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Recensione Beholder

Un passato alternativo distopico e totalitario, Beholder ci permette di spiare le vite dei condomini di un palazzo, un riuscito connubio tra platform e gestionale con un pizzico di stealh, analizziamo il titolo nella nostra recensione

George Orwell

George Orwell, è questo il primo nome che viene in mente guardando degli screenshot di Beholder, ultima fatica dei ragazzi di Warm Lamp Games. Le ambientazioni, le situazioni e molto altro nel titolo riportano alla mente "1984", il romanzo di George Orwell ambientato in una dittatura totalitaria. Un po' come in INSIDE dei PlayDead anche qui le tinte scure e la palette cromatica opprimente riescono a rendere molto bene la sensazione di oppressione.
 
Beholder

Vita da condominio

Iniziamo subito col dire che inquadrare Beholder in un genere classico è abbastanza difficile, il titolo mischia infatti diversi generi. Il giocatore si muove come in un tipico platform, ma tutta la gestione del condominio lo fa assomigliare ad un gestionale, mentre le fasi stealth in cui dovremo spiare i vari condomini lo avvicinano moltissimo ad uno stealth game dove il non farsi notare gioca un ruolo fondamentale.
 
Con queste premesse capirete bene che il gioco di Warm Lamp Games si presenta come un titolo decisamente originale e variegato, e non solo per le meccaniche di gioco, ma anche per l'ambientazione particolare e decisamente evocativa. 
Nel gioco interpretiamo la parte di Carl, il custode di una palazzina che è stato inviato in missione per conto del regime per scoprire eventuali ribelli o rivoltosi all'interno del condominio.
 
Possiamo muovere il nostro personaggio a piacimento all'interno dell'edificio, come se fossimo in un platform classico, possiamo entrare in ogni appartamento, piazzare telecamere nascoste, spiare le conversazioni o parlare con gli abitanti al fine di capire se tra di loro di nascondono ribelli.
Carl ha però anche una famiglia che vive con lui nel seminterrato e deve prestare particolare attenzione anche ai loro bisogni, oltre a quelli dei condomini. Ovviamente dobbiamo fare in modo che nessuno ci scopra o per noi potrebbe essere la fine.

Beholder

Doppio gioco

La parte più interessante del titolo è la libertà di approccio che Beholder consente al giocatore di avere. 
Possiamo infatti decidere di comportarci come una perfetta pedina della dittatura e segnalare ogni singolo caso di infrazione delle regole e cercare di tenere nascosta la nostra vera identità ai condomini, ma possiamo anche decidere di affrontare Beholder facendo il doppio gioco. Questa è la parte più interessante e difficile del titolo ma anche quella che regala le soddisfazioni maggiori bilanciando costantemente le informazioni passate al governo con la ricerca della salvaguardia e tutela dello zoccolo ribelle che troveremo nel complesso.
 
A prescindere da come decidiamo di affrontare il titolo il tempo scorrerà e il gioco ci metterà di fronte a scelte e missioni che scandiscono il proseguimento della partita. Molte di queste scelte ci faranno riflettere più e più volte, in alcuni casi dovremo scegliere tra il bene della nostra famiglia, quello personale o della comunità.

Beholder

Tinte oscure

Dal punto di vista tecnico e artistico Beholder è una piccola perla. Il gioco si presenta come un plaftorm in due dimensioni estremamente curato e raffinato, con tinte scure e una palette cromatica che esprimono ottimamente il senso di oppressione e degrado dell'universo parallelo in cui è ambientato il titolo. La direzione artistica di Beholder è chiara e immediatamente riconoscibile, lo stile che caratterizza Carl e gli altri personaggi li rende unici e originali. I vari protagonisti di questa avventura sono infatti rappresentati come macchie nere, in cui solo gli occhi e pochi dettagli dell'abbigliamento sono visibili. I personaggi si muovono con ottime animazioni su sfondi che ricordano in ogni momento la dittatura che fa da background al gioco.
 
Nessun doppiaggio è stato utilizzato per i personaggi lasciando alle espressioni del viso tutto il compito di trasmettere le emozioni al giocatore, scelta che troviamo particolarmente azzeccata.
 
L'unico problema del titolo è che non è localizzato in italiano e questo ne mina la fruibilità per chi non mastica la lingua inglese. Durante la partita vi viene chiesto di prendere decisioni anche difficili ed è fondamentale capire esattamente cosa sta succedendo per interpretarne i possibili risvolti futuri.

Beholder 

Beholder

Beholder è una piccola perla, un gioco unico nel suo genere e che riuscirà a farvi riflettere molto su alcune scelte che dovrete compiere durante l'avventura. I ragazzi di Warm Lamp Games hanno fatto un lavoro eccellente nel ricreare le atmosfere distopiche dittatoriali alla base del titolo. Unico difetto la mancanza della localizzazione in italiano che potrebbe compromettere ad alcuni utenti la completa fruizione dell'avventura.

8

Trama 8.00

Gameplay 7.50

Arte e tecnica 8.00

Pro:

ambientazione interessante

Contro:

manca l’italiano

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