-gestionale mentre l'ultimo è quello più "denso" di azione: i combattimenti. Parliamo proprio del combat system di
Ash of Gods: Redemption, una volta sul campo di battaglia il titolo di
Aurum Dust si presenta come uno strategico a turni dove i nostri eroi e gli avversari si muovono su una scacchiera. Le meccaniche sono quelle viste e riviste in molti altri titoli, in buona sostanza ad ogni round siamo chiamati a muovere il personaggio di turno e decidere che approccio dare alla battaglia, se schierare una difesa, castare incantesimi o attaccare gli avversari. Ovviamente ogni eroe ha delle caratteristiche uniche che lo rendono più o meno adatto a determinati tipi di approcci. Anche il numero di caselle di movimento varia in base alle caratteristiche del personaggio selezionato.
Per cercare di dare maggior profondità al gameplay, i ragazzi di
Aurum Games hanno introdotto un sistema simile a quello dei card game con carte che permettono di potenziare i personaggi, agire sugli avversari e via di questo passo. Anche se il gameplay di
Ash of Gods: Redemption risulta abbastanza classico per il tipo di gioco non dovete pensare che portarsi a casa la vittoria sia una cosa da ragazzi: la difficoltà del titolo è infatti mediamente alta. Infine possiamo rassicurare i non anglofoni:
il titolo è localizzato in italiano e la traduzione è anche di buona fattura.
L'arte e la tecnica di Ash of Gods: Redemption
Sul fronte artistico e tecnico non abbiamo molto da dire, da questo punto di vista il lavoro svolto dai ragazzi di
Aurum Studio è davvero eccellente. Se anche in questo frangente dobbiamo necessariamente constatare come la somiglianza a
The Banner Saga risulti evidente, è altrettanto vero che la realizzazione pratica si attesta su livelli molto alti.
Artisticamente il lavoro svolto su
Ash of Gods: Redemption lascia a bocca aperta, il tratto dei disegni, l'utilizzo dei colori e la scelta delle palette cromatiche denotano un lavoro di ricerca in campo artistico di tutto rispetto. Anche la realizzazione degli ambienti di gioco e dei campi di battaglia non lascia spazio a dubbi riguardo la qualità complessiva dell'opera.
Ash of Geds: Redemption riesce a regalare degli scorci che lasciano senza fiato, da certi punti di vista il gioco sembra un cartone animato della Disney degli anni novanta.
Tecnicamente non abbiamo riscontrato problemi di sorta e durante le nostre
partite su Nintendo Switch non hanno evidenziato bug o errori che potessero compromettere l'avanzamento nel gioco o la sua giocabilità generale. Anche il comparto audio fa la sua parte e riesce a contribuire degnamente nella creazione delle fantastiche atmosfere di gioco.