I ricordi vanno spesso lasciati dove sono
Ed eccoci oggi a parlare del ritorno di un grande classico, un titolo cult che ha fatto divertire milioni e milioni di videogiocatori sul finire degli anni '80. Molti di voi non erano ancora nati, molti altri si, alcuni (come il sottoscritto) hanno speso un sacco di mance e monetine nel vecchio coin op e altri ancora non sanno minimamente di cosa stiamo parlando:
Operation Wolf Returns: First Mission. Remake sviluppato dai ragazzi di
Virtuallyz Gaming e pubblicato da
Microids (che ringraziamo per averci fornito un codice per provare il gioco) che torna su PC e console con una versione non VR, proprio quella di cui parleremo oggi. Mettete da parte il vostro mitragliatore virtuale e seguiteci nella
recensione di Operation Wolf Returns: First Mission per PC.
La trama di Operation Wolf Returns: First Mission
Più che parlare della
trama di Operation Wolf Returns: First Mission che possiamo riassumere in pochissime righe (
e più sotto lo faremo, non vi preoccupate ndr.) conviene fare un salto indietro di oltre trent'anni e tornare nel lontano 1987, momento in cui, nelle sale giochi di tutto il mondo faceva il suo ingresso
Operation Wolf, titolo a cui questo remake si rifà. I tempi allora, inutile dirlo, erano completamente diversi dal giorno d'oggi, ai videogiochi si giocava principalmente in sala giochi e ogni partita la si pagava cara. Ecco che il cabinato di Operation Wolf era uno dei più ambiti per due semplici motivi :gameplay immediato e semplice da imparare e, secondo e più importante, per giocare si impugnava una mitragliatrice che si usava come controller, questo basta a farlo diventare il centro della sala.
Chiaramente le cose al giorno d'oggi sono ben diverse, le sale giochi non esistono (quasi) più e gli sparatutto su rotaia sono un genere che definire in via d'estinzione è già un atto di fede. Questo non ha però fermato i ragazzi di
Virtuallyz Gaming nel voler creare un remake del famoso titolo:
Operation Wolf Returns: First Mission. La trama di questa nuova versione resta la stessa di una volta (anche se, in questa occasione, è vista in chiave più parodistica) e vi vede vestire i panni di
Roy Adams e affrontare (per meglio dire, smitragliare) eserciti ed eserciti di miliziani. Rimane invariata l'ambientazione tropicale come nel primo episodio. Al netto di questo nel titolo si spara e non si fa molto più. Prima di passare a parlare del gameplay vi ricordiamo che
Operation Wolf Returns: First Mission è localizzato in italiano.
Il gameplay di Operation Wolf Returns: First Mission
Per chi non avesse mai sentito parlare di
sparatutto su rotaie sappia che il genere (di cui fa parte
Operation Wolf Returns: First Mission) si gioca come un classico FPS con la grande differenza che tutta la componente di movimento resta in carico al gioco, il giocatore deve unicamente puntare, caricare e sparare. Il fatto di limitare al massimo le movenze del personaggio da parte del giocatore è uno dei motivi per cui il genere si adatta ad essere giocato su dispostivi VR. Fatta la dovuta premessa non possiamo che dirvi che il
gameplay di Operation Wolf Returns: First Mission ricalca fedelmente quello del titolo originale dove ci troveremo a crivellare avversari su avversari a colpi di fucile, mitragliatrici ecc.
Operation Wolf Returns: First Mission cerca di far rivivere le emozioni del titolo originale ma molte di esse sono legate ai nostri ricordi più che al gioco in se e per se
Operation Wolf Returns: First Mission è composto da sei missioni (
un po' poche per un titolo del 2023, vero? ndr.) che potrete affrontare sfruttando le quattro armi che il nostro protagonista ha a disposizione: e cioè, il classico
fucile a pompa, un
mitragliatore pesante, un maneggevole
Uzi e la fedele
Desert Eagle che si ritrova in praticamente ogni gioco di guerra tra gli anni '80 e '90. Quello che il giocatore è chiamato a fare è mirare gli avversari, lasciare fuori i civili o le persone che non riguardano il conflitto e fare fuoco sterminando tutto quello che gli si para dinnanzi. Se un tempo questa meccanica sembrava incredibile e totalmente realistica al giorno d'oggi siamo abituati ad avere qualcosa di più dal gunplay e dal gameplay di un titolo e, a meno che non siate appassionati del genere, Operation Wolf Returns: First Mission rischia di venirvi a noia abbastanza preso. Se invece vivete di pane, amore e ricordi, probabilmente, il titolo di
Virtuallyz Gaming e
Microids saprà esaltarvi come un tempo.
L'arte e la tecnica di Operation Wolf Returns: First Mission
Operation Wolf Returns: First Mission è un remake e, sul
piano artistico, il lavoro svolto dai ragazzi di
Virtuallyz Gaming è interessante e cerca di svecchiare il titolo originale staccandolo dalla grafica in pixel per portarlo in un mondo 3D colorato e quasi comico. Da una parte abbiamo apprezzato il lavoro svolto mentre dall'altra questa realizzazione quasi da cartone animato rischia di stemperare un po' troppo il clima del gioco. È anche vero che il titolo era stato pensato principalmente per piattaforme VR e quindi sdrammatizzare il tutto aveva un suo senso.
Dal punto di vista tecnico non abbiamo molto da dire, il motore di gioco è pensato per essere leggero e fruibile in ambienti 3D. I vari modelli poligonali non sono i migliori visti in circolazione ma, nel complesso, il titolo rende bene a schermo. Durante le nostre partite non abbiamo notato rallentamenti di sorta ne bug che potessero impedire la progressione. Bene anche il comparto sonoro che si adatta molto bene al genere e al titolo.