Il peso delle scelte
Spesso ci è capitato recensendo giochi o seguendoli dal loro annuncio iniziale di aver letto frasi come "Il Dark Souls in 2D", "Ispirato a Super Mario" e via di questo passo. Molte case di produzioni o sviluppatori partono infatti prendendo come punto di riferimento titoli più importanti e blasonati; in alcuni casi i risultati sono eccellenti e sono tutti felici e contenti, in altri i risultati non arrivano e quindi il paragone rischia di affossare ancora di più la produzione. Perchè questa (così macabra) introduzione oggi? Perchè, purtroppo, in parte il caso di
A Knight’s Quest, il titolo di cui parliamo oggi, rientra nella seconda categoria di cui abbiamo parlato. Il titolo sviluppato da
Sky 9 Games e pubblicato da
Curve Digital infatti non riesce a brillare come speravamo ma non andiamo troppo oltre, seguiteci nella nostra
recensione di A Knight’s Quest e vi spiegheremo tutto!
La trama di A Knight’s Quest
Lasciamo da parte quanto detto in apertura e scopriamo insieme la trama che si cela dietro
A Knight’s Quest. Il titolo sviluppato da
Sky 9 Games mette il giocatore nei panni di
Rusty un giovane apprendista avventuriero (o apprendista cavaliere che dir si voglia) sempre dedito alla ricerca di nuovi dungeon e nuovi tesori in una sorta di continua lotta con se stesso per continuare a migliorare se stesso e le proprie abilità.
A Knight’s Quest inizia quando
Rusty, al termine dell'ultimo dungeon di cui è andato all'esplorazione ha risvegliato (per errore) un male antico che ora minaccia di distruggere definitivamente il mondo di gioco.
A conti fatti, sopra tutto a detta dei più saggi e più anziani, l'unica speranza per il mondo intero è trovare i tre valorosi cavalieri che già un tempo sconfissero la grande minaccia e portarli sul luogo del misfatto, il loro intervento (nei piani dei nostri personaggi) dovrebbe mettere la parola fine alla crisi e riportare pace e serenità nel regno. Visto che la causa di tutto è stato, volente o nolente, il nostro eroe spetterà proprio a lui mettersi in cammino per cercare i tre cavalieri e salvare così l'umanità tutta. Durante il nostro viaggio
Rusty avrà modo di crescere sia a livello personale che "tecnico" apprendendo nuove tecniche di combattimento e nuove magie che lo aiuteranno ad affrontare l'avventura fino alle sue battute finali.
Come avrete ben capito la trama non offre degli spunti particolarmente originali e tutto nel titolo sa un po' di già visto: sembra che
A Knight’s Quest manchi di carisma, di "presenza" e qui ci riallacciamo al discorso fatto in apertura: quando si presenta un titolo e si prende come punto di riferimento la saga di
Legend Of Zelda è chiaro che il pubblico fa subito un confronto tra i due e, sopra tutto scontrandosi con colossi del calibro del titolo
Nintendo è facile uscirne con le ossa rotte. Anche
Zelda non ha mai presentato trame da Oscar ma la differenza sta nella narrazione che il titolo della
Grande N fa, nel modo in cui la storia evolve, in quel magico magnetismo che i titoli di
Nintendo sanno trasmettere, magnetismo che (purtroppo) in
A Knight’s Quest è completamente assente.
Rusty non è assolutamente un eroe sui generis, è molto (troppo) stereotipato e, a parte qualche uscita divertente, si rischia di dimenticarsi rapidamente di lui.
Il gameplay di A Knight’s Quest
Lo stesso discorso che abbiamo fatto per la parte narrativa e legata alla trama lo potremo ripetere per quella prettamente collegata al gameplay.
A Knight’s Quest può essere incasellato (cercandogli un genere di appartenenza a tutti i costi) nel calderone degli
action GDR con elementi di
metroidvania memoria.
Durante il nostro peregrinare tra una location e l'altra al nostro eroe
Rusty vengono affidati diversi incarichi, alcuni più semplici ed altri più complessi con un sistema di quest e sub-quest che, pur nella sua semplicità, riesce a divertire e a variare l'avventura almeno un minimo offrendo al giocatore un minimo di varietà. E' vero che le sottoquest solitamente non offrono chissà che particolarità ma è anche vero che il gioco prova a presentare situazioni e missioni varie.
Per portare a termine la propria missione
Rusty potrà (e dovrà) fare affidamento non solo sulla sua spada e il suo fidato scudo ma anche su una serie di abilità speciali (sbloccabili durante l'avanzamento) che gli consentiranno di controllare il fuoco, il ghiaccio, il vento e il tempo, queste stese abilità sono alla base della struttura stessa dell'avventura poichè una volta acquisite apriranno strade precedentemente bloccate (e da qui la deriva da metroidvania del titolo). I puzzle proposti sono divertenti e, pur senza avere dei guizzi di fantasia importanti, riescono a strappare più di un sorriso senza dover far spremere a fondo le meningi al giocatore.
Pad alla mano
A Knight’s Quest si comporta discretamente bene, il combat system non è niente di innovativo e il sistema soffre a volte di problemi con le hitbox ma per il resto combattere con gli avversari risulta divertente, senza troppe pretese e senza troppi tecnicismi ma comunque godibile (sopra tutto per i casual gamer o per i giocatori più giovani, vero target di questa produzione). Purtroppo dobbiamo segnalare l'assenza della lingua italiana, se volete giocare
A Knight’s Quest dovete avere una conoscenza almeno basilare dell'inglese per poter comprendere quello che sta accadendo intorno a voi.
L'arte e la tecnica di A Knight’s Quest
Ed eccoci a parlare della componente artistica e tecnica del titolo. Come scrivevamo poco sopra il problema più grande di
A Knight’s Quest risiede forse nella sua mancanza di carisma e di charme che rende la produzione di
Sky 9 Games un semplice "titolo fra tanti", un gioco che non riesce a spiccare (come vorrebbe) tra le altre produzioni. Parte del demerito va proprio alle scelte di natura stilistica e artistica:
A Knight’s Quest non sembra avere una propria anima: prende spunto dal fantasy classico per determinati ambienti e locazioni, utilizza una grafica "cartoonesca" che sa di già visto e in genere quello che vedrete a video avrete (spesso) la sensazione di averlo già visto da qualche altra parte prima.
Il problema del carisma è il problema più evidente e, purtroppo, non possiamo attribuire questa mancanza al basso budget di produzione o al fatto che il titolo sia sviluppato da una software indipendente perchè abbiamo già visto più volte in passato titoli a basso budget avere una propria e chiara identità (così su due piedi salta subito in mente
Oceanhorn: Monster of Uncharted Seas per esempio).
Anche dal punto di vista tecnico è presente qualche magagna: il mondo di gioco è spoglio e qualche glitch e bug di troppo rischiano di rovinare anche quei pochi momenti "epici" che l'avventura riesce ad offrire. Durante la nostra prova su
XBOX One X non abbiamo riscontrato problemi prestazionali ma alcuni bug ci hanno dato particolarmente fastidio.