L’ultimo sacrificio
Alla fine,
Hellblade: Senua’s Sacrifice arriva anche su
XBOX One, il titolo di
Ninja Theory esclusiva Playstation 4 approda anche sulla console di casa
Microsoft e, finalmente, ci abbiamo messo le mani sopra. Se siete pronti ad affrontare con noi il viaggio di
Senua seguiteci nella nostra recensione, non ve ne pentirete.
La Trama di Hellblade: Senua’s Sacrifice
Hellblade: Senua’s Sacrifice affonda le sue radici nelle narrazione e, sopratutto, nel viaggio interiore della sua protagonista: Senua. La storia di Senua è una storia triste, fatta di disturbi psichici e di un delicato equilibrio mentale, la nostra protagonista si vede strappato il suo amore
Dillion dai popoli nordici che sono calati sul suo villaggio devastandole del tutto la vita. La madre della nostra protagonista viene arsa viva da suo marito perché ritenuta una strega quando lei era ancora una bambina e il destino colpisce ancora più duro quando decide di portarle via Dillion.
Il suo amato viene infatti preso prigioniero, barbaramente torturato decapitato e a Senua non resta altro che la sua testa. E’ proprio la testa di Dillion che decide di portarsi con se nel suo viaggio verso Hel con lo scopo ultimo di offrire se stessa in sacrificio per ridare la vita al suo amato.
La nostra avventura comincia su un tronco, nemmeno una vera e propria zattera, un tronco che Senua lascia andare non appena tocca terra, sa benissimo che quello che sta intraprendendo non è un viaggio che ammette ritorno, dalla terra dei morti non c’è ritorno e per lei non c’è alcun futuro oltre il sacrificio.
Fino ai titoli di coda Senua dovrà quindi combattere con le voci che sente nella sua testa e con le apparizioni che la tormenteranno, guerrieri enormi e zombie vichinghi cercheranno in ogni modo di porre fine alla sua missione. All’inizio del suo viaggio nella
terra di Tel una necrosi al braccio destro cercherà di condurla alla pazzia, ogni volta che incontreremo la morte questa si espanderà fino ad arrivare alla testa e porre definitivamente fine alla nostra avventura.
Il viaggio nelle terre di Hel non vi terrà impegnato per più di otto/nove ore ma possiamo garantirvi fin d’ora che sarà quasi impossibile dimenticare questo cammino nella pazzia e nell’animo umano.
Il gameplay il Hellblade: Senua’s Sacrifice
L’ultima fatica del team di
Ninja Theory è difficile da inquadrare in un genere specifico, per certi versi l’odissea di Senua è paragonabile ad un walking simulator con influenze action con aggiunta di meccaniche simili a quelle che possiamo trovare in un picchiaduro. Lo scopo di Hellblade: Senua’s Sacrifice è quello di far vivere le emozioni della protagonista al giocatore e gli sviluppatori hanno realizzato questo scopo con una semplicità disarmante.
Durante l’esplorazione dei vari livelli Senua troverà delle porte chiuse che si apriranno solo nel momento in cui riesce a trovare, per il livello, i simboli riportati sulla porta. In poche parole per avanzare nell’esplorazione dobbiamo utilizzare la concentrazione di Senua e ritrovare, in sovrimpressione, i vari simboli realizzati con elementi dell’ambiente.
Tra l’esplorazione e la scoperta del mondo di Hel, Senua dovrà necessariamente scontrarsi con diversi avversari ed è qui che si ritrova il pizzico di picchiaduro di cui parlavamo poco sopra. Ogni scontro deve essere calibrato alla perfezione e la semplicità dei comandi, che consistono in colpo leggero, colpo potente, parata e schivata, rende ogni incontro un vero e proprio piccolo “match” in cui il tempismo e la scelta dell’azione risulta fondamentale per aver salva la pelle.
Il button smashing non è contemplato in
Hellblade: Senua’s Sacrifice, i colpi e le parate devono obbligatoriamente essere ragionate e studiate. Nei combattimenti abbiamo anche un asso nella manica: lo specchio che Druth ci ha lasciato in dono e con cui possiamo rallentare il tempo, offrendo a Senua un grosso vantaggio tattico. Sparsi per i livelli sono posizionati dei monoliti che raccontano la storia di Hel e delle tradizioni nordiche, dal canto nostro vi esortiamo ad esplorare il più possibile l’ambiente perché questi monoliti contribuiscono moltissimo a spiegare la lore che sta alla base del titolo di Ninja Theory.
L’arte e la tecnica di Hellblade: Senua’s Sacrifice
Il lavoro svolto dal team di
Ninja Theory è eccezionale, sia dal punto di vista artistico, che tecnico, che di struttura e rappresentazione del turbine di follia in cui viene risucchiata la protagonista.
Le ambientazioni e i personaggi riescono a trasmettere al giocatore tutta la tensione e tutti i sentimenti che colpiscono Senua. L’unione della mitologia celtica a quella norrena cream mix quasi magico, il viaggio di Senua verso il suo ultimo sacrificio è una escalation di emozioni che travolge il giocatore.
Anche grazie a piccoli accorgimenti come la follia rappresentata dalla necrosi al braccio, che aumenta ad ogni morte, crea un senso di angoscia nel giocatore che si sente in qualche modo responsabile della vita della protagonista. Dal punto di vista tecnico ci troviamo di fronte ad alcune delle migliori animazioni facciali (e non solo) che abbiamo mai visto, l’attrice che interpreta
Senua:
Melina Juergens ha fatto un lavoro incredibile tanto da rendere Senua quasi un vero e proprio essere vivente.
Molto del merito va anche alla tecnologia adottata dal team di sviluppo che è stato in grado di sfruttare al meglio il motore grafico. Il design dei livelli è ben strutturato e, per quanto possibile, vario. Una nota a parte va fatta per quel che riguarda il comparto audio che, grazie all’utilizzo della tecnologia di audio 3D, riesce a diventare parte integrate e fondamentale dell’esperienza di gioco. La sovrapposizione delle voci, i racconti dei monoliti e i ricordi di Senua si fondono insieme in un continuo flusso di emozioni e pensieri che colpiscono a fondo il giocatore. Per rassicurare tutti i non anglofoni:
Hellblade: Senua’s Sacrifice è sottotitolato in italiano, e la traduzione è anche ottima.