La storia di un mondo finito
Un mondo finito, dimenticato, è proprio questo il protagonista di
AER: Memories of Old, ultima fatica dei ragazzi di
Forgotten Key e pubblicato da
Daedalic Entertainment. Questa volta il publisher si discosta dai suoi canoni standard per portarci in un mondo onirico denso di lore e di emozioni. Il titolo degli sviluppatori svedesi ci ha saputo emozionare e stupire, se volete scoprire anche voi il perchè continuate a leggere la nostra
recensione di AER: Memories of Old.
La trama di AER: Memories of Old
Più che parlare della trama in se e per se, è importante, in un titolo come
AER: Memories of Old discutere del suo potere emozionale e di come gli sviluppatori sono riusciti a creare un mondo magico, quasi onirico che si scopre man a mano che avanziamo nella storia e, contestualmente, che torniamo indietro con i ricordi. Partiamo subito col dire che il mondo di gioco dove si muove
Auk, la nostra protagonista, è un mondo diverso da quello narrato dai suoi antenati, un mondo per certi versi finito (un po' alla
Dark Souls per intenderci). Quello che vediamo, il mondo fatto di isole fluttuanti che percorriamo in ogni istante di
AER: Memories of Old è infatti solo l'ombra di quello che erano in passato questi luoghi. Ed è proprio grazie al passato che
Auk è chiamata a salvare il suo popola dall'incombente oscurità che minaccia (un po' come il Nulla de
La Storia Infinita) l'esistenza stessa del suo popolo e della sua patria. Ricevuta in dono dalla sacerdotessa Karah una lanterna in grado di risvegliare gli antichi dei, Auk dovrà passare da isola a isola per scoprire il lontano passato del suo regno, scoprire la storia del suo popolo e il modo per poterlo salvare.
Il bello della trama di
AER: Memories of Old è che pur nella banalità del tessuto narrativo, il tutto è narrato e proposto al giocatore in modo praticamente perfetto. Non ci vuole molto ad appassionarsi al mondo di Auk, alle sue storie, al suo passato e alla missione della nostra giovane protagonista. E' con questo meccanismo di immedesimazione e inclusione del giocatore nel mondo di gioco che i ragazzi di
Forgotten Key hanno saputo trovare la chiave di volta per rendere unica la loro produzione. Non vi sveleremo nulla della trama in se visto che la forza di
AER: Memories of Old sta proprio nell'esplorazione e nella scoperta del mondo di gioco ma possiamo dirvi che l'avventura di
Auk non vi porterà ai titoli di coda in pochissimo tempo: stiamo parlando di un gioco che arriva a fatica a durare una manciata d'ore (dalle due alle cinque), ma questo dipenderà anche da quanto vorrete esplorare e quanto vi soffermerete ad osservare paesaggi mozzafiato.
Il gameplay di AER: Memories of Old
Per parlare del gameplay di
AER: Memories of Old dobbiamo pensare a quale è lo scopo della produzione di
Forgotten Key: nel titolo degli sviluppatori svedesi infatti non si può morire, non ci sono nemici da combattere e non ci sono sezioni platform o action che metteranno a dura prova le nostre capacità di videogiocatori.
AER: Memories of Old si avvicina molto più al concetto di walking simulator che a quello di action o adventure del caso. Lo scopo del gioco è, come spiegavamo nel paragrafo precedente, quello di salvare il nostro mondo dalla calamità che minaccia di distruggerlo e per fare questo dobbiamo chiedere l'aiuto degli antichi dei. L'unica arma che
Auk possiede è una magica lanterna che permette di far rivivere il passato e potersi mettere in contatto con le antiche divinità.
AER: Memories of Old si presenta con la classica visuale in terza persona e propone al giocatore fondamentalmente due momenti di gioco vero e proprio, entrambi legati all'esplorazione: il primo legato all'esplorazione a terra, dove dobbiamo risolvere piccoli enigmi ambientali, raggiungere la statua della divinità e interagire con essa per scoprire un pezzo di passato fondamentale per la nostra causa. Il secondo invece è legato all'abilità della protagonista di trasformarsi in un falco e solcare i cieli per spostarsi da un'isola all'altra. Ed è proprio questa modalità di gioco che ci ha rapito e che ci ha fatto maggiormente apprezzare
AER: Memories of Old: la sensazione di libertà che il titolo restituisce in questi frangenti è quasi palpabile e librarsi nel cielo è, al contempo appagante e rilassante. Nel titolo sviluppato dai ragazzi di
Forgotten Key non dovrete combattere, ne prestare la millimetrica attenzione che è richiesta nei titoli platform ne tanto meno combattere come in un qualsiasi action 3D, in
AER: Memories of Old bisogna esplorare il mondo di gioco (in sostanza un open world) e raccogliere le testimonianze del passato per conoscere la storia del mondo di gioco e trovare il modo per combattere l'oscurità.
Pad alla mano
AER: Memories of Old si comporta benissimo, i comandi rispondono alla perfezione e pilotare
Auk, sopra tutto quando siamo in forma di falco è appagante. Anche utilizzando i joycon della
Switch (abbiamo provato il titolo sulla console di casa
Nintendo) in modalità handled non abbiamo trovato alcun tipo di difficoltà. Infine chiudiamo con una buona notizia per i non anglofoni:
AER: Memories of Old è localizzato in italiano e anche chi non è pratico con l'inglese potrà godersi a pieno ogni singolo pezzetto di storia.
L'arte e la tecnica di AER: Memories of Old
Ottimo anche dal punto di vista estetico
AER: Memories of Old riesce a staccarsi da molti titoli in commercio e, sopra tutto da quelli che più gli assomigliano come tipologia: è infatti la prima volta che ci troviamo di fronte ad un walking simulator (o presunto tale) con una grafica in low poly. La direzione artistica si sposa perfettamente con i mondi di gioco, con i ritmi e i tempi che la produzione impone al giocatore e riesce a creare scorci che, in certi frangenti, tolgono il fiato. Ottima anche la palette cromatica e la modellazione dei vari elementi, siano esse statue di un antico passato o animali che popolano il mondo di gioco piuttosto che i compagni della giovane
Auk.
Tecnicamente parlando il titolo si è comportato benissimo durante le nostre prove su
Nintendo Switch e, non che ci aspettassimo chissà che problemi tecnici, ci ha stupito la fluidità del titolo in se e delle sue animazioni. Anche l'accompagnamento sonoro contribuisce in maniera significativa a creare l'atmosfera giusta e a trascinare il giocatore in un mondo onirico che sembra uscito dalla mente di un vero e proprio artista.