In fondo al mar, in fondo al mar
Oggi parliamo di
Anoxemia, titolo uscito un paio d’anni fa su PC e approdato poco tempo fa anche su XBOX One e Playstation 4.
Anoxemia è un adventure puzzle ambientato nel fondo dell’oceano dove il protagonista si trova e dove si svolge la nostra avventura. Ma andiamo con ordine e vediamo come si comporta su console il titolo dei ragazzi di
BSK Games.
Ventimila leghe sotto i mari
Anoxemia racconta l’avventura di Bailey, della sua missione e del rapporto con ATMA. Bailey è un tecnico il cui scopo è quello di recuperare degli esemplari di vegetazione marina sul fondo dell’oceano. Quella che doveva essere un’operazione di routine si è presto trasformata in disastro su tutta la linea. Il sottomarino che ha portato Bailey a centinaia di metri di profondità si è schiantato contro una parete rocciosa lasciandolo abbandonato sul fondo dell’oceano.
La sensazione di abbandono è sempre costante in
Anoxemia e ci accompagna durante tutta l’avventura. L’unico compagno rimasto con noi è ATMA, un automa progettato per supportarci durante le operazioni di recupero, esso è in grado di scandagliare la zona, trovare le piante che dobbiamo raccogliere e guidarci nel nostro percorso, ma l’ossigeno cala inesorabilmente e la nostra forza vitale è bassa a differenza del rischio di lasciarci le penne.
La trama del gioco è raccontata tramite le sensazioni che il protagonista, Bailey, vive momento dopo momento, e presenta non pochi elementi di mistero. Qualcosa di strano circonda tutta l’avventura, Bailey può infatti ricaricare l’ossigeno tramite delle centrali di ricarica che sembrano posizionate di recente (come fa notare il protagonista in uno dei suoi monologhi) e perché sono posizionate proprio li, nel fondo del mare?
La storia di
Anoxemia viene raccontata attraverso delle tavole a fumetti che separano i vari livelli e attraverso i monologhi del protagonista e le sue riflessioni e, insieme alla tensione, sale anche la voglia di scoprire cosa sta succedendo realmente a Bailey e ad ATMA.
Un legame simbiotico
In
Anoxemia non pilotiamo direttamente Bailey ma ATMA, il robot che fa da supporto al protagonista della storia. Lo stesso Bailey più volte rifletterà sul perché ATMA si comporta in determinato modo (convinto nel gioco di controllare lui l’automa) e riflettendo sul fatto che il robot sembra essere “comandato da qualcun altro”.
BSK Games ha reso molto bene la legnosità dei movimenti compiuti centinaia di metri sott’acqua rendendo ogni passo e ogni azione del protagonista quasi difficoltosa, e trasmettendo un senso di lentezza anche quando la situazione richiederebbe rapidità di pensiero e movimento.
Questa lentezza artificiale è fondamentale per trasmettere l’ansia e l’angoscia mentre vediamo la barra dell’ossigeno scendere inesorabilmente.
Anoxemia non è un titolo facilissimo da padroneggiare ma indubbiamente regala soddisfazioni una volta passato il livello che ci sembrava tanto ostico. Nel gioco dobbiamo recuperare delle piante acquatiche evitando i vari pericoli che si nascondono tra le acque nere del fondo del mare.
La morte obbliga il giocatore a dover ricominciare il livello da capo, ma raramente questa avviene per cause che non sono legate a nostri errori più o meno grossolani, e ogni morte ci insegna come approcciare quella particolare situazione o puzzle ambientale.
Due dimensioni in fondo al mare
Sarà difficile ricordare
Anoxemia per la sua realizzazione tecnica, il titolo dei ragazzi di
BSK Games, mosso da Unity Engine non brilla certo per la sua parte tecnologica.
Anoxemia è infatti realizzato in modo piuttosto semplice ma c’è da dire che è stata posta una grande cura nella realizzazione delle ambientazioni e nel trasmettere la sensazione di tensione pressoché costante nel titolo. Anche il sonoro è limitato ma aiuta l’immedesimazione col protagonista e con l’avventura che sta vivendo.
Se da un punto di vista prettamente tecnico il lavoro di
BSK Games non verrà ricordato negli annali della storia dei videogame, dal punto di vista artistico e di game design
Anoxemia mostra carattere, sia nella scelta di raccontare la storia via monologhi di Bailey sia attraverso le tavole a fumetti (ottimamente realizzati) che separano un livello dall’altro.