Oggi parliamo delle edizioni fisiche e dei contenuti fisici che stanno andando a morire, ma vediamo la luce in fondo al tunnel!
Nell’editoriale di oggi (non ne pubblichiamo molti ad onor del vero) volevo parlare di una questione discussa da parecchio tempo e in molti luoghi ma su cui non mi sono mai espresso direttamente: le edizioni fisiche e il loro lento, inesorabile declino.
Sono sempre stato un appassionato sostenitore delle edizioni fisiche dei giochi, un po’ per collezione, un po’ per passione. Vedere allineate nella libreria giochi su giochi mi ha sempre dato una sensazione di “sicurezza”, come se i giochi che ho acquistato siano sempre li, a ricordarmi che, volente o nolente posso giocare come e quando voglio. Oltre al fatto di avere qualcosa di fisico che mi desse la certezza di poter giocare al netto del successo di una piattaforma ludica o meno c’è sempre stato, fin da bambino, un altro elemento che mi ha fatto adorare le edizioni fisiche dei giochi: il loro contenuto. Ed oggi? Cosa è rimasto dei nostri cari vecchi videogiochi in edizione fisica?
Ricordo quando mia madre mi portava al negozio di giocattoli per prendere il tanto sudato The Story of Thor per SEGA Megadrive di turno. Tutto era un’emozione, dal “viaggio” in macchina verso il negozio Giocheria (esistono ancora?), fino all’arrivo di fronte agli scaffali, a cercare il titolo che poteva essere stato acquistato pochi minuti prima da un altro ragazzino. Il viaggio di ritorno era già parte della fruizione del gioco stesso, mi ricordo come scartavo la confezione prestando attenzione a non rovinare nulla e, intanto che mia madre guidava verso casa, cominciavo a leggere il libretto intravedendo le avventure che, di li a poco, avrei vissuto in prima persona. Oggi non riesco più ad approcciare con lo stesso “cuore” l’acquisto di un gioco, son passati tanti anni lo so, sono cresciuto e, di sicuro è cambiato anche il mio approccio alla “passione videoludica”. Parte delle cose che sono cambiate sono le edizioni fisiche stesse dei giochi, ormai ridotte ad un mero contenitore di dischi o, ancora peggio, di codici di download (come successo per l’eccellente Cuphead che abbiamo recensito tempo fa). In questo buio pseudo totale dove mi ritrovavo (al netto di qualche edizione “da collezione” con qualche contenuto extra interessante) una tenue luce mi ha mostrato un raggio di speranza: Headup Games. Il piccolo publisher tedesco ci ha fornito la review copy di The Binding Of Isaac per Nintendo Switch e, con mia grande incredulità una volta aperta la confezione non ci ho trovato solo il libretto, ma anche degli adesivi, non volevo credere ai miei occhi. La magia si è ripetuta un paio di settimane fa quando mi sono visto recapitare Wonder Boy The Dragon’s Trap per Nintendo Switch e le cose sono andate ancora meglio: all’interno della piccola custodia tipica dei giochi Switch trovavano posto un mini cd con i sample dell’ottima colonna sonora, un libretto a colori e un piccolo portachiavi a forma di draghetto.
Capisco benissimo che i publisher devono sostenere sicuramente più costi rispetto al passato e che la tendenza sia quella di convertire i videogiocatori completamente al digitale saltando, di fatto, la catena distributiva tradizionale, ma mi chiedo se in tutto questo non si sia perso qualcosa. Dal mio punto di vista il “gioco” che acquistavo da bambino o che compro tutt’ora non è fatto solo del software, certo quello è il motivo per cui compro il prodotto, ma anche il contorno, la custodia, i contenuti sono parte del prodotto. Il libretto che ormai è diventato un “se siamo buoni scaricati il pdf dal sito” è una grave perdita, era una piccola guida, un qualcosa che ti faceva sembrare più fisico il tuo acquisto. Sarò che sono nostalgico di mio, sarà che per me la passione per i videogiochi passa anche dalla collezione in bella mostra in libreria ma questa lenta e inesorabile transizione al digitale mi lascia un po’ con l’amaro in bocca. Se da una parte la comodità del digitale è sotto gli occhi di tutti, niente supporti da inserire per poter giocare, centinaia di giochi installati sulla console senza dover occupare spazio fisico, ecc ecc dall’altra il romanticismo dei titoli fisici e dei suoi orpelli mi manca e sono convinto mi mancherà sempre di più.
E voi? Siete già passati completamente al digitale? Acquistate soltanto le edizioni da collezione perché tenete ancora ad avere dei “contenuti in più” oppure continuate ad acquistare i videogiochi in edizione tradizionale e orami avete rinunciato ai libretti ecc?
Dotemu e Playdigious hanno annunciato che Wonder Boy: The Dragon's Trap è disponibile su dispositivi iOS e Android