Accompagna Albert nel suo viaggio nella Germania del 1939 alla ricerca di una strana ragazza.
Ci sono studi di sviluppo che, pur non presentando un titoli con impatto grafico da mascella a terra, hanno saputo attirare l’attenzione del grande pubblico con perle che difficilmente verranno dimenticate nella storia videoludica: il primo nome che salta alla mente è quello di Playdead che con Limbo prima e Inside dopo (qui la nostra recensione) hanno quasi creato un vero e proprio genere a parte. Oggi parliamo di un titolo che si ispira chiaramente a queste due perle: Albert and Otto.
Esattamente come per i due capolavori sopra citati, anche in Albert And Otto la trama del gioco no è chiara fin da subito ma toccherà a noi scoprirne i misteri e gli intrecci. Veniamo a noi, in Albert And Otto non troveremo lunghi dialoghi che narrano le vicende, ne voci fuori campo ad accompagnarci. L’inizio dell’avventura vede una ragazzina e il suo peluche a forma di coniglietto fuori casa, tutto sembra normale (oddio per quanto possa sembrar normale un mondo in bianco e nero e una ragazza con gli occhi vacui).
Tutto ad un tratto un fumo nero avvolge la piccola ragazza e il suo peluche facendoli sparire. Ed.è qui che entriamo in gioco noi, il nostro eroe infatti appare in cielo e si schianta a terra, proprio dove pochi attimi prima era posata la ragazzina. Soli e in un mondo grigio ci accingiamo quindi a proseguire per far luce sull’accaduto e capire cosa sta succedendo intorno a noi.
Poco più avanti ritroveremo anche il peluche della bambina e ci renderemo subito conto di quanto sia essenziale per sopravvivere in queste lande…
Se dal punto di vista estetico del titolo e da quello narrativo Albert And Otto è facilmente accostabile ai vari Limbo e Inside, da quello del gameplay il titolo di Nikola Kostic (unico sviluppatore del gioco!) si differenza non di poco vista la presenza del piccolo peluche rosso rendere le cose differenti. L’utilizzo combinato del il nostro piccolo aiutante personale (che ci offre dei poteri come il doppio salto) e la nostra pistola è decisivo per permetterci di proseguire indisturbati nei vari livelli che l’avventura ci propone.
Albert And Otto non è il classico platform dove arrivare alla fine del livello è l’unico nostro obiettivo, per arrivare infatti all’ambito traguardo il gioco di Kostic ci obbliga ad usare la testa, oltre che i riflessi. I livelli sono infatti cosparsi di piccoli puzzle ambientali che ci obbligano ad usare la testa e a dosare le abilità col joypad con quelle intellettive. Niente che richieda una laurea in astrofisica sia chiaro, ma spesso gli enigmi sono ben congegnati e faranno fermare a riflettere.
I controlli di gioco all’inizio risultano un po’ troppo legnosi ma proseguendo nell’avventura ci farete presto l’abitudine e dosare i salti e le varie azioni risulterà più immediato.
Inutile negarlo, dal punto di vista artistico Albert And Otto prende a piene mani dai titoli PlayDead e anche da lavori di più piccola caratura come Toby The Secret Mine (di cui potete leggere qui la nostra recensione). L’utilizzo delle sole tinte di grigio, con praticamente l’unica eccezione di Otto da al gioco una sua riconoscibilità e un suo certo carisma. La direzione artistica del titolo pur avvicinandosi ai sopracitati titoli riesce però a dare un suo tocco unico sopratutto nella rappresentazione dei protagonisti.
Il piccolo ragazzino e il coniglietto ne sono l’esempio più eclatante, gli occhi di questi ultimi, grandi e vacui vi resteranno impressi per diverso tempo. Un po’ sottotono il comparto audio che non riesce ad essere incisivo pur presentando una buona colonna sonora, va un po’ peggio con gli effetti sonori, appena sufficienti e privi di reale mordente.
Albert and Otto è una scommessa, un titolo che sicuramente vi farà divertire ma che difficilmente entrerà negli annali. L’atmosfera che il lavoro di Kostic riesce a creare è però riuscita, ben fatta e, per certi versi, anche incantevole. Il punto più debole della produzione è però dato dalla longevità, per arrivare ai titoli di coda vi saranno sufficienti poco più di un paio d’ore con un finale che vi lascerà con più domande che risposte. Consigliato se adorate le “atmosfere alla Limbo”.
Trama 7.00
Gameplay 6.50
Arte e tecnica 7.50
atmosfere ricercate
molto breve