La Svezia degli anni 80
Fin dal suo annuncio
Generation Zero ci ha colpiti e siamo sempre andati alla ricerca di nuove informazioni e piccole chicche sullo sviluppo del gioco. I ragazzi di
Avalanche Studios ci hanno permesso di partecipare alla closed beta del gioco (nel nostro caso su
XBOX One) e vogliamo raccontarvi come è andata la nsotra avventura nelle fredde terre del nord europa. Se siete curiosi e anche voi volete saperne di più seguiteci nella nostra anteprima di
Generation Zero.
Sembra tutto troppo tranquillo...
Una volta avviato,
Generation Zero ci chiede subito di creare il nostro alter ego virtuale e già da queste prime schermate i più anziani tra voi sentiranno odore di anni 80 come non succedeva da tempo. Ogni personaggio proposto sembra infatti uscito da una serie TV
anni 80: il metallaro, il nerd e via di questo passo, ognuno di loro porta oggetti e abbigliamento tipico dell'epoca. Una volta scelto il nostro eroe (non vi diciamo chi abbiamo scelto, lo lasciamo indovinare a voi), veniamo lanciati immediatamente nella narrazione: siamo di ritorno da una battuta di pesca e, una volta approdati sul molo vicino a casa ci troviamo immersi nel mondo di
Generation Zero. Tutto sembra troppo traqnuillo, non che i paesini svedesi sembrino proprio Time Square ma si sente subito che c'è qualcosa che non quadra. Ci avviciniamo quindi verso casa nostra ed è subito chiaro come, durante la nostra assenza, sia accaduto qualcosa di poco piacevole. Recuperiamo quindi un po' di oggetti in giro per la casa e una pistola scarica. Saliamo fino alla mansarda e, grazie ad un binocolo, riusciamo a scorgere dei lampeggianti di un auto della polizia poco distante da noi. Scesi dal tetto ci avviciniamo all'auto e la troviamo vuota, senza nessuno intorno. Qualcosa di strano attira la nsotra attenzione: una specie di braccio robotico è li di fianco alla vettura. Senza porci troppe domande il gioco ci affida il secondo "compito": investigare l'accaduto e dirigersi verso la chiesa. E' proprio lungo il tragitto che facciamo la conoscenza di una strana specie di robot zoomorfi che, senza troppi fronzoli, cercano di mettere rapidamente fine alla nostra vita: è così che entriamo nel vivo del titolo di
Avalanche Studios:
Generation Zero.
Questi sono i prii minuti del gioco, minuti che vi abbiamo riassunto in modo molto semplice giusto per raccontarvi l'incipit ma possiamo garantirvi che vissuti "dal vivo" sono stati costellati da attimi di tensione e piccoli colpi di scena. Non vogliamo dilungarci oltre sia per non rovinare la sorpersa a nessuno sia perchè vogliamo parlarvi subito del gameplay perchè abbiamo buone notizie anche da li.
Non di solo pane vivrà l'uomo...
Generation Zero è un action open world con meccaniche survival che fa dell'ambientazione originale e degli scontri a fuoco il suo punto di forza e dalla closed beta questa sua anima è uscita prepotentemente. Per chi non è avvezzo ai survival o non gradisce quelli troppo "realistici" qui può tirare un sospiro di sollievo:
Generation Zero non vi obbligherà infatti a mangiare e a bere, ma sarà essenziale recuperare i materiali che si trovano in giro per le ambientazioni per poter creare oggetti indispenzabili alla nsotra sopravivvenza. E visto che si parla di robot che odiano la razza umana e che vogliono disintegrare ogni singola forma di vita gli passi davanti ai sensori, essere sempre preparati è una conditio sine qua non per non passare a guardare le margherite dalla parte delle radici. Durante la
closed beta di Generation Zero non abbiamo avuto modo di provare la componente cooperativa (il titolo
Avalanche Studios può infatti essere affrontato in solitaria o in cooperativa con un team fino a quattro giocatori) ma già gioandolo in singolo abbiao potuto fare un po' di test e di prove, sia per quello che riguarda gli scontri a fuoco che per i momenti stealth o di fuga. Partiamo subito con gli scontri a fuoco contro i robot, scontri che ci vedono protagonisti contro avvesari che variano dalle dimensioni di una tigre fino a quelle di un
T-Rex: l'intelligenza artificiale degli avversari ci è sembrata al momento ben calibrata, i robot ci rilevano, iniziano ad attaccare e cercano di recuperarci ed eliminarci anche se tentiamo la fuga. I pattern di attacco non sono incredibilmente complessi ma non vanno sottovalutati sopratutto quando questi ultimi
attaccano "in branco". Ci è capitato di dover ripiegare sotto un ripido pendio per trovare rifugio dietro un grosso masso ed avere così il tempo di utilizzare un medikit e tornare all'attacco. La
fuga per la ricerca di un punto "tranquillo" è stata decisamente adrenalinica e "
realistica" (per quanto possibile ovviamente). Anche caricare la nostra pistola è un'operazione che porta via tempo e che, nelle fasi concitate del combattimento obbliga il giocatore a restare concentrato e a cercare delle coperture tra la vegetazione o le varie case e strutture presenti nel gioco. Nel prossimo paragrafo parleremo meglio della realizzazione degli ambienti (sia naturali che urbani) ma possiamo già anticiparvi che il design delle ambientazioni ci ha catturato e, da quello che abbiamo potuto vedere, gli sviluppatori hanno utilizzato tutta l'esperienza fatta su
theHunter: Call of the Wild per realizzare ambienti naturali verosimili e funzionali al gameplay. Per il mondo di gioco sono anche sparsi una serie di collezionabili, noi abbiamo trovato carte da gioco e nani da giardino in vari punti della mappa (anzi quasi tutte le carte in una singola postazione ma tantè). Anche la componente stealth volge un ruolo importante nel gameplay, in molti casi infatti cercare di passare inosservati è molto più conveniente che non cercare un approccio frontale alla battaglia visto che le munizioni sono scarse e vanno utilizzate con prudenza.
Le meraviglie della natura
Pur trovandoci di fronte ad una beta siamo rimasti piacevolmente colpiti dalla componente aristica e tecnica che i ragazzi di
Avalanche Studios hanno messo in campo. La cosa che ci ha colpito di più è senza ombra di dubbio l'ambientazione che i ragazzi svedesi hanno messo in pista: in
Generation Zero si respira davvero aria di
anni 80 da tutti i pixel e non solo, il level design è davvero "nordico" sotto tutti i punti di vista; dal molo in cui attracchiamo con la barca fino alle rigogliose foreste fitte di sempreverdi e pendii, dai massi in cui possiamo trovare riparo fino alle strade illuminate da fievoli luci o neon intermittenti. Una nota di merito va fata alla realizzazione della vegetazione, realistica e varia e che, inoltre, apre delle nuove strade al gameplay sfruttando i boschi come ripari o come ambienti per sfuggire dagli avversari che sono sulle nostre tracce. Tecnicamente
Generation Zero non si può certo definire "imponente" ma il colpo d'occhio è di tutto rispetto e anche senza avere milioni di poligoni a schermo i modelli sono realizzati abbastaza bene, così come le animazioni dei robot e dello stesso protagonista. La colonna sonora e il comparto audio è poi un vero e proprio tuffo nelle sonorità
anni 80, con musiche che sembrano uscite da
Terminator ed effetti sonori che riescono ad aumentare notevolmente l'immersività.