La guerra, la guerra non cambia mai, quasi
Sono passati pochi giorni dall'11 novembre, il giorno che segnò la chiusura del primo grande conflitto mondiale. L'Europa fu straziata dal più grande conflitto che l'umanità conobbe con un numero di morti impressionante e una ferita che faticò a cicatrizzarsi (e infatti la
Seconda Guerra Mondiale è arrivata a dimostrare che gli screzi rimasero). Tenuta molto spesso in sordina rispetto alla
Seconda Guerra Mondiale, la
Grande Guerra vide un rinato interesse (in campo videoludico) con produzioni importanti negli ultimi anni (
Valiant Hearts approdato da poco anche su
Switch e
Battlefield 1 su tutti). Oggi siamo qui per parlarvi dell'ultima fatica di BANDAI Namco e di
Yoan Fanise:
11-11: Memories Retold, un'avventura grafica ambientata durante la
Prima Guerra Mondiale. Vediamo insieme come se la cava questo nuovo titolo nella nostra
recensione.
La trama di 11-11: Memories Retold
Yoan Fanise è un personaggi che probabilmente molti persone non conoscono eppure è un game designer dietro
Valiant Hears, titolo a basso budget che
Ubisoft portò su XBOX 360, PC e Playstation 3 diversi anni fa. Il titolo mosso da
UbiArt Framework ha fatto scender epiù di una lacrima a diversi videogiocatori e raccontava la storia di uomini comuni durante la
Prima Guerra Mondiale. Oggi, dopo essere passato da Ubisoft a
BANDAI Namco, il designer Francese ci presenta la sua nuova avventura grafica:
11-11; Memories Retold, un titolo che farà sicuramente parlare di se, sia per il comparto grafico che per quello narrativo, ma andiamo con ordine.
Essendo un'avventura grafica non vi sveleremo molto della trama, ma vi daremo le informazioni di base per inquadrare il titolo. In
11-11: Memories Retold impersoniamo due uomini comuni che si scontrano quotidianamente con la vita durante la prima Guerra Mondiale:
Harry e
Kurt, che vedono la guerra da due punti di vista decisamente diversi, uno infatti è un fotografo francese e il secondo un ingegnere alla ricerca del figlio disperso. Entrambi si trovano in trincea ed entrambi non sognava un futuro nell'esercito ne tanto meno con un fucile in mano.
Le loro storie scorrono parallelamente fino alla battaglia di Vimy dove i destini dei due si incrociano e da quel momento affronteranno insieme la guerra, con tutto quello che questo comporta.
11-11: Memories Retold vi porterà a prendere decisioni importanti e, a seconda delle scelte fatte, avrete a disposizione ben sette finali differenti. Su questo punto dobbiamo però dirvi che solo le ultime decisioni influiranno realmente sulla trama e questo è in parte un peccato. 11-11: Memories Retolds offre un buon comparto narrativo e la storia, seppur non eccedendo in originalità, si lascia "ascoltare" fino alle battute finali.
Il gameplay di 11-11: Memories Retold
Se la storia narrata in
11-11: Memories Retold è riuscita a destare il nostro interesse e non ci abbiamo messo molto ad appassionarci alle vicissitudini di
Harry e
Kurt, dal punto di vita del gameplay l'ultima fatica di
Yoan Fanise e dei ragazzi di
DigixArt e
Aardman Studios mostra il fianco a più di un problema. Pad alla mano
11-11: Memories Retold non ha infatti molto da offrire, la maggior parte del tempo la passeremo portando oggetti da una parte all'altra dell'area in cui ci troviamo.
Le aree in cui possiamo muoverci sono diverse e ben caratterizzate, si passa dai paesini in montagna alle trincee girando per molti altri ambienti, durante queste fasi possiamo parlare con i nostri compagni ed amici, scambiarci oggetti e approfondire le loro storie e, di riflesso, quella del conflitto stesso. In sostanza ci troviamo di fronte ad una serie di mini-giochi che vanno dalla riparazione di oggetti a scattare foto o trovare elementi nello scenario. A rendere il tutto un po' troppo piatto ci si mette la "
regia" del titolo che tende a utilizzare ambienti e interazioni con i personaggi poco incisive e sopra tutto poco calati nella parte.
I nostri commilitoni infatti sembrano vivere la vita senza il trasporto che un evento come quello della
Grande Guerra si presuppone imponga. Sotto il profilo del gameplay
11-11: Memories Retold si avvicina molto ad un walking simulator e, solo durante la seconda fase dell'avventura l'iterazione con gli elementi di gioco si fa più accesa facendo riprendere interesse ai giocatori.
L'arte e la tecnica di 11-11: Memories Retold
Se c'è un punto su cui
11-11: Memories Retold lascia a bocca aperta e divide pubblico e critica è senza ombra di dubbio la sua direzione artistica. Il lavoro svolto dai ragazzi di
DigixArt e
Aardman Studios è infatti decisamente pioneristico e originale: il motore che muove l'avventura di
BANDAI Namco tratta il mondo di gioco come se fosse la tela di un quadro in cui su muovono i protagonisti, il tutto come se fosse dipinto in tempo reale. Giocare a
11-11: Memories Retold fa sentire il giocatore all'interno di un quadro impressionista, dove ogni elemento a schermo è disegnato utilizzando pennellate virtuali anzichè poligoni.
Se artisticamente la produzione è senza dubbio interessante non possiamo non sollevare alcuni dubbi sulla sua effettiva funzionalità all'interno del gameplay: questa tecnica che offre un colpo d'occhio di sicuro impatto non riesce ad essere però veramente espressiva andando ad appiattire le espressioni dei personaggi e i dettagli dell'ambiente. C'è da dire che il sistema è senza dubbio originale e che offre agli utenti un approccio al gioco completamente diverso da quello a cui siamo solitamente abituati (qualcosa di simile l'avevamo visto in
Beyond Eyes che avevamo recensito diverso tempo fa). Un plauso va invece alla colonna sonora, epica, corposa e carica di phatos, quest'ultima da sola riesce a reggere parte della caratterizzazione artistica dell'intera produzione.
Durante la nostra prova non abbiamo assistito a problemi tecnici che abbiano compromesso l'esperienza ludica. Infine possiamo tranquillizzare tutti i non anglofoni perchè
11-11: Memories Retold è sottotitolato in italiano.