Anche i castori hanno un cervello
Ci è capitato spesso sulle nostre pagine di parlare di titoli folli, giochi che avevano alla loro base dei concetti assurdi. Bene, il titolo di oggi rientra senza dubbio in questa categoria: stiamo parlando di
Timberborn, city builder di
Mechanistry (che ringraziamo per averci fornito un codice di test per provare il gioco) che vede protagonisti dei castori in un mondo dove la razza umana è ormai estinta. Ora, al netto del fatto che ce la stiamo mettendo davvero tutta per estinguerci il fatto di vedere dei simpatici roditori alle prese con le problematiche classiche della nostra società, il gameplay del titolo è riuscito a conquistarci e vogliamo raccontarvi le nostre impressioni nell'
anteprima di Timberborn (che attualmente è in Early Access) giocato su
Steam Deck.
La trama di Timberborn
Da buon
city builder Timberborn non gode di un comparto narrativo di alto livello, il titolo di
Mechanistry infatti, al netto delle opzioni messe a disposizione in fase di avvio non offre un percorso realmente guidato alle meccaniche di gameplay. Non avrete modo di avere delle missioni che vi spronino a progredire nell'avventura: solo la vostra voglia di far evolvere la vostra cittadina di castori vi aiuterà a tenere botta e a migliorare in continuazione la vostra città rendendola una vera e propria metropoli.
Ecco, se l'assenza di una trama possiamo comprenderla la cosa che ci ha lasciato un po' di sasso è
l'assenza di un vero e proprio tutorial. Su questo punto conviene fare una ragionata per un motivo molto semplice: in Timberborn non avrete mai una voce fuori campo che vi da delle spiegazioni (avete presento i
suggerimenti di Civilization VI? Ecco scordateveli). Dovrete cercare voi di capire come funzionano le varie meccaniche di gameplay e come dovete (o potete) interagire con i vari elementi di gioco. Essì che il titolo ci prova a costruire una sorta di tutorial ma non da le informazioni essenziali, la vostra prima partirà sarà infatti semi-guidata da degli obiettivi che servono per mettervi a conoscenza degli strumenti in vostro possesso più che avere l'obiettivo di formare realmente il giocatore.
Fortunatamente però
Timberborn è localizzato in italiano e quindi sarete in grado di comprendere gli obiettivi e leggere le descrizioni dei vari elementi anche se non conoscete la lingua inglese. La speranza è che col progredire della fase di Early Access il team di sviluppo pensi ad introdurre un tutorial più strutturato che possa aiutare realmente i giocatori ad avvicinarsi al titolo perchè
Timberborn di idee buone ne ha e sarebbe un peccato vedere giocatori che "mollano il colpo" perchè si sentono spaesati.
Il gameplay di Timberborn
Se c'è invece una componente che, fin da ora, dimostra come il titolo di
Mechanistry sia degno di nota è il
gameplay. Timberborn infatti si distacca dai classici
city builder grazie all'introduzione di meccaniche uniche ed interessanti che rendono il gameplay vario e mai scontato. Partiamo dal fatto che, come potrete immaginare per un titolo con dei castori come protagonisti, l'acqua svolge un ruolo centrale del gameplay. D'altra parte i simpatici roditori vedono nell'acqua il loro habitat naturale ed è chiaro che, insieme al legname, il liquido più importante sulla faccia della Terra abbia un ruolo da protagonista nel titolo.
Timberborn è un city builder che non ha paura di introdurre meccaniche originali all'interno della produzione.
È proprio l'acqua che costituisce l'elemento cardine su cui si basa il gameplay del titolo: al netto che nella mappa in cui vi trovate le risorse idriche siano più o meno presenti la prima cosa di cui dovrete occuparvi è quella di fare in modo che questa fluisca, copiosa, nel luogo dove andrete a costruire il vostro insediamento. Si, perchè sia per motivi alimentari che prettamente strutturali non potrete prescindere dall'avere a che fare con l'acqua. Ecco quindi che dovrete comprendere abbastanza rapidamente come costruire dighe e acquedotti, essenziali per far defluire l'acqua ma anche per conservarla e renderla accessibile in luoghi che non ne sono raggiunti. È interessante notare come gli sviluppatori abbiano poi
implementato un sistema fisico realistico per la gestione dell'acqua: le leggi di Archimede valgono in Timberborn e una loro conoscenza (anche basilare) è essenziale per capire come muovere i fluidi nella vostra città.
Non mancano ovviamente i momenti di raccolta delle risorse (come legname e cibo) indispensabili per far progredire e crescere il vostro insediamento. Un altro elemento distintivo della produzione è la sua caratteristica che vede la possibilità di costruire elementi n verticale come una necessità più che un'opzione. La costruzione o l'espansione di edifici verso l'alto è infatti un tassello fondamentale per strutturare (e ottimizzare al meglio) gli spazi presenti nel gioco. Ma se tutto questo (a parte il fatto di avere un'occhio di riguardo proprio sul sistema idrico) è più o meno presente anche in altri titoli la possibilità di creare dei piccoli (o grandi) automatismi nel gioco apre ad un ventaglio di possibilità che difficilmente un city builder è in grado di offrire ai propri videogiocatori. Invece
Timberborn lo fa e mette nelle mani del giocatore la possibilità di automatizzare processi e creare flussi, un po' come avviene in titoli come
Satisfactory (se poi vi siete persi la nostra
recensione del titolo di
Coffee Stain Studios vi invitiamo a leggerla). Certo, le dinamiche non sono, in questo caso, così profonde ma vale la pena ricordare che
Timberborn apre anche a tutto quel ventaglio di possibilità che questo genere di opzioni consente.
L'arte e la tecnica di Timberborn
Pur nella sua semplicità artistica abbiamo apprezzato molto il lavoro svolto dai ragazzi di
Mechanistry sul fronte estetico e questo per varie ragioni. Prima di tutto per la scelta dei protagonisti stessi del titolo: quei castori che abbiamo visto spesso rappresentati come esseri poco intelligenti e che invece riescono a fare cose che nemmeno l'uomo sarebbe stato in grado. Seconda (ma forse primaria per importanza) la capacità del team di sviluppo di costruire un mondo di gioco che possa sembrare verosimile (pur nel suo assurdo background) con tanti elementi "umani" visti con gli occhi di un castoro.
Dal punto di vista tecnico non abbiamo molto da dire:
Timberborn funziona bene su Steam Deck (piattaforma su cui abbiamo giocato il titolo). Certo, la dimensione delle icone a schermo e del testo non aiuta a mettere in pensione gli occhiali ma, al netto di questo (e magari giocato su un monitor più grande), il titolo di Mechanistry gira molto bene sulla portatile di casa
Valve.
Bene anche il comparto audio che si adatta molto bene al contesto del titolo.