Il 1400 tra le mani
Oggi parliamo del porting su Switch di un titolo che molto ha fatto parlare di se ai tempi della sua uscita dividendo il popolo dei giocatori in due grandi fazioni: chi l'ha amato e chi ha contestato i problemi (
non pochi a dire il vero ndr.) del titolo. Stiamo parlando di
Kingdom Come: Deliverance che, da pochi giorni, è disponibile anche su
Nintendo Switch. Inutile dire che non credevamo possibile il porting del titolo sulla console della Grande N perchè il buon Kingdom Come aveva già dato problemi anche su console ben più corazzate, eppure eccoci qui a parlarvi proprio del suo porting. Grazie ad un codice ricevuto dal publisher abbiamo avuto modo di provare il titolo e vogliamo parlarvi dei pregi e dei difetti della produzione. Mettetevi comodi e preparatevi per un viaggio nel 1400 con la
recensione di Kingdom Come: Deliverance Royal Edition per Nintendo Switch.
La trama di Kingdom Come: Deliverance
La trama di
Kingdom Come: Deliverance Royal Edition è rimasta la stessa di cui vi abbiamo già parlato nella nostra
precedente recensione. D'altra parte la cosa non stupisce visto che non stiamo parlando di remake o di che altro ma del semplice (
oddio, semplice quando si tratta di portare i titoli su Switch è una parola un po' grossa ndr.) porting per Nintendo Switch ma, questa raccolta non si limita al gioco base ma include anche i DLC rilasciati successivamente e di cui non vi abbiamo parlato nella recensione per ovvi motivi (
tipo che non erano ancora usciti? ndr.). In questa nuova edizione (che potete trovare anche per le altre piattaforme in cui il titolo è stato pubblicato) trovano spazio tutti i DLC del titolo e cioè:
Treasures of the Past,
From the Ashes,
The Amorous Adventures of Bold Sir Hans Capon,
Band of Bastards e
A Woman's Lot. Già di suo Kingdom Come: Deliverance offriva al giocatore molte ore di gioco e questi contenuti aggiuntivi allungano ulteriormente la già ottima longevità del prodotto.
Abbiamo incorporato i contenuti di YouTube. Poiché YouTube potrebbe raccogliere dati personali e tracciare il tuo comportamento di visualizzazione, caricheremo il video solo dopo aver acconsentito all'uso dei cookie e tecnologie simili a quelle descritte nella loro
Privacy policy
Acconsento, mostra il video
Come dicevamo la trama del titolo è rimasta la stessa, nel titolo vestiamo i panni di Henry, il figlio del fabbro di Skalica un piccolo villaggio Boemo del 1400. Henry non è un mercenario o un soldato fatto e finito e ci troveremo presto in un mezzo ad una situazione ben più grande di noi. La trama di
Kingdom Come: Deliverance è il perno centrale su cui si basa tutta la produzione e il racconto riesce a dimostrarsi interessante anche dopo svariate ore di gioco. Rimasti soli dopo l'assalto al villaggio che ci vede, miracolosamente, salvi non abbiamo più niente da perdere e, mossi dal desiderio di vendetta e dall'istinto di sopravvivenza, non abbiamo molto tempo per ripensare al passato. Nei panni di Henry dobbiamo ricostruire la nostra vita in un mondo, quello medievale, che non si curerà di noi e che si dimostrerà ben più crudele di quello che pensiamo. Ci ricordiamo inoltre che anche la versione per Nintendo Switch di
Kingdom Come: Deliverance è localizzata in italiano (almeno per quanto concerne i sottotitoli).
Il gameplay di Kingdom Come: Deliverance
Come scrivevamo in apertura al tempo della sua uscita
Kingdom Come: Deliverance spacco la critica in due: da una parte si schierarono quelli che andarono oltre i limiti tecnici e i problemi oggettivi della produzione e ne esaltarono il lato ruolistico mentre dall'altra si disposero quelli che non riuscivano ad accettare i problemi tecnici, e in alcuni casi legati al gameplay vero e proprio della produzione. Noi abbiamo apprezzato il sistema ruolistico della produzione e, al netto degli evidenti difetti, possiamo dire di esserci divertiti con il titolo di
Warhorse Studios sopra tutto per l'approccio da vero gioco di ruolo della produzione. In
Kingdom Come: Deliverance non c'è posto per la magia o per esseri soprannaturali: il titolo mostra un mondo, quello medievale, molto realistico dove violenza e soprusi sono all'ordine del giorno. Se siete alla ricerca di un titolo che vi porti attraverso le crudeltà del medioevo siete assolutamente nel posto giusto.
I difetti di Kingdom Come: Deliverance sono presenti in questa versione come nell'originale e la stessa cosa si può dire per i pregi.
Fondamentalmente in
Kingdom Come: Deliverance il giocatore è chiamato a vivere la vita di Henry, tra battaglie, tradimenti e cospirazioni in un mondo violento e che non lo considera minimamente. Nel titolo sarete uno qualunque, uno dei tanti, il figlio di un contadino che sta cercando di salire la scala sociale combattimento dopo combattimento, incontro dopo incontro. Proprio il combat system era uno dei punti più critici del gameplay perchè, in effetti, era legnoso e lento, ben distante dalle produzioni di questo tipo. Ecco, anche in questa versione il combat system è rimasto invariato: per prendere confidenza col sistema di controllo vi servirà più di qualche manciata di ore ma, una volta che ci avrete preso la mano le cose cambiano in modo radicale. Il sistema di crescita del personaggio è molto interessante in Kingdom Come: Henry potrà infatti migliorare le proprie abilità compiendo le varie azioni e questo vi permetterà di forgiare il vostro alter ego a seconda del vostro comportamento.
Abbiamo giocato a
Kingdom Come: Deliverance su Nintendo Switch in modalità portatile e dobbiamo dire che giocare con i joycon attaccati alla console è stato abbastanza problematico, se ne avete l'opportunità conviene utilizzare un pro controller che avvicina l'esperienza di gioco a quella su
XBOX,
Playstation o
PC.
L'arte e la tecnica di Kingdom Come: Deliverance
Ed eccoci al paragrafo che, probabilmente, interessa di più i lettori di questa nuova recensione:
come se la cava Kingdom Come: Deliverance su Nintendo Switch? Dal punto di vista artistico nulla è cambiato quindi se avevate apprezzato lo stile molto crudo e realistico del titolo originale qui vi troverete subito a casa. Ovviamente il colpo d'occhio generale ha subito un certo ridimensionamento (
anche se anche il titolo originale non è che faceva proprio cadere la mascella eh... ndr.) ma il look 'n feel possiamo dire che è rimasto invariato. Alcuni personaggi sono ottimamente caratterizzati e risultano assolutamente interessanti, altri sono dimenticabili esattamente come lo erano nella precedente versione.
Siamo qui però per raccontarvi come gira
Kingdom Come: Deliverance su
Nintendo Switch e, se consideriamo la ridotta potenza della portatile di casa Nintendo, il lavoro svolto da
Saber Interactive (che si è occupata del porting) ha dell'incredibile. Ovvio che non può essere paragonato alla versione PC o alle altre versioni console ma la resa estetica di
Kingdom Come: Deliverance risulta comunque apprezzabile, sopra tutto se lo giocate in modalità portatile. Il piccolo schermo permette infatti di limare qualche difetto e il frame rate risulta assolutamente più stabile rispetto alla modalità docked. Ovvio, non dovete aspettarvi i 60 fps ne una risoluzione da capogiro
ma Kingdom Come: Deliverance si fa giocare molto bene su Switch. Restano da segnalare dei tempi di caricamento abbastanza lunghi. Niente da dire sul comparto sonoro, non ci sono modifiche sostanziali rispetto alla versione PC ma, se volete apprezzare meglio l'audio vi consigliamo un paio di cuffie.