Vita da polipi
Il mondo dei videogiochi è colorato e vario, ok spesso ci troviamo ad avere a che fare con le solite saghe anno dopo anno, ma in altri casi (sopratutto da piccole produzioni indipendenti) arrivano idee strampalate e originali.
Ocotodad: Dadliest Catch fa parte di questa seconda categoria, nei panni di un polipo dobbiamo cercare di vivere una vita normale con la nostra famiglia.
Continuiamo nell'analisi del gioco con la nostra recensione.
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Vivere, è passato tanto tempo, vivere
In
Octodad: Dadliest Catch impersoniamo un polipo, il capofamiglia di una comunissima famiglia americana.
Siamo sposati (con una normalissima donna) abbiamo due figli (anch'essi normalissimi), abbiamo la nostra casa nel classico quartiere residenziale in puro stile americano e un lavoro, sembra che intorno a noi nessuno si accorga che siamo diversi, che siamo un polipo vestito da uomo. O meglio, quasi nessuno perchè in realtà, l'antagonista del gioco (il malvagio Chef) ha capito che c'è qualcosa di strano e vuole trasformarci in un sushi di polipo.
Durante la nostra avventura dobbiamo quindi svolgere tutte le azioni che chiunque di noi compie, preparare la colazione, portare a scuola i ragazzi, preparare da mangiare, dormire e andare a lavorare, ci viene chiesto in sostanza di vivere una vita "normale".
E allora muoviti muoviti
Come potete vedere dal video introduttivo i primi minuti di
Octodad: Dadliest Catch sono davvero complicati, padroneggiare il sistema di controllo è tutto fuorchè facile. Si perchè in
Octodad dobbiamo comandare il nostro eroe come se fossimo dei burattinai, qualsiasi movimento, qualsiasi azione dobbiamo guidarla noi. Abbiamo già visto un meccanismo di gameplay simile (anche se in quel caso l'azione si svolgeva prevalentemente su due dimensioni) in
Manual Samuel (di cui qui potete leggere
la nostra recensione) e anche in questo caso i comandi, almeno all'inizio, risultano sempre un po' ostici.
Muovere i tentacoli di
Octodad, sopratutto per effettuare lavori precisi, è difficile e dovrete prendere molta dimestichezza con il sistema di controllo prima di riuscire a padroneggiare il nostro eroe.
Durante il corso della partita vi verrà inoltre chiesto di effettuare operazoini in rapida successione e in questo frangente il gioco mostra il suo più grosso difetto, l'imprecisione dei comandi. L'idea alla base del titolo è bella e originale, il problema è che il rischio di trovarsi a dover rifare tutta una scena da capo perchè si è sbagliato un singolo passaggio è alto, e con esso anche l'incazzatura che ne consegue.
Lavoro a quattro mani
Tecnicamente parlando
Octodad: Dadliest Catch non offre un gran terreno di discussione, il motore grafico del gioco non brilla certo per forza bruta ne per dettaglio o effetti di luce. Fa il suo "compitino" presentando una grafica divertente ma non molto di più.
Discorso diverso per il motore fisico che, seppur presentando alle volte dei comportamenti un po' irrealistici, permette al gameplay di reggersi sulle proprie gambe. Il comparto sonoro non mostra punti di eccellenza ne punti di insufficienza, tutto nella norma.