Siete pronti ad affrontare con Emma un'avventura nella mente di Euclide e scoprire cosi' i misteri che si nascondono in Illusion: A Tale Of The Mind?
Se siete appassionati di illusioni e walking simulator fermatevi un attimo perché forse abbiamo qualcosa che fa per voi: Illusion: A Tale Of The Mind! Ok ok forse chiamarlo “walking simulator” è un po’ forte ma quest’ultima produzione di Ravenscourt ha davvero tanti punti in comune con il genere sopra citato, ma andiamo con ordine e procediamo nella nostra recensione di Illusion: A Tale Of The Mind.
Illusion: A Tale Of The Mind racconta la storia di un uomo, della sua vita e dei suoi sogni. Se avete già sbirciato gli screenshot nella pagina probabilmente non vedete traccia di quest’uomo, vedrete invece una bambina e un coniglio di pezza: sono Emma e Topsy. Nei primi momenti di gioco Emma non è propriamente in un’ottima posizione, si trova infatti incatenata in un luogo buio, tetro, una sorta di prigione che ha un non so che di mistico.
E’ grazie all’intervento di un coniglio di pezza che la piccola Emma riesce a liberarsi e a dare così inizio all’avventura. Non passerà molto tempo prima di accorgersi che tutta la storia è ambientata nella mente di Euclide, proprio il nostro protagonista di riflesso. Euclide è un personaggio strano, criptico per certi versi, follemente innamorato di Marion, lavora nel circo e sarò proprio grazie ad Emma e Topsy che riusciremo a vivere le avventure all’interno della sua mente.
Poiché Illusion: A Tale Of The Mind è un titolo dove la componente narrativa è preponderante, nonché vero perno del titolo, non andremo oltre nel raccontarvi la trama, rischieremmo di rovinarvi una storia che, invece, merita di essere vissuta. Illusion: A Tale Of Mind è ambientato negli anni ’20, ogni elemento del gioco riprende i tratti di quel periodo, dalle ambientazioni, agli oggetti passando per i dialoghi.
Se dal punto di vista narrativo (così come da quello stilistico, ma ne parleremo più avanti) l’opera dei ragazzi di Ravenscourt lascia a bocca aperta da quello del gameplay qualche problema di troppo si palesa fin dalle prime fasi di gioco. Sia chiaro, l’abbiamo già scritto: Illusion: A Tale Of The Mind è un titolo dove la parte da leone la fa la trama, molto assimilabile ad un walking simulator per certi versi ma anche con questa doverosa premessa pad alla mano è difficile non notare degli evidenti problemi.
Fondamentalmente in Illusion: A Tale Of The Mind siamo chiamati a risolvere degli enigmi (e fin qui tutto bene), non fosse altro che questi enigmi si ripetono praticamente con le stesse meccaniche in due o tre varianti. In poche parole per tutta la durata del gioco saremo chiamati a risolvere enigmi basati sulla prospettiva (molto ben fatti a onor del vero) che nei primi momenti di gioco ci hanno lasciato piacevolmente colpiti, oppure enigmi basati sul riordino di elementi utilizzando direttamente la nostra piccola Emma.
Ecco per tutta la durata dell’avventura (che comunque non è lunghissima) vi ritroverete a fare i conti con queste modalità intervallate da fasi platform/action dove la questione si fa spinosa; giocare nei panni di Emma in queste fasi risulta frustrante perché i comandi sono risultati spesso approssimativi, e il sistema è mal bilanciato, vi capiterà di morire (e dover ricominciare dal checkpoint) perché avete sbagliato una singola sequenza: decisamente troppo punitivo e sbilanciato per il tipo di gameplay a cui il titolo ha abituato il giocatore.
Insomma se si volesse vedere Illusion: A Tale Of The Mind dal punto di vista della vera e propria giocabilità non ci siamo per niente, per soprassedere a questi evidenti problemi l’unico modo è quello di tuffarsi a capofitto nella narrazione e lasciarci cullare dalle atmosfere oniriche e magiche che gli artisti di Frima Studio hanno creato per noi.
E parlando di grafica, direzione artistica e ispirazione Illusion: A Tale Of The Mind torna a brillare come “un diamante allo stato grezzo” (cit.). Sarà il periodo di ambientazione scelto, questi anni ’20 che sono così troppo poco spesso utilizzati nel meno dei videogiochi, sarà per il respiro che il team ha deciso dare all’opera: Illusion: A Tale Of The Mind è una vera e propria gioia per gli occhi, e per il cuore.
La direzione artistica del titolo è ispirata, e immediatamente riconoscibile; per certi versi il titolo dei ragazzi di Ravenscourt sembra uscito dagli studi Pixar. Lo stesso design della piccola Emma, pur nella sua semplicità, riesce a dare già un suo senso al personaggio. Tecnicamente il lavoro svolto è ineccepibile, non abbiamo riscontrato problemi o bug, e l’avventura è filata via liscia fino ai titoli di coda. Molto buona anche la colonna sonora che riprende le sonorità tipiche di inizio ‘900. Ultimo appunto Illusion: A Tale Of The Mind è localizzato in italiano e quindi tranquillamente accessibile da tutti.
Illusion: Tale Of The Mind è un titolo che avrebbe meritato certamente un voto più alto ma i problemi con le meccaniche di gioco risultano troppo evidenti per non essere prese in considerazione nel voto finale. Se siete appassionati di giochi fortemente basati sulla narrazione allora dovete assolutamente prendere in considerazione il titolo Ravenscourt sapendo però di doversi tappare il naso sul fronte gameplay.
Trama 7.50
Gameplay 6.50
Arte e tecnica 7.00
ambientazione e lore interessanti
fasi action deludenti