7.00

Recensione in breve Sixty Four per PC

E se l'universo fosse nato così, da una macchina? Scopriamo la verità nella recensione di Sixty Four per PC

La mano di Dio

Da dove veniamo? Chi ha creato l'universo? Queste e molte altre domande esistenziali assillano l'uomo fin dalla notte dei tempi, fin da quando, il nostro cervello, si è evoluto a tal punto da permetterci di pensare, ragionare e dare un senso a tutto quello che ci circonda. Come mai questo inizio così filosofico oggi, quasi metafisico? Beh il perchè è presto detto, siamo ancora un attimo scossi da Sixty Four, titolo sviluppato da Oleg Danilov e pubblicato da Playsaurus (che ci ha fornito una copia del gioco per poterlo provare). Bene, dopo diverso tempo passato ad estrarre cubi da un infinito spazio bianco siamo pronti per raccontarvi la nostra esperienza con titolo nella recensione di Sixty Four per PC (giocato su Steam Deck).
 

 

La trama di Sixty Four

È difficile parlare di Sixty Four, è difficile perchè già inquadrare il titolo di Oleg Danilov non è assolutamente cosa banale. Certo, a prima vista lo si può definire il "classico giochino in flash troppo cresciuto" ma poi, andando a scavare sotto una superficie di pochi colori, di tratti semplici e di poche righe di testo, si può scoprire un mondo parallelo, un qualcosa di ben più complesso e stratificato che un semplice mucchio di linee e macchine che si possono posizionare su un infinito piano bianco. Ecco, forse infinito è proprio un termine che rende l'idea e che fa subito pensare a concetti astratti. La nostra prima sensazione, una volta avviato Sixty Four per la prima volta è stato un senso di smarrimento, un senso di abbandono e impotenza che poche volte abbiamo provato avviando un videogioco.
   

 
Ma Sixty Four è un gioco che, per certi versi, gioca col videogiocatore, lo stimola a provare, a testare. E così, ci rendiamo conto che, in questa pagina bianca, in questa enorme pagina bianca (i cui limiti sono dati solo dalle dimensioni del nostro monitor) qualcuno sta parlando, o forse è meglio dire chattando? Si, pare che qualcuno chieda che fine abbiamo fatto e cosa stiamo facendo in quel preciso momento (non preoccupatevi se non sapete l'inglese Sixty Four è localizzato in italiano ma dovete selezionare la lingua prima dell'avvio della partita). Ci si rende così conto che selezionando la macchina al centro dell'immenso foglio bianco qualcosa emerge intorno ad essa, cubi neri, cubi che possono essere distrutti (previa la pressione continua del mouse (o sullo schermo, nel caso giochiate su Steam Deck) per ottenere una sorta di materia con la quale costruire altre macchine, macchine che si integrano tra loro, senza uno scopo apparente se non quello di crescere, di moltiplicarsi. Lo sviluppatore afferma che Sixty Four è la rappresentazione di quello che successe pochi secondi prima della creazione dell'universo, nella chat si scambiano pensieri il creatore e un uomo arrivato miliardi di anni prima. Provate a rivedere tutto quello che abbiamo scritto in quest'ottica e valuterete in modo completamente diverso sia il bianco totale (e alienante ndr.) delle battute iniziali sia le macchine e la loro funzione intrinseca.
 

 

Il gameplay di Sixty Four

Ok, la lore del titolo (se così possiamo chiamarla ndr.) se spiegata fuori campo dallo sviluppatore o da un recensore terzo (hey, come possiamo essere noi! ndr.) acquista un suo certo fascino. Certo che venendo al gameplay vero e proprio di Sixty Four le cose si fanno un attimo più intricate perchè prendere confidenza con i meccanismi che regolano questo strano e complesso mondo non sono sempre immediati. Certo, se da una parte la meccanica alla base del titolo è estremamente lineare e semplice da intuire: una, o più, macchine sono in grado di estrarre dal suolo blocchi di materia di varia natura e con questa materia si possono costruire nuovi macchinari che incrementano efficienza e aprono a nuovi strumenti fino a costruire sistemi molto complessi che interagiscono tra loro generando... già generando cosa? 
  

Sixty Four è un titolo misterioso che sa appassionare il giocatore, se si viene assorbiti dal mondo di Sixty Four è difficile uscirne e il titolo si trasforma nel classico gioco da "due minuti e stacco" e si fanno le tre di notte...

 
Ecco quindi che vedere il proprio micromondo crearsi, automatizzarsi e crescere fa esaltare e così si passa da momenti in cui si cerca di capire cosa potrebbe fare il nuovo strumento che il gioco mette a disposizione ad altri dove si pianifica una crescita continua del mondo di gioco. Si passa da avere pochi elementi a schermo a trovarsi di fronte a sistemi complessi che quasi si autogestiscono, tutti sotto l'attenta supervisione del giocatore. Sixty Four non è un titolo che si apprezza fin dai primi minuti di gioco ma è un titolo in grado di regalare grandi soddisfazioni a chi sa dedicargli il giusto tempo, il giusto ritmo.
 
Se sembra che non siamo stati chiari è perchè è difficile descrivere il gioco se non lo si vede in azione: immaginatelo come un gestionale dove, al posto di costruire edifici e raccogliere le classiche risorse vi trovate in un mondo dove tutto sembra ridotto all'essenziale e dove le risorse vengono generati da cubi che dovrete (sopra tutto nei primi momenti di gioco ndr.) distruggere voi manualmente consumando il tasto del mouse (o il touch di Steam Deck se state giocando sulla portatile di casa Valve). I comandi di gioco sono immediati e semplici e abbiamo giocato a Sixty Four sfruttando al massimo il touch screen di Steam Deck (ma anche con mouse e tastiera si gioca benissimo).
 

 

L'arte e la tecnica di Sixty Four

Anche dal punto di vista artistico Sixty Four cerca un approccio estremamente minimale e, per certi versi, autoriale. La linea guida che sembra aver guidato Oleg Danilov nella realizzazione del titolo è infatti quella della estrema semplicità e chiarezza. Tutto, dall'interfaccia di gioco fino ai vari elementi presenti sullo scenario, è pensato per essere di immediata comprensione e di facile individuazione. I vari elementi, pur nella loro semplicità stilistica, sono dotati di dettali e la cura generale (che si vede anche e sopra tutto nella fluidità delle animazioni) è evidente fin da quando si avvia il gioco per la prima volta. 
 
Dal punto di vista tecnico non abbiamo molto da dire, Sixty Four è un titolo leggero che non mette certamente alla forca il vostro sistema. Durante le nostre partite su Steam Deck non abbiamo riscontrato ne bug ne problemi di sorta, certo c'è da prendere un po' di confidenza col sistema di controllo touch ma per il resto non abbiamo molto altro da aggiungere.
 

 

Sixty Four

Sixty Four è un titolo molto particolare, un gioco che a prima vista potrebbe sembrare banale, ma che ti trascina in un vortice. Dal punto di vista del gameplay Sixty Four chiede al giocatore "solo" di posizionare le varie macchine e di cliccare (davvero tanto all'inizio) ma ci si rende presto conto che se non si pianificano bene le proprie azioni si rischia di rimanere bloccati. Siamo rimasti affascinati dal contesto narrativo, dal substrato di lore del gioco che mette sul tavolo diversi spunti di pensiero assolutamente non banali. Se siete alla ricerca di un gestionale / puzzle (possiamo definirlo così? ndr.) Sixty Four potrebbe essere assolutamente da tenere in considerazione.

7.00

Trama 7.50

Gameplay 7.00

Arte e tecnica 8.00

Pro:

originale

premessa narrativa profonda

Contro:

gameplay ripetitivo

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