Tante influenze, forse troppe...
Ci capita spesso di avere a che fare con titoli che cercano di mixare e unire generi diversi, recuperando il meglio da ognuno di essi. Oggi parliamo di un titolo che ci ha provato ma il cui risultato finale non è propriamente quello desiderato. Stiamo parlando di
LOST EPIC, gioco sviluppato da
Team EARTH WARS e pubblicato da
One or Eight (che ringraziamo per averci fornito un codice per testare il tutto), se volete saperne di più non dovete far altro che continuare a leggere la nostra
recensione di LOST EPIC per Nintendo Switch.
La trama di LOST EPIC
Come dicevamo nell'introduzione
LOST EPIC è una sorta di mix di vari titoli e generi, il gioco sviluppato dai ragazzi di
Team EARTH WARS cerca di prendere quanto di buono fatto da altre produzioni e di condensarlo nella propria ma purtroppo il risultato finale non è esattamente quello sperato e già dalla trama si vedono le prime crepe nel disegno del team di sviluppo. LOST EPIC prende spunto dalle opere di
FROM Software per dare l'incipit iniziale alla narrazione: all'inizio del gioco infatti vedrete il vostro alter ego rappresentato come un'ombra che vaga nella foresta fino a raggiungere la dimora di una strega. È qui che prendere l'aspetto che avremo nella nostra avventura ed è così che la nostra ombra si impossesserà di un corpo vero e proprio.
Non passerà molto tempo e verremo a conoscenza che siamo in questo mondo per affrontare una missione e per salvare il mondo: i vecchi dei devono morire e un nuovo ordine deve essere ricostituito (non
ricorda anche a voi qualcosa di già visto e sentito?). È con questo incipit che saremo lanciati nel mondo di gioco con l'obiettivo di salvare il mondo e ristabilire l'ordine e la pace. Vi ricordiamo che
LOST EPIC non è localizzato in italiano e quindi se non conoscete la lingua inglese potreste trovare problemi durante il corso dell'avventura.
Il gameplay di LOST EPIC
Se la narrazione del titolo è sommaria e sa di già visto sul fronte del
gameplay le cose non vanno molto meglio per il titolo di
Team EARTH WARS che cerca di unire meccaniche da souls like a quelle di metroidvania a componenti da action RPG. Iniziamo parlando dei comandi di gioco che sono decisamente semplici e che non richiedono al giocatore chissà che skill per poter combinare combo o attacchi letali. In
LOST EPIC potrete infatti attaccare, saltare e utilizzare le vostre abilità speciali (le
Divine) per eliminare gli avversari, accumulare esperienza, salire di livello e proseguire.
LOST EPIC cerca di prendere il meglio da tanti videogiochi ma non riesce a trovare un proprio focus
Non mancano le caratteristiche tipiche dei
souls like come la perdita dell'esperienza una volta passati a miglior vita (salvo poi recuperarla nel caso torniate sul punto della vostra morte) e un tentantivo di rendere il titolo "più difficile", tentativo però vano che non ci siamo trovati davanti a elementi strutturati e pensati (come accadeva per esempio in
Salt & Sanctuary) ma più che altro ad un livello della difficoltà altalenante dove la difficoltà è resa (sopra tutto) dall'impossibilità o quasi di utilizzare fiaschette curative. Intendiamoci, le fiaschette curative ci sono ma per craftarle dovrete sterminare nemici su nemici e quindi il loro utilizzo dovrà essere terribilmente centellinato. Non manca chiaramente l'aumento di livello per dare un senso di progressione come si vede in praticamente tutti gli action RPG in circolazione.
L'arte e la tecnica di LOST EPIC
Anche dal punto di vista tecnico la sensazione è che
LOST EPIC non abbia una sua direzione artistica ben definita e che gli sviluppatori abbiano cercato di mettere un po' di ingredienti in un grosso calderone per poterne estrarre qualcosa di buono... purtroppo non è andata così. Alcuni elementi di design e di stile ricordano i lavori di
Vanillaware (vi invitiamo per altro a leggere la
recensione di GrimGrimoire Oncemore per avere un'idea dello stile grafico della software house giapponese) ma non riescono a competere con quelli originali. Abbiamo trovato piacevoli alcune ambientazioni e alcuni personaggi ma nulla che possa realmente bucare lo schermo.
Chiude il discorso tecnico e artistico un motore grafico che gestisce il tutto senza far però gridare al miracolo, durante le nostre partite su Nintendo Switch abbiamo incontrato anche qualche bug che, seppur non gravissimo, denota una cura non eccessiva nella realizzazione del gioco. Piatta infine anche la soundtrack, decisamente dozzinale.