L'oscurità dentro
Forse ai più giovani il nome di
Frederick Raynald non dirà molto, ma per i più anzianotti è un nome che fa riaffiorare nella mente dei ricordi ben precisi. Il signore in questione è infatti il papà di
Alone in the Dark (quello originale uscito per pc tanti anni fa, non quella mezza ciofeca riproposta per
XBOX 360 e
Playstation 3 nella scorsa generazione), uno dei progenitori del genere horror in ambito videoludico. Il designer francese è tornato sulla scena per proporci un titolo decisamente fuori dagli schemi, più intimo e più
scuro, oggi parliamo di
2Dark.
Una storia triste
La trama di
2Dark è tanto semplice quanto triste, il titolo inizia con il signor
Smith che decide, nella primavera del 1969, di passare un tranquillo week end in un campeggio con la propria famiglia.
Smith ha la classica famiglia felice, con una adorabile moglie e due figli e il week end in campeggio sembra essere il classico momento per passare del tempo insieme, ma qualcosa va storto. Intanto che il nostro eroe cerca di montare la tenda un urlo proveniente dalla foresta lo terrorizza, è l'urlo di sua moglie, che è andata con i ragazzi a cercare legna per il fuoco.
Corso nel bosco vede la moglie fatta (letteralmente) a pezzi e un furgone allontanarsi con a bordo i suoi figli, e così inizia la nostra storia... Paura eh? (cit.). Distrutto dalla perdita di moglie e figli
Smith vive nell'ombra a
Gloomywood una tetra cittadina nella costante ricerca di indizi che possano far luce sulla scomparsa dei propri pargoli e sull'omicidio di sua moglie. Sono passati ormai sette anni quando l'ex investigatore sembra riuscire a trovare una pista che lo riconduca al tragico evento....
Una lama nel buio
2Dark è un titolo in cui il senso di orrore non viene trasmesso tramite mostri soprannaturali o eventi di natura inspiegabile, no l'orrore viene dipinto e rappresentato tramite azioni terribili che vengono perpetrate nei modi più tremendi e che vanno a colpire tutti, anche i più piccoli.
Nel titolo di
Gloomywood impersoniamo
Smith sette anni dopo la sua tragica perdita, il gioco mostra una visuale dall'alto e offre tutte le meccaniche tipiche dei giochi horror e dei survival con un pizzico di stealth, quanto basta.
In ogni livello il nostro scopo sarà quello di trovare gli indizi che ci aiutino a far luce sull'accaduto e salvare i bambini dalle grinfie dello psicopatico di turno, facendo sempre molta attenzione a sfruttare l'oscurità a nostro vantaggio.
Smith è un ex-investigatore, certo, ma non è Rambo, e poter cogliere gli avversari di sorpresa è fondamentale per riuscire a portare a casa la pelle e in questo frangente
2Dark mostra tutte le potenzialità del suo gameplay.
Affrontare gli avversari a viso aperto è un'opzione possibile ma non consigliabile, infatti molti di loro non cadranno tanto facilmente e il rischio di finire al tappeto e sempre molto alto, molto meglio un approccio più silenzioso e meno invasivo, un approccio che sappia sfruttare l'oscurità e i coni d'ombra.
La struttura dei livelli è sempre ben realizzata e congeniale al gameplay e alle sue dinamiche. Preparatevi ad armarvi di pazienza e di spirito di esplorazione perchè conoscere bene la struttura del livello, i pattern di ronda degli avversari e la loro posizione è fondamentale per uscirne vittoriosi, in questo però si annida una meccanica
trial and error che rischia di rendere il gioco monotono. L'altro lato della medaglia mostra invece livelli molto articolati che permettono approcci diversi e diversificati per raggiungere lo stesso obiettivo aumentando la rigiocabilità del titolo.
Cinquanta sfumature di oscurità
Dal punto di vista dell'art direction è stato fatto un lavoro eccezionale per portare sui nostri monitor un mondo dalle tinte dark e scure, cupe.
Il mondo di gioco è rappresentato da ambientazioni decadenti, oscure, terribili, che trasmettono al giocatore un senso di sconfitta e orrore. Molto è stato fatto anche per la caratterizzazione di
Smith che per certi versi ricorda
Max Payne in un turbine di emozioni che lo vedono protagonista e un vortice di disgrazie che lo fa scendere verso il lato più scuro della natura umana. Ma in tutta questa oscurità resta un po' di spazio per la speranza, per i bambini salvati dalle mani di esseri orribili.
La scelta di utilizzare una visuale quasi dall'alto da al titolo un aspetto decisamente fuori dal comune, così come la scelta di rappresentare i personaggi come un mucchio di pixel, originale ed estremamente caratteristico.
Anche dal punto di vista del sonoro il titolo di
Frederick Raynald e
Gloomywood non delude e propone temi adatti ed effetti sonori che aiutano l'immersione nell'ambiente di gioco.