Viaggio al centro della terra
Certo, è passato più di un anno dalla sua pubblicazione su
Nintendo Switch ma non avevamo ancora avuto occasione di parlarne e, visto che
Secret Mode ci ha fornito un codice per testare il gioco siamo qui a raccontarvi come è andata la nostra prova con
Little Orpheus, gioco sviluppato dai ragazzi di
The Chinese Room. Se volete fare un viaggio al centro del nostro pianeta prendete tutto il necessario e lanciatevi con noi nella nostra
recensione di Little Orpheus per Nintendo Switch.
La trama di Little Orpheus
Avete presente i "favolosi anni 60"? La corsa allo spazio? Quel periodo in cui per dimostrare la propria forza le superpotenze di allora avevano messo come obiettivo la conquista del cosmo? Ecco, visti con gli occhi di oggi quei periodi possono risultare ancora più mitici di quanto lo fossero. La
trama di Little Orpheus ricalca proprio quei momenti cambiando un po' la narrazione e il punto di arrivo. Se infatti
Stati Uniti e
Unione Sovietica puntavano alle stelle nell'universo alternativo di
The Chinese Room le due superpotenze miravano alla conquista del centro della terra. Non si va quindi verso le stelle ma verso il cuore del nostro pianeta.
È con questo incipit che, vestendo i panni del nostro protagonista,
Ivan Ivanovich, ci imbarcheremo in un'avventura che prende molto dai romanzi di fantascienza di
Julies Verne e, sopra tutto, da
Viaggio al centro della terra. Ecco quindi il nostro piccolo eroe (un eroe a cui non farete fatica ad affezionarvi) si ritrova a vivere una serie di avventure che lo porteranno ad affrontare mostri assurdi attraverso otto episodi (ognuno dei quali dura circa mezz'ora). Non vi racconteremo nulla per non rovinarvi la sorpresa ma sappiate che
Little Orpheus è localizzato in italiano e che quindi, anche se non conoscete la lingua inglese, potrete capire perfettamente quello che succede a video.
Il gameplay di Little Orpheus
Dal punto di vista del
gameplay Little Orpheus è classificabile come adventure platform di stampo molto classico fra l'altro. Il gameplay non è certamente il perno della produzione e lo si capisce fin dai primi attimi in cui si impugna il pad (o la console nel caso di
Nintendo Switch). Il titolo sviluppato dai ragazzi di The Chinese Room è infatti molto semplice: nei vari livelli sarete chiamati a muovere Ivan per il mondo di gioco cercando di evitare di finire sbranato o disintegrato dai vari esseri che popolano il sottosuolo.
Little Orpheus vuole far vivere un (bel) viaggio al videogiocatore e ci riesce alla grande.
Da un certo punto di vista sembra quasi che
Little Orpheus abbracci un po' la filosofia dei walking simulator ma in salsa platform (d'altra parte gli sviluppatori sono gli stessi di
Dear Esther). Il cuore pulsante del titolo è da ricercarsi nel viaggio, nell'avventura che il protagonista affronta cercando di portare il giocatore con se. E dobbiamo dire che Little Orpheus riesce a pieno nel suo obiettivo. Certo, proseguendo nei livelli vi troverete ad avere a che fare anche con semplici puzzle ma nulla pensato per mettere in difficoltà il videogiocatore.
L'arte e la tecnica di Little Orpheus
Ed eccoci a parlare della componente più importante e riuscita di tutta la produzione: il comparto artistico e tecnico,
Little Orpheus è dannatamente bello da vedere e da "vivere". La direzione artistica è ricercata, curata e nulla è lasciato al caso, dalla scelta delle palette cromatiche al design di ambientazioni e creature. La stessa realizzazione di
Ivan Ivanovich è frutto di uno studio da parte del team di sviluppo.
Molto bene anche il comparto tecnico della produzione che, anche grazie al piccolo schermo di Nintendo Switch, riesce a regalare scorci mozzafiato. Durante le nostre partite su
Nintendo Switch non abbiamo mai riscontrato problemi di sorta o rallentamenti che potessero inficiare il gameplay. Bene anche il comparto audio che si adatta perfettamente al tipo di atmosfera proposto dalla produzione.